Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Davide David da Pinerolo OFMCap.
ex discepolo di M. – Torino-Ospedale Mauriziano

[F. 1r]P. Davide Amat.mo

Parigi 26. Aprile 1865.

Ho ricevuto jeri la vostra carissima, alla quale vi rispondo in tutta fretta, perché sono molto occupato, e posso assicurarvi che le sole lettere basterebbero, senza tanti altri lavori che sapete.

È inutile che faciate tante supposizioni circa il mio ritorno a Torino; voi certamente non potete dubitare della mia disposizione a tale riguardo, ma vi sta frammezzo l’ubbidienza e la volontà di Dio, e quando questa fosse contraria, certamente non verrei a qualunque costo, come non dovreste voi, e son certissimo che non lo fareste. Io sono all’ordine di Roma tanto quanto lo siete voi all’ordine del P. Provinciale, e quando questa fosse contraria, certamente non potrei venire; Come però sta sempre la determinazione primitiva del ritorno mio a Roma, quando avrò finito gli affari qui, se vengo, sarà certamente in detta circostanza; voi siete abbastanza giudizioso per comprendere [f. 1v] tutta la mia situazione: ciò che mi lega alla Patria è tutto personale, ma un Vescovo ha rinunziato solennemente a tutto ciò che ha del personale per dedicarsi agli interessi della Chiesa; se Roma mi svincolasse, e mi ordinasse di rientrare nel mio essere di religioso, mi vedreste domani a volare contentissimo di rientrare sotto gli ordini del caro P. Provinciale.

In quanto alla soppressione, il governo potrà ben sopprimere alcune formalità esterne accidentalissime allo stato religioso, ma non potrà mai sopprimere i vincoli che legano il religioso medesimo, avanti Dio, e le sue buone volontà di eseguirle; perché occuparvi tanto del luogo dove dovrete andare in caso di soppressione? Io conto già più di dieci esilii, e con tutto questo facio i miei affari nei luoghi medesimi, e penso di fargli anche in avvenire; nel caso la soppressione è miga un’esilio, intende[te]vela coi vostri Superiori, e quando fosse necessario di lasciar l’abito qualche giorno e mutar casa, ciò non vi farà meno Cappuccino di prima; quando piacesse a Dio di privarvi ancora degli asili esteriori [f. 2r] detti conventi, in qualunque luogo vi radunerete sotto gli ordini dei Superiori, sarete sempre i medesimi cappuccini, forse ancor più cari a Dio, perché più poveri, e spogliati ancora di quel poco che non possedevate civilmente, ma in certo modo canonicamente. Trovandomi in Piemonte dissi già parecchie cose al P. Provinciale; nessuno più perseguitato dei Gesuiti, e nessuno può impedirgli di rimanervi dovunque con qualche temporaria trasformazione; ecco poco presso le mie idee. In caso poi che vogliate conservare anche l’abito, e restare in convento, qui in Francia potrete sempre venire quando vorrete, e niente più di jeri questo P. Provinciale mi diceva di lasciarvelo sentire; lo stesso della Provincia di Savoja; ma io sarei piuttosto d’avviso di non dar tanta importanza alla soppressione, sia perché, non credo, /217/ che sarà tanto rigorosa da proibire simultaneamente ogni continuazione dello stato presente almeno per qualche tempo, sia ancora più, perché non se lo merita, essendo la soppressione un bel nulla, o almeno niente più di quello che si trova attualmente qui in Francia, dove tutti i religiosi sono soppressi, eppure vi esistono [f. 2v] e ve ne sono forse tanti, quanti in Italia; le camere disputano, ed i frati se ne ridono, perché in facia alla legge sono come privati. Dando tanta importanza a questa soppressione potrebbe produrre una dissoluzione della Provincia, ed una volta sciolta, sarà difficilissimo a ricomporla. Ditelo al P. Medico, e ditelo anche al Caro P. Provinciale, che faciano coraggio, la soppressione non sarà che un poco di guerra di più, e la guerra servirà a tenerci un poco più in regola ed all’erta; il porco che è il più vile di tutti gli animali prima di morire fa ancora qualche strepito, e noi moriremo così? bisogna farci coraggio, e non dare più importanza alle persecuzioni del mondo, qui animam autem non potest occidere. Se è così dell’uomo, lo stesso è della società cappuccina; potrà levarci ad tempus qualche esteriorità, ma come non è il governo che ha instituiti i religiosi, il medesimo potrà far nulla, se i religiosi vilmente non si prostituiscono; ecco poco presso le mie idee; del resto o caro, salutatemi tutti, abbraciateli tutti per me nel S. crocifisso, ai piedi di cui ci troveremo.

Sempre addio

V.o Aff.mo P. Lettore
Fr: G. Massaja V.o Capp.no

P. S. Scrivete al P. Francesco, e ditegli, se non ha ricevuta un mia lettera, se si, perché non risponde?