Presentazione del Signore
Purificazione di Maria
Candelora

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Mantegna Presentazione al Tempio
Andrea Mantegna, Presentazione di Gesù al Tempio, ca. 1460

Presentazione del Signore
Purificazione di Maria
Candelora

2 Febbraio

Storia di una data

Nella religione romana il mese di Febbraio, ultimo dell’inverno, era dedicato a vari riti di purificazione e di fecondità (l’antico verbo latino februare significa “purificare”, ed è connesso con il dio etrusco degli inferi Februus a cui si offrivano sacrifici nella seconda metà del mese).

Fra questi riti, due erano particolarmente importanti. Il primo era collocato tradizionalmente il secondo giorno del mese, era dedicato a Giunone Sospita (“salvatrice”), protettrice dei parti. In quest’occasione una processione notturna con fiaccole rievocava la dedicazione del tempio della Dea sul Palatino.

A metà mese si collocava invece la celebrazione dei Lupercali, un cerimoniale molto complesso, di cui già in età antica s'era perso in parte il significato. Era un rito carnevalesco, nel corso del quale i celebranti, coperti esclusivamente con pelli strappate a capre appena sacrificate, pecorrevano di corsa la Via Sacra colpendo con corregge di pelle di capra tutte le donne che incontravano. I colpi venivano accettati di buon grado, poiché si pensava assicurassero la fecondità.

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Col cristianesimo, la Chiesa di Gerusalemme fissò originariamente al 15 Febbraio la ricorrenza di due riti che secondo la tradizione ebraica dovevano essere celebrati quaranta giorni dopo la nascita di un bambino: la presentazione al Tempio, e la purificazione della madre. La prima celebrazione discende dal testo dell’Esodo 13, 2 segg, in cui Yahvé ordina a Mosé di consacrargli ogni primogenito; in seguito i genitori riscattavano il bambino col pagamento di cinque sicli d’argento. La purificazione della madre invece discendeva da Levitico 12, 1-8; dopo il parto, la donna rimaneva impura, come durante le sue mestruazioni, per un periodo di quaranta giorni (se il nato era un maschio) o di ottanta (se era femmina); il ritorno allo stato di purità doveva essere sancito attraverso l’offerta al Tempio di un agnello e di un colombo o una tortora, offerta ridotta a due tortore per le famiglie indigenti.

In seguito essendosi fissata la nascita di Cristo il 25 Dicembre, la Chiesa di Roma spostò la ricorrenza al 2 Febbraio, anche per evitare l’imbarazzante coincidenza con la sfrenata festa dei Lupercali, che ancora aveva grande seguito popolare.

Fra le due ricorrenze cristiane, la Presentazione di Gesù al Tempio era la più importante. Tuttavia, data la coincidenza con l’antica celebrazione del rito in onore di Giunone, ad un certo punto si diede maggiore rilievo alla Purificazione di Maria, per distogliere i fedeli dall’antico rito pagano, sostituendolo con uno cristiano di significato affine.

Fin dal VII secolo a Roma in occasione di questa festa si svolgeva una processione notturna con ceri accesi verso la basilica di Santa Maria Maggiore. In seguito, fra il IX e il X secolo, si diffuse il rito della benedizione delle candele, originariamente sotto forma di accensione delle candele a partire da un cero benedetto, analogamente a quanto avviene nella celebrazione della Pasqua. Da questo rito la festività ha assunto il nome popolare di Candelora.

In età moderna, si è tornati a indicare la festa come Presentazione del Signore.

La festa nella tradizione popolare

L’importanza della festività nel calendario contadino è sottolineata da diversi proverbi, che associano la ricorrenza ad un momento importante di passaggio delle stagioni:

per Santa Candelora
se nevica o se plora
de l’inverno siamo fora

cioè: “se a Candelora piove o nevica, la primavera è vicina”; invece

sole micante
Virgine purificante
nix erit maior quam ante

“se brilla il sole il giorno della purificazione della Vergine ci sarà più neve di prima”.

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