Massaja
Lettere

Vol. 3

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1864

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 538rEminenza R.ma

Cajro 18. Gennajo 1864.

Il benefizio di un vapore Turco casualmente giunto in Massawah fece sì che in 15. giorni sono arrivato sano e salvo qui in Cajro. Deo gratias, perché è Lui che mi ha mandato questo Vapore pochi giorni prima della già organizzata mia partenza di Massawah sopra una barca araba, la quale con mille pericoli mi avrebbe portato qui fra due mesi –

Come già Le scrissi precedentemente è partito con me anche il P. Gabriele da Rivalta, il quale trovasi pure qui con me, prendendo sopra le mie spalle la venuta del medesimo sin qui; ho detto però a lui che non avrei potuto prendermi sulle spalle il suo viaggio in Europa, se prima io non sarei stato inteso coll’Em: R.ma – Ella perciò mi scriva ciò che debbo fare di questo individuo, del resto ho deciso di lasciarlo qui in Cairo sino al di Lei nuovo ordine; [f. 538v] dirò il mio parere relativamente a questo individuo quando avrò la fortuna di abboccarmi con Lei.

Le dirò pure che ho portato due giovani da quei paesi coll’intenzione di collocargli o in Propaganda, oppure in qualche altro stabilimento d’Europa, perché quella missione a preferenza di tutte le altre ha bisogno di soggetti indigeni capaci, ed un’educazione completa colà per ora non è possibile ancora; oltre questi due ve ne sono ancora altri che devono venire, motivo per cui sarebbe il caso di seriamente riflettere sopra il luogo dove convenga più collocargli. La missione essendo data ai Francesi sarà bene cercare qualche stabilimento di Francia che voglia incaricarsi, poiché il genio dei missionarii di quella nazione è tale che difficilmente si accoppierebbe con individui allevati in altri paesi; del resto alcuni mi consiglierebbero a recarmi in Irlanda a questo proposito. Per questa ragione dovrò lasciar qui questi due ragazzi sino dopo il mio abboccamento coll’Em. V. R.ma

Arrivato qui ho inteso da questo ottimo V.o Ap.o d’Egitto che in Ottobre passarono effettivamente qui i missionarii Francesi in viaggio [f. 539r] per Aden, e che il V.e Prefetto dei medesimi pochi giorni sono sia ritornato in Francia; hanno preso qui in Egitto otto mille talleri con loro; come vede è una somma enorme, e credo che finirà per essere consumata da questi religiosi prima che pos- /50/ sano toccare i paesi ai quali sono stati destinati; rimango come questi padri nulla abbiano scritto a me, e come pare, non si siano neanche curati di conferire un poco con questo Monsignore Delegato d’Egitto; Ella perciò veda se convenga scrivere qualche cosa ai medesimi, sia relativamente alla somma suddetta, affinché non sia sciuppata inutilmente, sia ancora per tutto ciò che potrebbe concernere il modo di procedere; io non ho più coraggio di scrivere loro se prima non mi abboccherò con Lei, al più sono disposto di andare in Francia per intendere ogni cosa con quel P. Provinciale, ma avrei bisogno che V. Em: mi mandasse –

Non mi trattengo di più, perché sono stanco e mezzo tracassato dal viaggio, mi scriva in Alessandria dove attenderò istruzioni, e baciandoLe la S. Porpora godo raffermarmi

D. Em: V. R.ma

Divot.mo figlio in G. C.
Fr: G. Massaja V.o