Tutti i Santi

Vai al Menu principale ☰

SAnti, da Beato Angelico
I Santi del Nuovo Testamento, dalla predella dell’altare di San Domenico. Di Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico (1395-1455)

Festa di Tutti i Santi
Memoria: 1° Novembre

Festívitas ómnium Sanctórum, quam in honórem beátæ Dei Genitrícis Vírginis Mariæ et sanctórum Mártyrum Bonifátius Papa Quartus, cum templum Pantheon tértio Idus Maji dedicásset, célebrem et generálem instítuit agi quotánnis in urbe Roma. Sed et Gregórius item Quartus póstmodum decrévit, eándem festivitátem, quæ váriis modis jam in divérsis Ecclésiis celebrabátur, in honórem ómnium Sanctórum solémniter hac die ab univérsa Ecclésia perpétuo observári.

Festività di tutti i Santi, che Papa Bonifacio IV, quando dedicò nel giorno 13 maggio il tempio del Pantheon, istituì perché si celebrasse ogni anno in tutta la città di Roma in onore della beata Madre di Dio Vergine Maria e dei santi Martiri. Ma in seguito Gregorio IV decretò che questa stessa festività, ormai celebrata in vari modi in diverse Chiese, fosse osservata solennemente in questo giorno in onore di tutti i Santi nella Chiesa universale.

[Martyrologium Romanum preconciliare]

Solennità di tutti i Santi uniti con Cristo nella gloria: oggi, in un unico giubilo di festa la Chiesa ancora pellegrina sulla terra venera la memoria di coloro della cui compagnia esulta il cielo, per essere incitata dal loro esempio, allietata dalla loro protezione e coronata dalla loro vittoria davanti alla maestà divina nei secoli eterni.

[Martirologio Romano ed. 2001]

Colonna di Foca
La colonna di Foca in una stampa ottocentesca. Sullo sfondo, il Campidoglio.

Chi oggi si affaccia dal Campidoglio sul Foro Romano, vede i fronte a sé un’alta colonna isolata in mezzo alle rovine. Fu collocata in quel luogo dall’Imperatore Foca nel 608, ed è l’ultima struttura presente in Roma riferibile all’età imperiale.

L’Italia, caduta nelle mani dei Goti alla fine del V secolo, era stata riconquistata a metà del secolo successivo dall’imperatore bizantino Giustiniano con una guerra durata quasi vent’anni. Gli imperatori successivi si disinteressarono però delle sorti della penisola, tanto che non opposero significativa resistenza all’invasione dei Longobardi. Roma tornò per breve tempo al centro degli interessi imperiali durante il breve e tormentato regno di Foca (602-610), il quale trovò interlocutori favorevoli nei papi Gregorio Magno (590-604) e Bonifacio IV (608-615). Soprattutto con quest’ultimo vi fu collaborazione, ed in segno di riconoscenza l’imperatore donò alla Chiesa le rovine, ancora abbastanza integre, dell’antico tempio del Pantheon.

Il Pantheon, da Ippolito Caffi (1809-1966)
Il Pantheon, da Ippolito Caffi (1809-1966)

Bonifacio restaurò il tempio, originariamente dedicato alla dea Cibele e a tutte le divinità pagane (pantheon = “tutti gli dei”); vi fece traslare "18 carri di ossa" (G. Vasi) prelevate dalle catacombe e da altri cimiteri della città, e lo dedicò alla Madre di Dio ed ai Martiri (da qui il nome di Basilica di Sancta Maria ad Martyres).

In seguito la ricorrenza del 1° novembre divenne, per la sola città di Roma, la ricorrenza di tutti i Santi, non solo quelli ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa, ma anche quelli “noti solo a Dio”.

Per questi ed altri meriti, ai tempi del suo omonimo successore Bonifacio VIII la fama di santità di Bonifacio IV trovò sanzione canonica.

Passarono oltre quattro secoli, e troviamo un altro papa strettamente legato ad un imperatore. Si tratta di Gregorio IV (828-844), la cui elezione fu sostenuta dal primo successore di Carlo Magno Ludovico il Pio (813-840). Tralasciando le complesse vicende politiche del periodo, ci limitiamo a ricordare che Gregorio promosse l’attività edilizia in Roma, e rivitalizzò la festa di Ognissanti, che con l’appoggio di Ludovico fu estesa a tutto l’Impero.

La festa di Ognissanti è una delle più sentite in tutto il mondo cristiano. La devozione popolare, in Italia, ha dato origine a commoventi tradizioni (oggi quasi del tutto dimenticate), come l’uso di lasciare sulla mensa un piatto con un po’ minestra o di castagne, perché nella notte i defunti possano ancora una volta simbolicamente cenare con tutta la famiglia.

⇦ Torna alla pagina su Feste, tradizioni e ricorrenze    Torna all’inizio della pagina ⇧