Copertina

Copertina - Clicca per ingrandire

Ritratto

Ritratto - Clicca per ingrandire

«Solo chi è punto dalla sete ardente della salute delle anime, sino al desiderio della propria immolazione è degno del nome di apostolo».

Ora soltanto è veramente vivo e vicino a tutti coloro che praticano il bene.

/VII/

Come è nato e perchè
è pubblicato questo volume

Ai pesciolini di Padre Giuliani
ed a tutti i bimbi d’Italia

Era giunta da Bologna la «Strenna dell’Opera di S. Domenico» del 1935: una pubblicazione simpatica nella sua semplicità, che ogni anno al suo arrivo mi dà l’impressione di un’ondata di primavera nella fredda giornata di dicembre: un mazzo di fiori di bosco, un raggio di sole nella nebbia, un sorriso, un profumo, una promessa di giorni sereni.

Ed avevo detto a Padre Giuliani: «Perchè non ne facciamo una anche noi? Qualcosa di bello e di buono Lei lo potrebbe ben dire ai Pesciolini ed a tutti i bimbi italiani! E quanto denaro si potrebbe ricavare così, anche noi, come a Bologna! Ne abbiamo tanto bisogno per i nostri poveri bambini!».

Padre Giuliani aveva sorriso. Alla sua grande mente, al suo spirito dinamico piaceva tutto quanto era azione ed aveva risposto: «Sì, sì: bisogna farla; ci penseremo per un altr’anno».

Un altr’anno! Chi può prevedere il significato di queste parole? Chi può dire quanto bene e quanto male ci aspetta nel breve corso di un anno?

Un altr’anno! 1935, 3 Ottobre: la guerra d’Africa trovò Padre Giuliani laggiù, Primo Cappellano del Primo Gruppo Camicie Nere d’Eritrea. - 1936, 21 Gennaio: «...un colpo di scimitarra, da barbara mano /VIII/ brandita, troncava la sua terrena esistenza, chiudendo la vita di un Apostolo, aprendo in Dio quella di un Martire di una santa crociata».

E così alla nostra strenna non potè, nè potrà pensare mai più... e non ci pensammo più neanche noi. Ma ora, passato il primo doloroso periodo di stupore e di sgomento, in cui non si riusciva a persuaderci che Padre Giuliani fosse proprio morto, di mano in mano che la certezza terribile invade il cuore con una penosa sensazione di vuoto, alla mente, tesa a ricordare anche le piccole cose passate un giorno quasi inosservate, ritornò questo suo progetto rimasto inattuato. Perchè non fare ugualmente, ed ancora colla sua collaborazione, il piccolo libro che potrà essere così fecondo di bene? Ci sono tante pagine scritte da lui che non tutti hanno letto o che chiunque rileggerà volentieri!

Pagine scritte in altri tempi, in un’altra guerra nella quale, come in questa, egli non si era risparmiato ed avrebbe potuto morire: pagine scritte nell’entusiasmo della sua fiorente e pensosa giovinezza, che esprimono sentimenti che allora erano di pochi eletti ed ora sono di tutti: pagine mirabili che dicono la sua passione infinita, ardente per i suoi ragazzi e per la Patria minacciata, tradita, incompresa.

E pagine scritte negli ultimi mesi, nella profonda consapevolezza dell’età matura, quando, pur sentendosi affievolire le forze, non volle nemmeno per un giorno abbandonare il suo posto in mezzo alle sue Camicie Nere, non volle, nemmeno quando già era stato colpito da una pallottola, lasciare «i suoi feriti ed i suoi morti».

Ed altre pagine tra le prime e le ultime: pagine bellissime che rispecchiano il suo cuore e la sua mente, la sua fede nella Religione, della quale era sacerdote esemplare; il suo amore per la Patria, della quale era uno dei figli migliori, e per tutti gli uomini, specialmente per i giovani, in cui egli, della Religione e della Patria, vedeva le più pure speranze.

Ed offro ora a voi, suoi Pesciolini, quelle pagine, affinchè lo ritroviate come l’avete conosciuto e visto tante volte in mezzo a voi; affinchè sentiate ancora la sua grande anima vicina alla vostra; affinchè quell’unione dei cuori ch’egli, in una delle sue ultime lettere ad uno di /IX/ voi, aveva tanto desiderato nonostante la distanza, sì compia ancora, ora e sempre, poichè «... ora soltanto è veramente vivo e vicino a tutti coloro che praticano il bene».

Padre Giuliani, voi l’avete conosciuto e visto, raccolti sempre per un’opera di carità che gli era cara; a voi egli ha parlato sempre di bambini poveri, abbandonati, maltrattati, per incitarvi ad aiutarli, a lavorare per loro. È per quell’opera di bene che gli stava tanto a cuore, per il Benefico Pesce, che questo volume è stato composto: e per quegli stessi bambini che il Benefico Pesce raccoglie, protegge, guida al bene, da queste pagine Egli vi parla.

È dunque come se fosse ancora qui con voi e se vi raccogliete un momento e chiudete gli occhi, vedrete il suo sorriso luminoso e, forse, la sua mano che vi benedice; e se fate tacere attorno a voi tutti i rumori, tutte le voci, sentirete la sua voce ardente che vi parla di bontà, di amore.

Molto si è detto e scritto di Padre Giuliani dopo la sua morte: ma io penso che meglio non si possa ricordarlo se non con le parole ch’egli stesso ci ha lasciato del suo infaticabile e fecondo apostolato. Soprattutto meglio non potrebbe ricordarlo chi ha lavorato con lui per i suoi poveri. E questa è una gloria vostra, Pesciolini, di aver lavorato con lui.

Egli è stato un buon combattente! Chi ne potrebbe dubitare?

Ma c’era una battaglia incruenta che pure l’appassionava e gli stava a cuore di combattere e di vincere: l’educazione del bimbo, del fanciullo pericolante.

Tra le sue medaglie, una – che non è stata forse ancora ricordata da quanti dopo la morte ne hanno esaltata al vita – gli era particolarmente cara, ed è quella «al Merito della Redenzione sociale».

Poichè se egli fu soldato della Patria, ardito magnifico, ardente Camicia Nera, fu soprattutto Sacerdote, Frate esemplare. Egli sapeva – e lo dimostrò luminosamente – che quando è necessario bisogna combattere e vincere il nemico esterno a costo del sacrifìcio supremo, ma che la Patria non si serve soltanto in guerra. Sapeva che i figli della Patria non hanno bisogno del Sacerdote solamente quando, sul campo /X/ di battaglia, sfidano la morte: che questo è anzi tempo di eccezione, oltre il quale c’è la vita grigia di tutti i giorni, la vita fatta di tante piccole cose, di tante piccole e grandi miserie, che la rendono spesso difficile e dura.

Sapeva che qualche volta è più facile combattere sul campo di battaglia un nemico feroce, che non combattere una passione, che non vincere le insìdie del peccato e che il pericolo è grande per la giovinezza, l’adolescenza, l’infanzia, quando nella casa inospitale manca l’affetto e regnano l’indifferenza, il malcostume, il vizio.

Quante volte dal pulpito del suo bel «San Domenico» la sua voce tuonò per la Crociata santa!

Era il modo più simpatico a lui ed a noi di far denaro per i nostri protetti. Nessuna preparazione, nessuna propaganda, nessun biglietto da vendere e, soprattutto, quell’austerità e quel raccoglimento che sarebbe pur bello potessero accompagnare sempre ogni manifestazione che si propone di dar sollievo alla miseria.

Ora la tua voce preziosa tace, caro Padre Giuliani: per nessuna piccola creatura strapperà più lagrime e denaro: ora tace per sempre la tua gran voce ardente e tu riposi in pace! Le miserie di questo povero mondo non possono farti soffrire più. Ma poichè hai tanto conosciuto e capito le sofferenze degli uomini e particolarmente dei bimbi, aiuta ancora e sempre l’opera che nel tuo santo nome vuole, come prima, come quando tu eri con noi e ci guidavi nel faticoso lavoro, impedire che la sofferenza di oggi si cambi domani in maledizione e peccato.

E benedici queste tue pagine, che sono state raccolte con tanto affetto e tanta venerazione, perchè i tuoi poveri non abbiano troppo a soffrire di averti perduto, ma anche perchè chiunque possa «attraverso il sottile foglio di carta» che tu stesso hai scritto, ritrovare o conoscere la tua bella luminosa figura di Sacerdote duDio e di Soldato della Patria.

La mamma dei Pesciolini del Po

/XI/

Il “Benefico Pesce”

L’Opera del «Benefico Pesce» offre a tutti i bimbi buoni un bel salvadanaio in forma di un magnifico Pesce.

Alla fine d’anno il pesce viene portato all’Associazione, aperto in presenza degli oblatori, ed i risparmi contenuti sono destinati a soccorrere permanentemente i bimbi poveri, particolarmente se in pericolo di diventare discoli. Molti di questi beneficati sono ora mantenuti in diverse Case di educazione a spese dell’Opera, con le oblazioni ed i risparmi del «Benefico Pesce».

Quali dei buoni genitori non vorranno completare l’educazione dei loro figliuoletti, abituandoli al risparmio, ai piccoli sacrifici ed alle preziose opere della beneficenza più illuminata?

Amor di Patria, zelo di religione, sentimento di fiorita umanità, slancio di generosità... tutto concorre in quest’opera alla saggia educazione che ogni buona Mamma deve dare alle sue creature.

Statuto dell’Opera

Art. I. - Ogni associato, all’atto dell’iscrizione, col versamento di L. 2 riceve un pesce-salvadanaio e si impegna a raccogliere nell’anno i soldini del risparmio.

Art. 2. - Nel giorno indicato sarà consegnato ed aperto il pesce ed in altro giorno successivo sarà fatta la premiazione dei migliori Pesciolini.

Art. 3. - Il Comitato del «Benefico Pesce» si incarica di ricercare i casi più pietosi dell’infanzia pericolante e di provvedervi secondo le sue risorse.

Art. 4. - Una volta all’anno i soci e gli amici dell’Opera saranno convocati per assistere al rendimento dei conti.

Art. 5. - L’apposito bollettino terrà informati trimestralmente i soci e gli amici del «Benefico Pesce».

Art. 6 - Una raccolta speciale – per una Fondazione intitolata al nome di Padre Giuliani – è stata istituita, dopo la sua morte, allo scopo di poter provvedere sempre, col suo reddito, all’educazione di qualche ragazzo. – Per ogni ragazzo sono necessarie L. 20.000.

Sede dell’Opera
Chiesa di S. Domenico – Torino