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CIRAAS
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Il funzionamento della serratura lignea a perni cadenti rivela un vero e proprio sistema di chiusura di sicurezza. Una chiave lignea a denti consente il sollevamento di alcuni perni posti all’interno della serratura. Essi permettono il libero movimento del chiavistello quando sono sollevati dalla chiave e lo bloccano quando sono abbassati inserendosi in corrispondenti incavi ricavati nel chiavistello stesso.
Questo tipo di serratura era in uso in oriente a partire dal IV millennio.
Finora l’uso più antico è testimoniato dalle cretulae poste sul foro della chiave di serrature lignee utilizzate nel palazzo di Arslantepe, Malatya (Turchia). In questa località le serrature a perni cadenti sono tuttora in uso.
Con grande sorpresa lo stesso tipo di serratura, uguale anche nella forma, è stato ritrovato in Piemonte, per ora, nelle Alpi Occidentali, in particolare a Exilles e nel biellese.
Come già aveva supposto il Von Luschan la diffusione in Europa probabilmente è dovuta ai romani, mentre in Africa la serratura è stata portata dagli arabi. In seguito, giunse anche in America con gli schiavi di origine africana.
Si è inoltre estesa la ricerca anche al contesto in cui questi sistemi di sicurezza, a partire dall’epoca romana fino ai tempi moderni, sono stati utilizzati.
Di particolare interesse si è rivelato il caso di Exilles dove le serrature lignee sono ancora numerose. Si è inoltre constatato che esse sono utilizzate a protezione di terreni destinati a coltivazioni collettive. In Exilles, infatti, servono per chiudere le porte di locali con varie destinazioni e anche i cancelli che danno accesso a superfici agricole lottizzate appartenenti ad abitanti dello stesso centro, i quali, a tutt'oggi, hanno il diritto di servirsene per le loro coltivazioni. Risulterà interessante proseguire la ricerca sistematica finalizzata al ritrovamento di altri luoghi di utilizzo di questa serratura, anche per verificare se questo tipo di meccanismo, come sembra, sia stato diffuso e distribuito nei territori occupati dai romani e poi rimasto in uso fino ai giorni nostri.
Olivia Musso