San Cristoforo

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San Cristoforo
Dietrich Bouts il Giovane: San Cristoforo

San Cristoforo
Martire † III-IV sec.

Memoria: 25 luglio

Patrono di Corsione

Tra storia e leggenda

I dati storici sulla vita di San Cristoforo, martirizzato in Licia forse sotto Decio, sono così evanescenti, e mescolati con elementi folklorici, da indurre molti studiosi a dubitare della sua esistenza, anche se il suo culto è documentato nella Chiesa d’Oriente a partire dalla metà del V secolo.

Secondo le versioni orientali, più antiche, egli era un gigante, originario della tribù barbara degli Antropofagi; il suo primo nome era Reprobo, ed aveva una testa di cane (vedi sotto). Entrato nell’esercito imperiale, si avvicinò al cristianesimo, ed operò numerose conversioni; arrestato per questo, fu sottoposto a diversi supplizi, ed infine decapitato, non prima di aver compiuto numerosi miracoli ed aver convertito alcuni dei suoi carnefici.

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Il Santo traghettatore

La leggenda occidentale fu diffusa da Jacopo da Varagine (XIII secolo). Cristoforo era un gigante, che si era proposto di servire il signore più potente; dopo essere stato al servizio di un re, di un imperatore e del demonio, seppe da quest’ultimo che il signore più potente è Cristo. Allora andò da un santo eremita e si fece istruire nella dottrina cristiana, e consigliato da lui prese dimora vicino ad un fiume, dove traghettava i pellegrini, pensando di fare opera gradita a Dio. Una notte fu svegliato da un fanciullo che gli chiese di essere traghettato; ma più avanzava nelle acque, più il carico diveniva pesante, ed il fiume impetuoso, tanto che il gigante temette di essere travolto. Quando finalmente arrivò sull’altra sponda, il fanciullo gli rivelò di essere Gesù, e come prova fece germogliare il bastone al quale Cristoforo si appoggiava durante il suo duro lavoro. Cristoforo allora si fece battezzare ed andò a predicare in Licia, dove subì il martirio.

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Patronati ed iconografia

I santi Stefano e Cristoforo, da un’antica icona
I santi Stefano e Cristoforo, da un’antica icona greca

Il culto di Cristoforo ebbe una grandissima diffusione; nel Medioevo era uno dei quattordici Santi Ausiliatori, invocati contro le più gravi sciagure (gli altri sono Acazio, Egidio, Barbara, Biagio, Ciriaco, Dionigi, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Caterina, Margherita, Pantaleone e Vito). Portano il suo nome città, chiese, monasteri; è protettore dei pellegrini, e di tutte le professioni e le categorie legate al viaggiare, come i ferrovieri e gli automobilisti. Per la statura e la forza fisica è patrono degli atleti. Per la vita solitaria, è patrono degli eremiti; per il bastone che fruttificò, dei fruttivendoli. È inoltre invocato contro le inondazioni, e contro numerose infermità, in ricordo dei tormenti subiti.

Viene rappresentato come un uomo di dimensioni gigantesche che porta a spalle un fanciullo; spesso ha un bastone fiorito: le sua raffigurazioni all’esterno delle chiese dovevano confortare i pellegrini, che le potevano vedere da grande distanza.

Un’antichissima rappresentazione del Santo con la testa di cane è associata ai calori della canicola, cioè il periodo dell’anno in cui il Sole sorge in congiunzione con la stella Sirio, il “Piccolo Cane” (in latino canicula è appunto il diminutivo di canis) all’interno della costellazione del Cane maggiore. Nel Medioevo il periodo della canicola cominciava appunto il 25 luglio, in coincidenza con la festa di San Cristoforo.

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