I caratteri stilistici
delle pievi romaniche

Vai al Menu principale ☰

Lasciando ad una trattazione a parte la descrizione della canonica di Vezzolano, vediamo i caratteri più significativi delle pievi romaniche.

montafia san martino
Una tipica chiesa ad una navata con abside: San Martino a Montafia

Si tratta per lo più di edifici di non grandi dimensioni, dalla struttura semplice, costruiti con materiali poveri, reperibili sul posto. La pianta tipica ha forma rettangolare, più o meno allungata e a volte irregolare. Le chiese ad una navata, come San Martino a Montafia, San Pietro ad Albugnano sono in genere formate da una sola aula rettangolare che termina nell’abside; le chiese più grandi, come San Secondo a Cortazzone, possono avere tre navate, in genere terminanti con absidi semicircolari; non mancano però strutture diverse, a pianta quadrata, senz'abside, come Sant’Andrea di Casaglio o con absidi laterali.

bagnasco san giorgio
L'austero interno della chiesa di San Giorgio a Bagnasco

Nelle chiese a tre navate, i colonnati sono sovrastati da archi a tutto sesto, e, probabilmente, il tetto era originariamente a vista, come in San Giorgio di Bagnasco: le volte a botte o a crociera sono in genere posteriori. Solo alcune chiese hanno un transetto; per lo più le navate laterali finiscono con piccole absidi affiancate a quella centrale. La parte absidale, che in molte chiese è la meglio conservata, e in alcuni casi l’unica superstite, ha forma semicircolare, sormontata da un semicatino sferico. L'abside è in genere raccordata alla navata da un arco a tutto sesto, fortemente sporgente (arco trionfale) la cui struttura a volte viene ripresa all’esterno da contrafforti inclinati che servono a reggere le spinte laterali.

⇦ Torna alla pagina sul Romanico Astigiano    Torna all’inizio della pagina ⇧

Vai al Menu principale ☰

san pietro albugnano
La semplice facciata di San Pietro in Albugnano

La facciata originale è stata spesso rifatta in età moderna o fortemente rimaneggiata; ha una forma semplice, a capanna o a salienti, con rinforzi in corrispondenza degli spigoli fra la facciata e i muri laterali. Le facciate originali superstiti, come quella di San Pietro ad Albugnano, mostrano spesso una grande semplicità ed eleganza degli elementi decorativi.

settime san nicola
Madonna del latte, dal catino absidale di San Nicola a Settime

Le tormentante vicende attraversate da queste chiese nel corso dei secoli hanno quasi del tutto cancellato la decorazione pittorica, di cui rimangono pochi frammenti originali.

cortazzone
Decorazione esterna di San Secondo di Cortazzone

Possiamo invece ancora ammirare la varietà degli elementi scolpiti. Anche in questo caso la parte meglio conservata è rappresentata dalle absidi, la cui solida struttura è alleggerita da lesene, finestrelle, coronamenti retti da archetti pensili. La tenera pietra arenaria permette una varietà di motivi decorativi, a volte geometrici e calligrafici, altre volte naturalistici, in cui si inseriscono liberamente elementi figurativi, con animali più o meno fantastici e figure umane, a volte in pose allegramente profane: l’esempio più noto è ancora quello di San Secondo a Cortazzone. Motivi anche più ricchi si notano nelle poche facciate superstiti, come quella di San Nazario di Montechiaro, e nei capitelli dei colonnati interni. Anche gli elementi decorativi in pietra un tempo erano dipinti; persasi la pittura originale, rimane il delicato gioco cromatico dell’alternanza della pietra con il cotto, in un impasto di colori caldi che si collega armoniosamente con la natura circostante.

⇦ Torna alla pagina sul Romanico Astigiano    Torna all’inizio della pagina ⇧

Vai al Menu principale ☰

cornareto
La chiesetta di Cornareto a Castelnuovo don Bosco è in cima ad un colle coperto di vigne

È poi molto importante il legame delle chiese con il paesaggio. Per i motivi detti altrove quasi sempre questi edifici si trovano in aperta campagna, spesso in cima a colline; la parte absidale, la più carica di significato perché contiene l’altare, e rappresenta la direzione della preghiera, è a volte a picco sul lato più scosceso e inaccessibile, con un chiaro intendimento simbolico. La scomparsa del villaggio contadino, come abbiamo detto, ha fatto sì che queste chiese si trovassero in luoghi disabitati, circondate dall’incolto, o, come la chiesa di Cornareto di Castelnuovo don Bosco, in mezzo alle vigne. Il grande sviluppo economico dell’età contemporanea, in genere poco attento ai valori estetici e naturalistici, ha a volte snaturato la natura dei luoghi: molte chiese sono circondate da nuove costruzioni, senza che si sia minimamente curato un raccordo stilistico; a volte l’apertura di strade e lo sbancamento del terreno hanno alterato la morfologia della zona, mettendo a rischio la staticità delle costruzioni. Fortunatamente in molti comuni del Monferrato si sviluppa ora un movimento di opinione che reclama un maggior rispetto della bellezza dei luoghi.

⇦ Torna alla pagina sul Romanico Astigiano    Torna all’inizio della pagina ⇧