Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Alfonso Cianfanelli da Macerata OFMCap.
prefetto apostolico – Aden

[F. 1r]M. R. P. Alfonzo in G. C. Carissimo

Haman – Scioha 27. Maggio 1871.

Vi ho scritto per la via di Tagiurra e di Abu Beker, ed ho messo la lettera vostra con molte altre lettere per l’Europa e per l’Egitto nel piego del governatore di Aden, onde assicurarmi che le medesime vi arrivassero; fuori del piego suddetto diretto al Governatore di Aden, coll’indirizzo a voi, ho spedito pure un piego fittizio per provare la fedeltà di Abu Beker; se questo vi arriverà non siate stupito, se no sarà segno evidente che Abu Beker è un ladro, e potrete prenderlo in giudizio presso cotesto Governo; ho fatto ciò, perchè stando alla nota delle lettere ricevuta, il medesimo pare aver gettato in mare la più parte delle nostre corrispondenze. Per questa ragione mi trovo come costretto a spedirvi un altro corriere per la via di Massawah, e questo corriere è lo stesso Workie, che già conoscete, il quale ha ordine di venire in Aden, se pure troverà l’imbarco opportuno.

Come già vi scriveva nella suddetta mia mandatavi per la via di Tagiurra, io qui non ho ricevuto la somma di 240. talleri che voi [f. 1v] mi accusate data ad Abu Beker da rimettersi a me, nella vostra nota speditami; io ho domandato al figlio di Abu Beker e questi rispose di saperne nulla; ho domandato a Workie, e mi rispose lo stesso; i due missionarii ci scrissero, e nulla dissero di detta somma; epperciò ho dovuto restarmene tranquillo per non fare cattiva figura per mancanza di documenti comprovanti la ricevuta di detta somma. Caro mio, se rimettete così alla buona somme di denaro senza doppia ricevuta, una a me, e l’altra a voi, è chiaro che detto denaro è perduto a conto vostro e vi avverto che ho scritto al Vescovo d’Alessandria di non rimettervi altre somme, se prima questa non è liquidata, perchè dopo i disastri avvenuti in Francia, dove la più parte è perduta, e nulla possiamo più sperare, io non posso esporre così inutilmente il poco pane che ci resta, unica risorsa nostra; corre il quarto anno dacché nulla più abbiamo ricevuto, e viviamo qui domandando limosina; dalla nota che mi avete spedito un poco esaggerata arguisco che i missionarii ed i giovani in viaggio ci mangieranno il poco che ci rimane in Egitto, che voi credete gran cosa, ma che in realtà si riduce a piccola cosa. Io ho compassione per voi, e vorrei pure ajutarvi, ma il bisogno proprio mi fa pensare seriamente all’avvenire. Ciononostante, ho scritto di soccorrervi, ma con condizione che sia liquidato l’affare della somma suddetta [f. 2r] dei 240. talleri perduti per vostra incuria, e che Monsignore d’Egitto prenda le dovute cautele, affinchè ciò che vi rimetterà non vada perduto, essendo l’ultimo pane nostro.

/201/ Rapporto ai missionarii ed ai giovani ho scritto di esaminare bene prima di mettersi in viaggio per Tagiurra; ne abbiamo scritto al Governatore di Aden ed al Signor Tian procuratore del Re Menilik, lasciando ai medesimi la decisione per l’affermativa o negativa sul viaggio dei suddetti nel supposto che Abu Beker sia disposto a fargli passare, perchè alcune lettere secrete (che mando al governatore di Aden, come concernenti e toccanti il governo inglese) che mi pervennero alle mani, mi fanno dubitare molto della buona fede di Abu Beker. Se detti missionarii non passeranno per Tagiurra, dovranno recarsi a Massawah con tutti i giovani, e così si penserà a fargli venire da quella parte.

Riguardo agli effetti potranno venire per la via di Tagiurra consegnati ad Abu Beker, ma non come l’anno scorso, senza controllo e senza note, motivo per cui la metà è stato perduto; ho scritto di fare piccoli involti, e piccole casse, affinchè colla scusa che non sono della misura dovuta, non si prendano la libertà di aprirle e decimarle; ma che detti effetti numerati, in casse o involti proporzionati e ben legati e sigillati siano consegnati con atto publico alla presenza del Signor Tian, [f. 2v] che quindi la nota fatta in doppio, una venga colle lettere e l’altra dentro gli involti, così sapremo se manca qualche cosa, e potremo ripetere al caso di bisogno. Riguardo al prezzo del trasporto, affinchè non ci arrivi come l’anno scorso di dover pagar qui la somma di 130. talleri, ultimo denaro che avevamo, ho scritto pure di patteggiare il prezzo giusto in Aden e pagarlo avanti, poiché qui non siamo più in caso di poter pagare.

Caro P. Alfonzo in questo affare conoscerò se veramente siete uomo serio, e se potremo in avvenire far capitale ancora di voi, e della missione di Aden; in caso diverso è finita. Iddio penserà a noi e saremmo obligati a raccomandarsi ad altri; per carità! se non lo fate per amor proprio, fatelo per amor di Dio, pensando che siamo qui fra gli infedeli a morir di fame per il desiderio di salvare delle anime. Nelle lettere precedenti dovete aver ricevuto tutti i documenti che speravate da me e che ho potuto spedirvi, e di questo stesso corriere scrivo in Egitto e ripeto i medesimi; per carità! siate una volta uomo serio, e pensate seriamente a noi; ecco Workie che viene di nuovo, fate tutto in sua presenza, e rimandatelo per Massawah, con tutti i documenti; così se manca qualche cosa faremo qui i passi convenienti. Vi abbracio nel S. crocifisso e sono sempre

Padre e Fratello in G. C.
Fr: G. Massaja V.o