III Centenario della
Sacra Congregazione
de Propaganda Fide

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Missioni e Missionari.

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I.

Luoghi di Missione.

«Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo a tutte le creature». Questo è il precetto, il mandato impreteribile dato da Gesù Nostro Signore e Redentore agli Apostoli, a quei poveri pescatori di Galilea cui precedentemente aveva detto profetando: «Seguitemi, ed io vi farò diventare pescatori di uomini». Fedeli al divino comandamento, gli Apostoli, infervorati dalle esortazioni e dalle grazie di Gesù risorto; muniti da Lui di soprannaturali poteri; trasformati dallo Spirito settiforme; sotto la guida e la autorità suprema di Pietro: si separarono, dividendosi il mondo intero, ed iniziarono la faticosa, ma portentosa predicazione evangelica annunziando a tutti la parola di Gesù, quella stessa che avevano udita con i loro orecchi; la vita e miracoli di Gesù di cui erano stati testimoni per ben tre anni continui. Il mirabile propagarsi nel mondo della religione cristiana è a tutti noto; come è pure noto che anche nelle regioni più lontane furono poi ritrovate le traccie della primitiva predicazione apostolica. Un secolo dopo la morte di Gesù i cristiani erano circa tre milioni. Il sangue dei martiri fu seme di nuovi fedeli, che con le persecuzioni crebbero nel terzo secolo fino a sette milioni. Alla fine del primo millennio i cristiani erano circa 50 milioni. Al tempo della |b| pseudo-riforma nel secolo XVI avevano raggiunto i 120 milioni.

Ecco come il Santo Padre Benedetto XV descrive in brevi tratti nella celebre sua Enciclica → Maximum Illud 1919 Maximum illud il progresso della Fede attraverso i secoli:

«Durante il periodo dei primi tre se coli del cristianesimo quando la furia delle persecuzioni scatenate dall’Infer- |c| no parea dovesse affogare nel sangue la Chiesa nascente, la voce dell’Evangelo fu bandita e risuonò fino agli estremi confini dell’impero romano. E quando poi fu data alla Chiesa la pace e la libertà, assai più grandi furono i progressi che essa fece nell’apostolato in tutto il mondo, per opera specialmente di uomini insigni per zelo e santità. È l’epoca in cui Gregorio l’Illuminatore rischiara con la luce del Vangelo l’Armenia, Vittorino la Stiria, Frumenzio l’Etiopia; quando Patrizio conquista alla Fede gli Irlandesi, Agostino gli Angli, Colombo e Palladio gli Scoti; allora Clemente Willibrordo, il primo Vescovo di Utrech, evangelizza l’Olanda (1); Bonifacio e poi Ansgario portano alla Chiesa di Gesù Cristo i popoli della Germania e Cirillo e Metodio gli Slavi. Allargandosi ancora la cerchia dell’apostolato, Guglielmo de Rubruquis penetra con la face del Vangelo fra i Mongoli, il Tedaldo Visconti (o Tebaldo o Teobaldo) 1210 circa - 1276, papa Gregorio X dal 1271 beato Gregorio X manda Missionari alla Cina, e i figli di S. Francesco poco dopo vi stabiliscono una fiorente cristianità ab- /23/ |a| battuta in seguito dal nembo della persecuzione. Scoperto il nuovo mondo, una schiera di uomini apostolici, fra i quali primeggia la nobile figura di Bartolomeo Las Casas, gloria dell’inclito ordine Domenicano, si consacrano alla difesa e alla conversione di quei poveri indigeni; mentre San Francesco Saverio, degno invero di essere paragonato agli apostoli, dopo di aver tanto sudato nelle Indie e nel Giappone per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, muore sul limitare della Cina, verso cui anelava, quasi dischiudendo con la sua morte la via a una nuova evangelizzazione di quelle sterminate regioni...»

Ma i frutti della primitiva predicazione apostolica erano già venuti meno in molte delle lontane regioni del mondo, dove o non erano ancor giunti, o erano da troppo breve tempo arrivati gli apostoli novelli; nell’Oriente le eresie e gli scismi li avevano quasi distrutti; in parecchie nazioni di Europa, fecondate già dal sudore e dal sangue dei figli del glorioso Patriarca S. Benedetto, la pseudo riforma protestante li aveva avvelenati. Ebbene questi luoghi appunto, queste regioni, queste nazioni formarono i così detti «Luoghi di Missione» che vennero affidati ufficialmente dalla Santa Sede alla Sacra Congregazione di Propaganda. Di modo che, tranne la maggior parte dell’America meridionale, già evangelizzata dai primi missionari portoghesi e spagnoli, e tranne i paesi cattolici dell’Europa, tutto il resto del mondo formò il campo di azione di questa gloriosissima e provvidentissima istituzione. |b| Così l’Asia, tutta per intero, l’Africa sia continentale che insulare, l’America del Nord, nonché alcuni isolati territori del Sud America, tutta l’Australia, la Nuova Zelanda e la Oceania insulare, compresa la Malesia, le Caroline, parte delle Filippine, ecc., costituirono fino all’anno 1909 il territorio di Propaganda fuori di Europa. In Europa poi rimasero fino alla detta epoca sotto la direzione di Propaganda, l’Inghilterra, la Scozia, l’Irlanda, la Danimarca, la Svezia, la Norvegia con l’Islanda e lo Spitzberg, la Diocesi di Gibilterra, l’Olanda e il Lussemburgo, la Turchia, la Grecia, l’Albania, la Rumenia, la Bulgaria, il Montenegro; e fino a pochi mesi indietro le Missioni di Sassonia e di Lusazia, quelle della Serbia di Banjaluca, di Erzegovina, Mostar, ecc.

|c| Per dimostrare quanto bene abbia saputo operare la Propaganda nei luoghi che le furono soggetti, e che oggi si trovano come gii altri paesi completamente cattolici, sottoposti al così detto «diritto comune», basta dare uno sguardo alla potente organizzazione cattolica che si è venuta sviluppando nei paesi medesimi, e che determinò appunto la Santa Sede a riconoscerli e dichiararli ormai così perfettamente evangelizzati, da sottrarli alle cure particolari della stessa Sacra Congregazione di Propaganda.

Gloria sublime della nostra Santa Chiesa questo slancio generoso, illimitato del missionario cattolico, che dimentico di sé e di tutto, sacrifica lietamente, felice e sereno, gli affetti più cari, gli anni più belli della sua gioventù, gli onori, le ricchezze, la salute, la stessa sua vita, per correre ove sono i fratelli lontani che egli non conosce e che non conoscono lui, ma che hanno assoluto bisogno di conoscere Iddio, la Via, la Verità, la Vita, a cui egli si propone appunto di guidarli per la salute eterna delle loro anime.

François-René de Chateaubriand Génie du christianisme, Partie 4, Livre 4, Chapitre I «Ecco – scrive l’autore del «Genio del Gristianesimo», – ecco una di quelle grandi idee le quali non appartengono se non solamente alla religione cristiana. Ai culti idolatri fu sconosciuto quel divino entusiasmo che anima l’apostolo del Vangelo. Neanche i filosofi antichi abbandonarono mai i portici d’Academo e le delizie di Atene per seguire un sublime impulso che li traesse ad incivilire il selvaggio, a istruire l’ignorante, a curare gli infermi, vestire i poveri, portar la concordia e la pace fra le nazioni nemiche: le quali cose tutte i religiosi cristiani le fecero e le fanno ancora continuamente. I mari, le tempeste, i ghiacci del polo, i calori del tropico, /24/ |a| nulla può trattenerli; essi vivono con gli Esquimesi nelle loro pelli di vacca marina; si nutrono presso gli abitanti della Groenlandia con olio di balena; in compagnia del Tartaro e dell’Irochese scorrono le solitudini; cavalcano il dromedario dell’Arabo, ovvero seguono il Cafro errante nei deserti infuocati; il Cinese, l’abitatore del Giappone, l’Indiano diventano loro neofiti; non v’è isola o scoglio dell’Oceano che sia sfuggita al loro zelo: e come in altri tempi mancavano i regni all’ambizione di Alessandro, così la terra viene meno alla carità di costoro».

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II.

Missioni oggi soggette alla S. C. di Propaganda.

Una delle iniziative della Commissione per i festeggiamenti del Terzo Centenario di Propaganda è stata quella di redigere |b| in quest’anno l’elenco esatto delle Missiones Catholicae, con tutte le indicazioni storiche e statistiche di ciascuna Missione. A questa opera rimandiamo quindi quelli tra i nostri lettori che desiderassero conoscere meglio lo stato attuale delle Missioni soggette a Propaganda. Non crederemmo però completa questa nostra modestissima monografia, se non indicassimo i nomi almeno di queste Missioni di Propaganda; e ne riportiamo quindi l’elenco esatto qui appresso.

Rileviamo che, dall’epoca in cui il Pontefice Benedetto XV eresse la nuova S. C. Pro Ecclesia Orientali (1 maggio 1917), restarono sottratte alla giurisdizione di Propaganda, e soggette alla detta nuova S. C. tutte le Missioni di Rito Orientale: di queste perciò non parleremo.

Stimiamo poi utile premettere all’elenco sopra indicato delle Missioni di Propaganda, qualche breve cenno riguardante il sistema in uso presso la medesima S. C., per la formazione e lo sviluppo delle Missioni stesse affidate alle sue cure.

Quando trattasi di cominciare l’opera di evangelizzazione di un determinato territorio, la Propaganda comincia col delimitarlo. Per lo più avviene che in territori di Missioni già preesistenti una parte dei medesimi, perchè eccessivamente estesi, rimane per qualche tempo abbandonata, o per lo meno poco assistita. Si delimita dunque questa determinata parte del territorio, per lo più in accordo con le delimitazioni civili; e vi si mandano dei |c| nuovi missionari perchè, sotto la direzione del Superiore ecclesiastico di tutto l’intero territorio, comincino ad apprendere la lingua ed i costumi locali, esercitino man mano il sacro ministero, e vengano così formando nella parte loro assegnata un nuovo centro di evangelizzazione. Quando in esso le opere missionarie sono almeno inizialmente costituite, si distacca definitivamente dal rimanente territorio formandone una Missione separata, affidandola ad un Superiore di Missione a cui si concede la giurisdizione ordinaria con tutte le facoltà spirituali necessarie ed opportune. Procedendo lo sviluppo della nuova Missione, questa si erige in Prefettura apostolica; ed il suo capo assume il titolo, la dignità e i privilegi di Prefetto Apostolico. La Prefettura diviene poi a suo tempo Vicariato Apostolico; ed in tal caso quasi sempre al suo capo, che prende il titolo di Vicario Apostolico, /25/ |a| viene conferito il carattere vescovile, nominandosi Vescovo di una sede titolare (cioè di una di quelle sedi che un tempo furono residenziali, e che ora sono nelle mani o degli eretici o degli scismastici, e conservano soltanto il titolo primitivo). Aumentando infine lo sviluppo spirituale del Vicariato apostolico, questo viene eretto in Diocesi propriamente detta, quindi in Arcidiocesi: formandosi così e costituendosi perfettamente nelle regioni evangelizzate la Gerarchia ecclesiastica. Quando poi in una determinata regione esistono più Diocesi od Archidiocesi e la Gerarchia vi è sufficientemente costituita, si suole dalla Santa Sede nominare per quella regione stes- |b| sa un Delegato Apostolico, al quale viene affidata la vigilanza generale di tutto il movimento cattolico della regione; ed ivi risiede quale rappresentante diretto della Santa Sede Apostolica.

Elenco delle Missioni attualmente soggette alla S. C. di Propaganda Fide.
Europa.

Sono soggette alla Sacra Congregazione di Propaganda: I tre Vicariati Ap. di Svezia, di Norvegia e Spitzberg e di Danimarca e Islanda, nonché i due nuovi Vicariati Ap. di Finlandia e di Siberia. Il V. A. della Germania settentrionale; la Prefettura Ap. dello Schlewig-Holstein.

L’Abbazia di San Maurizio di Agaune, in Svizzera e la Diocesi di Gibilterra.

L’Albania, con la sua Delegazione Ap. recentemente eretta, e le due Archidiocesi di Scutari e di Durazzo; le tre Diocesi di Alessio, Pulati e Sappa, nonché l’Abbazia di Sant’Alessandro dei Mirditi.

Il Montenegro con l’Archidiocesi di Antivari.

In Grecia: le tre Archidiocesi di Atene, Corfù Zante Cefalonia, e Naxos Tine Micone; e quattro Diocesi: Sira, Santorino Chio o Scio, e Candia.

In Bulgaria: la Diocesi di Nicopoli e i V. A. di Sofia e Filippopoli.

In Rumenia: l’Archidiocesi di Bukarest e la Diocesi di Jassi.

Dipendono pure da Propaganda il V. A. di Costantinopoli e le Missioni Latine di Macedonia, e la Pref. Ap. di Rodi.

Asia.

In Asia tutte le Missioni latine, eccettuato il territorio detto del Padroato (cioè le Diocesi di Macao, di Goa, Damao, Coccino e S. Tommaso di Meliapor) sono dipendenti dalla S. C. di Propaganda.

Così le Missioni latine di Siria e di Palestina, compresa la Custodia di Terra Santa e il Patriarcato Latino di Gerusalemme; la |c| Archidiocesi di Smirne e il V. A. dell’Asia Minore; le Diocesi latine di Bagdad e di Ispahan ed il V. A. di Arabia o di Aden.

In India, oltre alla Delegazione Apostolica si contano: otto Archidiocesi: Agra, Bombay, Calcutta, Colombo, Madras, Pondchery, Verapoly e Simla. – 21 Diocesi: Aimere, Allahabad, Trichinopoli, Mangalore, Poona, Patna, Dacca, Krisnagar, Galle, Jaffna, Kandy, Trincomalie, Hyderhabad, Nagpur, Vizagapatam, Coimbatore, Kumbakonam, Mysore, Malacca, Quilon, Labore. – 2 Prefetture Ap.: Assam e Kafiristan e Kashmir.

Nell’Indocina, oltre la Prefettura Ap. di Lang-Son o Cao-bang, sedici Vicariati apostolici: Birmania Sett., Birmania Or. e /26/ |a| Birmania Merid, Cambogia, Cocincina Or., Cocincina Sett., Cocincina Occ., Laos, Siam, Tonkino Mer., Tonkino Centr., Tonkino Marittimo, Tonkino Orient., Tonkino Sett., Tonkino Occ, Tonkino Superiore.

In Corea i tre Vicariati Ap. di Seoul, Taikou, Wonsan.

In Giappone, oltre la nuova Delegazione Apostolica, dipendono da Propaganda: l’Archidiocesi di Tokyo, le tre Diocesi di Hakodatè, di Nagasaki e di Osaka; e le cinque Prefetture Ap., di Nijgata, Formosa, Shikoku, Sapporo e Nagoja.

Nella Cina si contano ben 54 immensi Vicariati cioè: Amoi, Canton, Ce-Kiam Or., Ce-Kiam Occ, Pekino, Ce-lì Merid.-Occ, Ce-lì Merid.-Or., Ce-lì Or., Ce-lì Centr., Celì Marittimo o Tientsin, Hong-Kong, Fokien, Honan Sett., Honan Mer., Honan Occ, Honan Or., Hu-nan Sett., Hu-nan Merid., Hu-pè Or., Hu-pè Occ. Sett, Hu-pè Occ. Meridionale, Kan-su Occid., Kan-su Orient., Kiou-kiang, Kingan, Kan-chow, Kuangtong Occ ed Hainan, Kien-tchang, Kuam-si, Kui-ceu, Manciuria Sett., Manciuria Mer., Ninghia, Mongolia Or., Nan-kin, Ngan-hoei, Scen-sì Sett., Scen-sì Centr., Scen-sì Merid., Scian-si Sett., Scian-si Meridionale, Scian-ton Sett., Scian-ton Mer., Scian-ton Or., Se-Ciuen Sett. Occ., Se-Ciuen Or., Se-Ciuen Mer., Shiu-khow, Souei-yuen, Swatow, Tchagar, Thibet, Yukiang, Yun-nau.

Due Prefetture Ap. di Lang-Long e di Tatung-fu; infine una Missione detta della Mongolia esteriore.

Africa.

Nell’Africa sia continentale che insulare la Propaganda conta, oltre le Diocesi di Saint Denis, di Porto Luigi e di Porto Vittoria, 57 estesissimi Vicariati e 28 Prefetture; più la nuova Missione di Cunene.

I Vicariati Ap. sono i seguenti: Alessandria, Delta del Nilo, Marocco, Galla; – Congo Superiore, Stanley Falls, Leopoldville, Nuova Anversa, Kassai Superiore; – |b| Congo francese sup., Costa d’Avorio, Dahomey, Diego Suarez, Fianarantsoa, Fort-Dauphin, Gabon, Loango, Bamako nel Sudan francese, Ouaghadougou nel Sudan francese, Senegambia, Tananarive, Antsirabè, Guinea francese; – Bangueolo, Batusoland, Capo di Buona Speranza Occ, Capo di Buona Speranza Or., Costa di Benin, Costa d’Oro, Fiume Orange, Kenia, Khartum, Kimberley, Natal, Nilo Superiore, Marianhill, Nyassa, Shirè, Sierra Leone, Transwaall, Zanzibar, Uganda, Bahr-el-ghazal, Mgeria Mer., Mgeria Occ., – Libia; – Fernando Poo, Bagamojo, Camerun, Dar-es-Salam, Kilimangiaro, Ruanda, Urundi, Tanganica, Togo, Unianembè, Vittoria Nyanza.

Le Prefetture Ap.: Capo di Buona Speranza Centr., Zululand, Nigeria Or., Transwaal Sett., Zambese, – Kaffa, Liberia, Katanga, Katanga Sett., Koango, Matadi, Ubanghi Belga, Uellè Occ., Uellè Or., – Ghardaia in Sahara, Isole di Mayota, Korogo, Gibuti, Senegal, Ubanghi-chari, – Benadir, – Kubango in Angola, Congo Inferiore, – Adamaua, Cimbebasia, Lindi, Nemaqualand, Iringa.

America Settentrionale.

Nell’America Settentrionale oltre la Prefettura Ap. di San Pietro e Miguelon la Propaganda ha 9 Vicariati Apostolici, cioè: Alaska, Carolina Sett., Keewatin, Makenzie, Athabaska, Golfo S. Lorenzo, Yukon e Prince Rupert, Ontario Superiore, California Inferiore.

America Centrale.

Nell’America Centrale oltre all’Archidiocesi di Porto di Spagna e alle tre Diocesi di Roseau, di Guadalupa e di Martinica, dipendonoda Propaganda altri 7 Vicariati Ap. che sono: Curaçao, Giamaica, Honduras inglese, Limon, S. Pietro Sulan, Vera Paz e Peten, Bluefields.

America Meridionale.

Nell’America Meridionale 18 Vicariati Ap. e 12 Prefetture.

I Vicariati sono i seguenti: Magellano, Patagonia Sett., El Beni, Chaco, Antofagasta, Tarapaeà, Casanare, Goajira, Piani di San Martino, Canelos e Macas, Mendez e Gualaquiza, Napo, Zamora; Guiana Inglese, Guiana Olandese; Urubamba, S. Leone delle Amazzoni; Caroni.

Le Prefetture sono: Solimoes Superiore, Rio Negro, Teffè; Araucania: Arauca, Caquetà, Chocò, Urabà, Tierradentro; Guiana Francese o Cajenna: Ucayali, S. Gabriele del Maranon.

Oceania.

In Australia sono già erette 6 Archidiocesi: Adelaide, Brisbane, Sydney, Hobart, Perth, Melbourne.

13 Diocesi: Port-Augusta, Pori-Victoria, Geraldton, Rockampton, Ballarat, Sale, Armidale, Bathurst, Goulburn, Lismore, Maitland, Wagga-Wagga, Vilcannia-Forbes.

2 Vicariati Ap.: Cooktown e Kymberley d’Australia.

Una Abbazia detta di Nuova Norcia ed una Missione: Drisdale-River.

Nella Nuova Zelanda una Archidiocesi: Wellington; e le tre Diocesi di: Auckland, Christchurch, Dunedin.

/27/ |a| In Malesia i tre Vicariati Ap. di: Batavia, Borneo Olandese e della Sonda; e le tre Prefetture di Labuàn, Sumatra e Celebes.

Nella Polinesia la Propaganda ha eretto 14 Vicariati Apostolici e 3 Prefetture, senza contare la Prefettura di Palawan, nelle Filippine ed i Vicariati Apost. di Guam e delle Marianne-Caroline.

I Vicariati Ap. della Polinesia sono i seguenti: Arcipelago dei Navigatori, Isole Fidgi, Isole Gilberts, Isole Marshall, Isole Marchesi, Nuove Ebridi, Sandwich, Salomoni Merid., Nuova Pomerania, Nuova Guinea Inglese, Nuova Guinea Olandese, Nuova Caledonia, Oceania Centrale, Tahiti.

Le Prefetture Ap., sono le seguenti: Saiomoni Sett., Terra di Guglielmo Or., Terra di Guglielmo Occ.

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III.

Gli Ordini e gli Istituti religiosi nelle Missioni.

È doveroso riconoscere che se la S. C. di Propaganda, ha potuto così largamente tradurre in atto il grandioso disegno della evangelizzazione del mondo pagano e della restaurazione del mondo-cristiano infestato dallo scisma e dalla eresia, questo si deve per la più grande parte allo zelo, alla abnegazione, allo slancio degli Ordini e degli istituti religiosi, sia maschili che femminili. (1).

|b| E qui non basterebbe una biblioteca per poter far conoscere pienamente tutte le benemerenze di questi incliti campioni della nostra Fede e della nostra Religione, benemerenze che per molti di essi risalgono anche ad epoche antecedenti alla Sacra Congregazione di Propaganda. Soltanto per ricordarne i nomi gloriosi occorrerebbero dei volumi.

Ci limiteremo pertanto ad elencare in due grandi gruppi:

A) Gli Ordini e le Congregazioni religiose più benemerite delle Missioni.

B) I nomi di alcuni dei più insigni Missionari dati da questi stessi Ordini ed Istituti religiosi.

Seguiremo, per la prima parte, le ultime statistiche pubblicate dall’Arens, introducendovi qualche lieve modificazione; per la seconda parte trascriveremo alcuni dei nomi che ci vennero sott’occhi sfogliando le più recenti relazioni inviate alla Propaganda dalle diverse Corporazioni Religiose, aventi Missioni; dispiacenti di non potere di tutte e singole dare quelle notizie che pure avremmo desiderato: ciò che ci è stato impedito dalla ristrettezza del tempo assegnatoci per la compilazione della presente monografia.

A) Ordini ed Istituti Religiosi più benemeriti delle Missioni.
a) Ordini ed Istituti Religiosi prima del 1800:

Benedettini (secolo VI). Evangelizzarono (sec. VIII, IX e X) la più gran parte dell’Europa Centrale e Settentrionale. Quindi nel secolo XVI l’America Meridionale.

Al presente, lavorano nelle Missioni soltanto alcune delle Congregazioni Benedettine più recenti, e sono le seguenti:

Congregazione Svizzera (1602), lavora nella Prefettura Ap. di Lindi.

Congregazione Brasiliana (1828), lavora nel Rio Branco.

Congregazione Cassinese P. O. (1872), Missioni nel Transwaal Settentrionale e in Australia. – Collaborazione in Argentina e in Palestina. – Missionari circa 60.

Congregazione Americana-Elvetica (1881) e Americana-Cassinese (1855), lavorano fra gli Indiani dell’America.

Congregazione di Sant’Ottilia (1887), Missioni in Corea e nello Zululand, oltre 30 Missionari.

Congregazione Americana Settentrionale (1881), Missione della Carolina Settentrionale.

|c| Congregazione Belga (1920), Missione nel Katanga, circa 15 Missionari.

Premostratensi (1120), Missioni nel Congo belga; collaborazione nel Madagascar, Missionari circa 30.

Carmelitani Scalzi (1156-1568), Missioni nelle Indie, Siria, Mesopotamia, Colombia, Missionari circa un centinaio.

Trinitari (1198), Missioni già in Algeri, ora nel Benadir, circa 8 Missionari.

Minori Francescani (1209), Missioni in Cina, Giappone, S. U. America, Africa, Egitto, Siria, Palestina, Rodi; collaborazione in Turchia, Albania, Bosnia e Montenegro, Missionari circa 1219 (959 sac., 290 laici).

Conventuali (1209), Missioni in Rumenia e in Turchia; Missionari 110.

Silvestrini (1231) Missioni nel Ceylan con 15 Missionari.

Serviti (1233-1240), Missioni già in Boemia; Nuova Missione nello Swaziland e nel Brasile; Missionari circa 20.

Domenicani (1216), Missioni in Cina, India, Giappone, Africa, America; collaborazione in Turchia, Palestina, Asia Minore, Grecia, Mesopotamia; Missionari oltre 500.

Agostiniani (1256), Missioni in Cina, nelle Filippine, nel Marocco, nell’America; Missionari circa 130.

Teatini (1524), ebbero Missioni in Oriente, nella Colchide, in Goa, Malacca e nel Borneo fino al secolo XVIII.

/28/ |a| Cappuccini (1525), Missioni in India, Arabia, Siria, Asia Minore, Africa, America Meridionale, Guam, Creta; collaborazione in Turchia, Bulgaria, Grecia, Mesopotamia; Missionari 1053 (771 sacerd., e 282 laici).

Barnabiti (1633), nel secolo XVIII ebbero Missioni nell’Impero Barmano.

Gesuiti (1540), Missioni in Giappone, Cina, India, Africa, Stati Uniti, America Meridionale, Malesia; collaborazione in Albania, Canada, Messico, Giamaica; Missionari 1879 (sac. 1266, scol. 189, laici 424).

Agost. Recolletti (1622), Missioni nelle Filippine e in Casanare; Missionari 538.

Lazzaristi (1625), Missioni in Cina, Africa e in America; collaborazione in Persia, Siria, Asia Minore, Egitto, Macedonia, Filippine; Missionari circa 650.

Eudisti (1643), Missioni nel Canada, Golfo di San Lorenzo; Missionari 15.

Trappisti (1664), collaborano nel Giappone, nella Cina, Asia Minore, Palestina, Congo belga.

b) Congregazioni moderne:

Compagnia di Maria di Monfort (1705), Missioni in Africa; collaborazione in Danimarca, Islanda, nell’America Meridionale e nelle Antille; N. 77 Missionari.

Passionisti (1725), Missioni in Bulgaria e nel Maranon; N. 75 Missionari.

Oblati di Annecy (1833), Missioni nelle Indie.

|b| Redentoristi (1782), Missioni nel Congo Belga, nel Surinam e nell’America Centrale e merid.; collaborazione nelle Filippine e in Australia e in Danimarca; Missionari, complessivamente, 573 (sac. 356, laici 217).

Congregatio Sacrorum Cordium Iesu et Mariae necnon adorationis perpetuae Sanctissimi Sacramenti altaris, fondata nel 1800 e approvata nel 1817 da Pio VII, prende il suo nome dalla Rue Picpus di Parigi. Rivolta all’azione missionaria, agì principalmente in Oceania. Congregazione dei SS. Cuori di Picpus (1805), Missioni in Hawai, Tahiti, Is. Marchesi, Nuova Guinea; Missionari circa n. 90.

Oblati di Maria Immacolata (1816), Missioni in India, Africa e Canada; collaborazione in Colombia; Missionari circa n. 440.

Maristi (1816), Missioni nell’Oceania Ins. e Nuova Zelanda; collaborazione in Australia, Stati Uniti e Messico; Missionari circa n. 400.

Pallottini (1835), Missioni in Australia e Capo di Buona Speranza. Al presente pochi Missionari.

Resurrezionisti (1836), lavorano nei Balcani. Al presente 5 Missionari e alcuni fratelli laici.

Padri della Santa Croce (1839), Missione di Dacca (India); Missionari circa n. 15.

Sacerdoti di Sant’Edmondo (1842), lavorano negli Stati Uniti.

Figli del Cuore Immacolato di Maria (1849), Missioni in Fernando Poo e in Colombia; circa 80 Missionari (sacerd. 51, laici 29).

|c| Assunzionisti (1845), lavorano in Palestina, Turchia, Asia Minore, Grecia, Bulgaria; circa n. 100 Missionari.

Missionari di N. Signora della Salette (1852), Missione in Antsirabè; circa 20 Missionari.

Missionari del Sacro Cuore (1854), Missioni nella Nuova Guinea, Nuova Pomerania e Oceania Ins.; collaborano nell’Australia e nelle Filippine; circa 266 Missionari (sac. 172 e laici 94).

Salesiani (1859), Missioni in Cina, Brasile, Equatore; collaborano in Turchia, Asia Minore, Palestina, Sud-Africa, Filippine, Patagonia; 407 Missionari.

Oblati di Troyes (1871), Missione del Fiume Orango, in Africa; collaborazione in Grecia; circa 10 Missionari.

Giosefiti (1872), lavorano negli Stati Uniti per gli Indiani e Messicani.

Giuseppini (Pia Società di San Giuseppe) (1873), Missione del Napo; pochi Missionari.

Salvatoriani (1881), lavorano negli Stati Uniti.

Preti del Sacro Cuore (1877), Missioni in Africa e in Finlandia; collaborazione nella Scandinavia; Missionari oltre 40.

/29/ |a|

e) Ordini e Congregazioni esclusivamente per le Missioni:

Sacerdoti di N. S. Di Sion (1842), lavorano nella Palestina.

Congregazione dello Spirito Santo e del Cuore Immacolato di Maria (1848), Missioni in Canada, Senegal, Guinea francese, Congo, Madagascar, Réunion, Brasile; collaborazione negli Stati Uniti, circa 573 Missionari (sac. 426, laici 147).

Congregazione del Cuore Immacolato di Maria di Scheut (1860), Missioni in Cina, Congo Belga; collaborano nelle Filippine e nella Palestina; 402 Missionari.

Missionari di N. S. di Africa (Padri Bianchi) (1868), Missioni numerose nel Sudan e nell’Africa Equatoriale; collaborazione in Palestina; 505 Missionari.

Società del Verbo Divino di Steyl (1875), Missioni in Cina, Giappone, Nuova Guinea, Malesia; collaborazione nelle Filippine, Mozambico, Stati Uniti e Brasile; 246 Missionari.

Missionari di Mariannhill (1880), Missioni nel Sud Africa e Natal; Missionari circa n. 290.

Figli del Sacro Cuore di Gesù – Verona (1885), Missioni nel Sudan, Karthum, Barel-Gazai; collaborazione in Egitto; circa 80 Missionari.

Compagnia della Sacra Famiglia (1895), lavorano in Santarem, nel Brasile.

Benedettini di S. Ottilia, vedi: Benedettini.

d) Fratelli Europei nelle Missioni:

Fratelli delle Scuole Cristiane (1680), collaborano in India, Indocina, Africa, Stati Uniti, Siria, Palestina, Asia Minore, Turchia, Grecia e Balcani.

Fratelli di San Gabriele (1705-1835), lavorano in Egitto, in Africa e nell’India.

Christian Brothers (1802), nell’India e nell’Africa.

|b| Fratelli della Carità (1807), lavorano nel Congo Belga.

Fratelli di San Patrizio (1808), lavorano nelle Indie.

Piccoli Fratelli di Maria (1817), lavorano nei Balcani, Turchia, Grecia e Siria, nelle Indie, Cina, Africa e Oceania Insulare.

Marianisti (1817), lavorano in Giappone, nel Marocco e nelle Isole Hawai.

Figli della Istruzione Cristiana di Lamennais (1819): lavorano in Egitto, negli Stati Uniti, Canada, Haiti e Thaiti.

Fratelli della Sacra Famiglia (1835), lavorano nell’Africa.

Fratelli di San Luigi Gonzaga (1840), lavorano nelle Indie Olandesi.

|c| Fratelli di Tilburg (1844), lavorano nel Curacao e nel Surinam.

Fratelli di San Francesco (1896), lavorano nelle Indie.

e) Istituti del Clero secolare per le Missioni:

Società delle Missioni Estere di Parigi (1663), Missioni in Giappone, Corea, Cina, Indocina, Cambogia, e Indie; circa 1180 Missionari.

Istituto delle Missioni Estere di Milano (1850), Missioni in Cina e in India; circa 130 Missionari.

Sem. delle Missioni Africane di Lione (1856), Missioni nella Liberia, Costa d’Avorio, Costa d’Oro, Dahomey, Benin, Nigeria, /30/ |a| Delta Nilo; collaborazione negli Stati Uniti; circa 200 Missionari.

Società di S. Giuseppe di Mill Hill (1866), Missioni nel Labuan, India e Africa; collaborazione nelle Filippine, Nuova Zelanda, Stati Uniti; circa 210 Missionari.

Seminario S.S. A.A. Pietro e Paolo (18671870), una Missione nella Cina; circa 12 Missionari.

Società di San Giuseppe di Baltimora per i Negri (1892), lavorano negli Stati Uniti; circa 66 Missionari.

Istituto San Francesco Saverio per le MM. EE. – Parma (1895), Missioni in Cina; circa. 18 Missionari.

Istituto, della Consolata per le MM. EE. Torino (1900), Missioni nel Kenia e nel Kaffa; oltre 60 Missionari.

Istituto dei Missionari di S. Carlo per gli Italiani emigranti, fondato da Mons. Scalabrini, Vescovo di Piacenza (1888-1908); assiste gli emigranti nei viaggi e nei luoghi di immigrazione.

Sem. Maryknoll (1911), Missioni in Cina; collaborano negli Stati Uniti; oltre 30 Missionari.

Sem. di Maynooth per la Cina (1917), una Missione nell’Hupè. Primo nucleo di 16 Missionari.

Sem. di Almonte (Canadà) (1919), incipiente.

|b| Semin. di Burgos (Spagna) (1919), incipiente.

Semin. di Immensee (Svizzera) (1920), incipiente.

Scuola Apostol. del S. Cuore in Duoenta (1921), incipiente.

Le Istituzioni Femminili per le Missioni.

Le Istituzioni Femminili per le Missioni sono in numero di 170. Di queste, sei sono formate da Ordini Religiosi: Benedettine, Clarisse, Carmelitane, Orsoline, Trappistine, Visitandine; le altre sono semplici Congregazioni femminili; di cui: 57 sono nate in Francia, 17 in Italia, 14 in Germania, 9 in Olanda, 5 in Inghilterra, 5 nel Belgio, 5 nella Spagna, 3 in Austria, 3 nella Svizzera, 3 nell’Irlanda, 1 nella Slovacchia. Negli Stati Uniti 24, 15 nel Canada, 1 nel Messico, 1 nel Cile e una in Colombia.

Benché gli Orientali non dipendano attualmente da Propaganda, stimiamo conveniente, per completare l’elenco degli Istituti religiosi benemeriti delle Missio- |c| ni, di enumerare anche i più importanti fra. gli Istituti religiosi Orientali; e sono:

Le Congregazioni di Sacerdoti Orientali sono: gli Antoniani, I Basiliani, i Mechitaristi, i Servi dell’Immacolata Vergine, la Congregazione di Sant’Efrem, la Società di San Paolo per le Missioni, la Congregazione Malabarica dei Carmelitani.

Dei Fratelli indigeni Orientali, 9 Congregazioni lavorano nelle Indie, 2 nella Cina e piccoli gruppi in Africa e in Oceania.

Degli Istituti di Suore indigene Orientali 3 lavorano nei Balcani, 7 nell’Oriente, oltre 30 nell’India, circa 14 nella Cina, 4 nelle Filippine, 4 in Africa, 2 in Oceania, 2 negli Stati Uniti; e cominciano a formarsi nel Giappone.

B) I Missionari, religiosi, più illustri di Propaganda.
Dal 1622 al 1700.

I Carmelitani ricordano, fra i tanti, in questo secolo i seguenti Missionari: P. Bernardino di S. Giuseppe; P. Nicola di S. Caterina in Olanda; P. Simone Stok in Inghilterra; P. Edoardo De’ Re e Paolo di S. Ubaldo in Irlanda; in Persia i PP. Paoloo Simone Rivarola, Vincenzo di S. Francesco, Basilio di S. Francesco, Filippo della Trinità, Dismas della Croce e Ignazio di Gesù; nella Siria e nella Palestina i PP. Prospero dello Spirito Santo e Celestino di S. Liduvina; nelle Indie i PP. Leandro dell’Assunzione, Domenico di S. Nicola, Giacinto di San Vincenzo, Giuseppe Sebastiani e Matteo di San Giuseppe; in Cina e nella Mongolia i PP. Ludovico Franc. della Madre di Dio, Pietro Paolo di San Francesco, Rinaldo M. di San Giuseppe, Gottardo di Santa Maria. I Padri Trinitari: Giovanni Gabero, Bar- /31/ |a| tolomeo Serrao, Cristoforo Redonda, Emanuele Serrano, Ludovico Morejon, Diego di San Bernardo, Andrea di San Giuseppe, Diego Pacheco, Antonio Espinola: tutti nell’Africa.

I Francescani: Antonio di Santa Maria in Cina; Antonio da Virgoletta in Africa, Emanuele di San Matteo nell’India, Pietro Espallar nelle Filippine.

I Conventuali: il P. Andrea Ridolfi in Costantinopoli, Vito Paluzzi e Angelo Petricca nella Moldavia.

I Domenicani: Giacomo Goar, Giovanni Garda in Oriente, Tommaso Serra, Gregorio Lopez, Giovanni Morales, Ferdinando Navarrette in Cina, Matteo Avenido in Armenia, Raimondo Breton in America.

I Teatini commemorano: il P. Pietro Avitabile in Georgia; i PP. Monti e Marsi nella Colchide; il P. Francesco M. Leccese e i PP. Ventimiglia e Gallo nell’Asia e nel Borneo.

I Cappuccini: Giuseppe di Carabantes in America, San Giuseppe da Leonessa e Gabriele Chinov in Oriente, Bonaventura di Carriglio, G. Ant. Cavazzi, Girolamo Merolla, Antonio Zucchelli, Dionisio Maneschi, Dionisio Carli, Angelo da Valenza, Francesco da Pamplona, tutti nel Congo; Serafino di Leon, Francesco D’Angers, Giuseppe da Parigi nel Marocco e in Sierra Leone.

Il numero più grande dei Missionari in questo secolo è forse dato dai Gesuiti. Citiamo i più importanti: in Oriente, P. Stanislao D’Andria, Giuseppe Besson, Antonio Verjus, Francesco Ottaviani; in Cina, P. Michele Ruggieri, Matteo Ricci, Adamo Schall, Giacomo Rho, Ferdinando Verbiest, Nicola Trigault, Martino Martini, Alessandro de Rhodes, Lazzaro Cattaneo; nella Cambogia, il P. Rocha; nella Cocincina il P. Baudet; in India il P. Roberto de Nobili, romano, il P. Ruiz, il P. Glandorff; in Africa il P. Luigi |b| Azevedo, Emanuele Baradas, il P. Botelko, Giacomo Matos, Alfonso Mendez, Antonio Fernandez, Tommaso Barretto; in America, il P. Isaaco Jogues, Brassoni Francesco e Giacomo d’Avendano; nelle Isole Marianne il P. Pietro Casanova, Tommaso Cardenoso, Gerardo Bouvens, Padre Leroux e il P. Andrea Serrano nelle Filippine.

Nelle Filippine i Padri Recolletti: Agostino di S. Pietro, Giovanni di S. Antonio e Andrea D’Aguirre. Ma più che altro i Padri Recolletti si distinsero nell’America Centrale e Meridionale. I principali missionari sono: P. Matteo Delgado, Vincenzo Mallot, Giuseppe di S. Guglielmo, Giovanni Bonaventura, Giuseppe di S. Nicola, Cristoforo di San Giuseppe, Giovanni della Madre di Dio, Domenico di San Giuseppe, Cristoforo di Sant’Antonio, Nicola di S. G. B., Salvatore di San Nicola.

|c| I Lazzaristi ricordano: il P. Yves Laurence e il P. Luigi Guerin in Tunisia; nella Beozia il P. Francesco White.

I PP. delle MM. Estere hanno in questo secolo: il P. Pietro De Sesonnat in Oriente; Giacomo Jarrossier, Pietro Geffrard, Luigi Laneau e Guglielmo Leolerque nelle Indie; in Cocincina sono più numerosi: Lamhert de Lamette Pietro, il P. Vachet, Renato Forgette, Gabriele Mouchard, Giovanni Benaro e Carlo Gouges; Benigno Vachet.

Dal 1700 al 1800.

I Carmelitani Scalzi commemorano: in Oriente, i PP. Giuseppe Maria di Gesù ed Emanuele di S. Alberto; nelle Indie, i PP. Domenico del B. Giov. della Croce, Paolino Wesdin, Innocenzo della Presentazione, Fiorenzo di Gesù Nazareno, P. Franc. Saverio di Sant’Anna; in Cina, il P. Rinaldo di S. Giuseppe.

I Trinitari hanno numerosissimi missionari in Tunisi: Emanuele Diaz, Delamare Pietro, Devine Michele, Omora Giuseppe, Arostegno Pietro, Lopez Stefano, Moreni Pietro, Gomez Tommaso, Serrano Giuseppe, Emanuele Lopez, Marco Lorenco, Agostino Gontrezas, Francesco Ximenes, Giuseppe Gomez, Alfonso Martinez, Alvaro Lopez, Michele Rei, Alf. Zorrillo, Albisi Giovanni, Pietro Devega, Antonio Ibarondo, Pietro Fernandez, Biagio Iniesti; a Costantinopoli: Conrad Corrado, Statz Nicodemo, Kauffman Onorio, Riedl Giorgio, Ilbert Giovanni.

I Francescani hanno in America i Missionari: Gregorio Bolivar, P. Wheeland, Antonio Margil, Francesco Garces, Ludovico Hennepin; in Cina, il P. Basilio da Gemona e Mons. Bernardino della Chiesa, Vescovo di Pekino.

I Domenicani hanno pure nella Cina in questo secolo il P. Francesco Varo e il P. Francesco Diaz; in Guinea, il P. Goffredo Loyer, e in Maxivand il P. Pietro Martire.

/32/ |a| I Cappuccini enumerano: il P. Bocchini in Zante; il P. Francesco de Bris in Oriente; il P. Serafino da Cortona nella Guinea Meridionale; nelle Indie, il P. Michele Gonzales e il P. Giuseppe Bernini; nel Congo, il P. Andrea da Brugio, e nel Messico, Mons. Sieni Cirillo.

I principali Missionari Gesuiti in questo secolo sono: in Oriente, il P. Van Der Mans e il P. Brevedent; in Abissinia, il P. Verseau e il P. Calaea; in Egitto, il P. De Bernatt; in India, il P. Alexis, Francesco Corsi e Cristoforo Borri; nella Cina, il P. Nicola Longobardi, Giulio Aleni, il P. Massa, il P. Alvarez; nell’Oceania, il P. Cristoforo Ximenes, il P. Cuculino; nel Messico, il P. Francesco Saverio Clavigero, e nel Brasile, il P. Emanuele Correa.

I Barnabiti: Nell’Impero Barmano, i PP. Sigism. Calchi, Mons. Giov. Percoito, Mons. Gherardo Cortenoviz, Mons. Gaetano Mantegazza, Fr. Angelo Cappello, i PP. Vincenzo Casanova, Sebastiano Donati, Benigno Avenati, Melchiorre Carpani, Antonio Filiberto Re, Ambrogio Miconi, Fra Romualdo Bergonzi e i PP. Marcello Cortenoviz, Giuseppe Mazzucchelli Luigi Grondoria, Giuseppe Roveriz, Giuseppe D’Amato, Vincenzo Sangermano, Alessio Azimonti.

I Lazzaristi: In Siria: P. Pietro Fr. Viguier; in Cina, i PP. Luigi Ant. Appiani, Nicola Gius. Raux, Giov. Mullener, Paolo Filippo Pedrini; in Africa, i Missionari Lamberto Duchesne, Pietro Faroux, Carlo M. Poirier Dubourg, Arnoldo Bossu, Teodoro Groisell, Filippo P. Leroix, Claudio Cosson, Michele Renato Ferrand; nella Réunion, Daniele Renou, Luigi Criais, Pietro Gius. Teste, Carlo Contenot, Carlo Gius. Darthe.

Le MM. EE. di Parigi ricordano: in Oriente, Mons. Jalabert e il P. Renato Brunel; in India, il P. Pietro Brigot, Luigi Malhon, Francesco Bourgoing e Giovanni Maria Lambert; nella Cina, Giovanni Guerard, G. M. Moije, il P. Carlo Maigrot, Arturo Delionne e il P. De Martiliat; nella Cocincina, il P. Pigneau Pietro e Giovanni Battista Osier; nel Tonchino, P. Luigi Uez, Giacomo DeBourges, Giovanni Davoust, Pietro Faucher, Giacomo Longer.

Dal 1800 al presente.

Le recenti Congregazioni Benedettine ricordano in questo ultimo secolo fra i più insigni loro Missionari: Mons. Bernardo Ullathorne, Mons. Polding, Mons. Beda Vaughan e il celebre Mons. Salvado nell’Australia; nell’Isola di San Maurizio, il P. Collier.

I Silvestrini ricordano in questi ultimi anni, nel Ceylon: Mons. Giuseppe Bravi, Mons. Ilarione Sillani, Mons. Clemente Pagnani, il P. Emiliano Emiliani, il P. Leone Cingolani e l’Oblato D. Giovanni dei Conti Vistarini.

I Premostratensi: Giovanni De Sany, in Africa.

I Carmelitani: I PP. Bernardino di Santa Teresa, Carlo G. di Sant’Elia, Marcellino di Santa Teresa, Ferdinando di Santa Maria nelle Indie, P. Raimondo di San Giuseppe nel Messico.

|b| I Trinitari ricordano il P. Nicola Thompson, il P. Gabriele de S. Colonia e molti PP. Polacchi nel Caucaso; P. Gervasio Manoso in Tunisi, e nel Benadir il P. Leandro Barile.

I Francescani ricordano in Cina, il celebre P. Eligio Cosi; con i Padri Gioacchino Salvetti, Lud. Besi, Epif. Carlassare e Luigi Moccagatta; nell’America Centr. e Mer., i Padri: Plaza, Herrero, Fr. Sav. da Alday, Marco Donati, Fr. Lasuen e Franc. Garcia; in Africa il P. Raffaele da Castel de Vito; e nelle Filippine il P. Vittorino del Moral.

I Conventuali: I PP. Antonio Di Stefano, Gaetano Liverotti, Daniele Pietrobono, Fedele Dehm, Fr. Antonio Tasso, Giuseppe Salandari, Leone Kirinski: in Moldavia.

I Domenicani commemorano i PP. Tommaso Gentili, Mons. Gregorio Lopez, P. Giusto Aquilar, Giovanni Di Castro e Michele Di Bernardo, in Cina; i PP. Giovanni di Santa Croce e Giovanni di Arjona e Dionigi Morales nel Tonchino; Mons. Cambiaso, Mons. Marengo, in Oriente; Mons. Pietro Van Ewyk, Mons. Reynen, Mons. Joosten, Mons. Van Baarz, nelle Antille; in Armenia e in Mesopotamia i PP. Lanza, Garzoni, Merciai, Marchi e Bausa che fu poi Cardinale; i PP. Besson, Amanton, Lion, Duval e Rhetoré.

I Servi di Maria: i PP. Fouguet Bonaventura e Serafini Pellegrino, nelle Filippine; in Inghilterra, i PP. Morini, Borio e Stagni.

I principali Missionari Cappuccini in questo secolo sono nelle Indie, e fra questi il P. Hartmann Atanasio, Gaetano Carli, il P. Gius. Borghi, Ang. Fazio, Giulio Ces. Scotti, Ant. Pezzani e il P. Ignazio Persico, poi Cardinale; in Africa, il celebre Card. Massaia, P. Zenobio Benucci e il P. Fedele Surfer; nell’America Meridionale, il P. Stefano da Adoain; in Mesopotamia, Giuseppe de Burgos; in Sofia, Roberto Menini ed in Guam, Andrea Villa.

I Barnabiti: Nell’Impero Barmano, l’indigeno Andrea Coo e il P. Ignazio De Brito.

I Gesuiti ricordano: in Oriente, il P. Francesco Braconier e il P. Besnier; nelle Indie, il P. Teodoro Peters, Pietro de Smedt; e in Siria, il P. Massimiliano Ryllo; nell’Africa, il P. Finar, il P. Cazet, il P. Beyzym e il P. Costantino Lievens; in America, il P. Nicolò Rodriguez e Alexio Canoz; nell’Oceania, infine, il P. Cornelio Le Cog e Giovanni Heras.

I Lazzaristi: in Oriente, il P. Luigi Galdolfi, Vincenzo Spaccapietra, Augusto Bonetti, Giov. Claudio Vicherat, Giuseppe Doumerq, Eugenio Bore, Augusto Devin, Franc. Saverio Lobry, Franc. Leroy, Luigi Bel, Giovanni Baget; in Persia, Ambrogio Fornier, Giuseppe Darnis, Agostino Cluzel, Francesco Lesné, Giacomo Thomas, Giacomo E. Sontag; nella Cina, Mons. Nicola Rodriguez Pereira, Girolamo Gius. de Matta, Gaetano Pereira Pires, Giov. Batta. Torrette, Claudio Guillet, Fr. Alessio Rameaux, Giovanni Marziale Mouly, Franc. Tagliabue, Pietro Alfonso Favier, Luigi Gabriele Delaplace, Franc. Sav. Danicourt; in Algeri, Salvatore Cheriano, Giov. Franc. Cossat, Giovanni Lui- |c| gi Solinhac; alla Réunion, Pietro Nicola Roucher; in Abissinia, Giustino de Jacobis, Lorenzo Biancheri, Luigi Bel, Giovanni Marcello Touvier; negli Stati Uniti, Giuseppe Rosati e Giovanni Odin.

I principali Missionari delle MM. EE. di Parigi sono: nell’India, P. Giovanni Fourcade, P. Darras des Gourdins, P. Luonenan, P. Ligeon, Beurel, Renou, Charbonneaux Bonnard e Pallegoix; in Cina, P. Paolo Vial, Delamarre, Albrand, Jarrige, Perocheau Hamel e Gio. de Saint Martin; in Cocincina Carlo Gernot, il P. Colombert, P. Wibaux e Dourisboure; nell’Indocina, il P. Costante Prodhomme e il P. Verrolles; nel Tonchino, il P. Klingher, Le Page, Puginier, Retord e Serard; nel Giappone, il P. Giuseppe Ferrié e Giulio Cousin.

La Compagnia di Monfort ricorda: Mons. Pietro Alessandro Couperie, Vescovo di Babilonia, Mons. Giuliano Hillereau a Smirne; i PP. Rupin, Boulanger e Henry nell’isola di Haiti; nella Danimarca il P. Kerckoffs; nello Shire, il P. Prezeau; nella Liberia i PP. Sarré e Le Goff; e il P. Eugenio Moron, primo Pref. Ap. nei Piani di San Martino.

I PP. di Picpus ricordano i seguenti Missionari: in Tahiti, il P. Caret, Onorato Laval, Stefano Jansen e Verdier; nelle Marchesi, i PP. Baudichon, Dordillon, Martin, Trecton e Tounian; nelle Sandwich, il P. Alessio Bachelot, Abramo Armand, Patrizio Short, Mons. Maigrette e Mons. Rouchouze; in Molokai, il P. Damiano Deveustez.

I Passionisti: P. Francesco Ferreri, P. Giacomo Sperandio, P. Fortunato Ercolani, Mons. Giuseppe Molaioni, Mons. Angelo Parsi, Mons. A. Gius. Pluym, Mons. Ignazio Paoli, Mons. Ippolito Agosto, Mons. Enrico Doulcet, Mons. Leonardo di Baumbach, Mons. Giuseppe Palma, nei Balcani; il P. Domenico della Madre di Dio, P. Pietro di San Giuseppe, P. Serafino del Cuor di Gesù, in Inghilterra; il P. Raimondo della Passione il P. Giuseppe di Santa Fede, in Australia; il P. Antonio di San Pietro, P. Stanislao dell’Assunta, in America; il P. Gian Carlo di Sant’Anna, in Palestina.

I Redentoristi: il Ven. Pietro Donders, apostolo dei lebbrosi; Mattia Tulkens, Fr. Lohmeyer, il P. Romme, i due Vic. Ap. Swinkels e Wulnngh e i PP. Carinci, Groos e Iohannemann.

Gli Oblati di Maria Immacolata commemorano; nel Canada: Mons. Faraud, Mons. Grandin, P. Antoine, P. Camper, P. Ducot, P. Lacombe, P. Laverlochere, P. Seguin; nelle Indie: Mons. Borijean, Mons. Joulain, Mons. Semeria, P. Collin, P. Le Bescou, P. Pulicani; nell’Africa: Mons. Allard, Saughren Ant., e Matteo, Mons. Jolivet, P. Baudry, P. Gerard, P. Rolland.

I Maristi ricordano: Mons. Pompallier, Mons. Viard, i PP. Forest, Chatagner e Coguet nella Nuova Zelanda; Mons. Douarre e i PP. Forestier, Montrousier, e Frayasse nella Nuova Caledonia; Mons. Bertreux e il P. Forestier nelle Salomoni; Mons. Elloy e Mons. Broyer a Samoa; il P. Chevron e Mons. Lamase a Tonga; Mons. Bataillon nel- /33/ |a| le Wallis; i PP. Pionnier, Bréchéret e Mons. Vidal, nelle Nuove Ebridi e nelle Fidgi.

I Pallottini ricordano: Mons. Enrico Vieter, morto nel Cameroon nel 1914.

I Salesiani enumerano i loro più insigni Missionari nell’America Meridionale: Mons. Lasagna, P. Francesco Rodrato, Michele Unia, Rabagliati, il P. Tomatis, Mons. Lorenzo Giordano e Mons. Fagnano.

I Figli del Cuore Immacolato di Maria commemorano: in Africa, il P. Ciriaco Ramirez, F. Pietro Vallobera, P. Armengol Coll, P. Gioacchino Quanola, P. Francisco Salvadò, P. Isidoro Villa, P. Alessandro Sanz, P. Pietro Salas, P. Leone Gamia, P. Demetrio Galache; nella P. A. del Cuoco il P. Giovanni Gil e P. Agostino Quiroga.

Gli Assunzionisti commemorano il P. Giacomo Chilier, il P. D’Alson e il P. Vittorino Galabert.

I Padri della Salette: Mons. Bernard e il P. Berthier, nella Norvegia; e il P. Dantin, nel Madagascar.

I più illustri Missionari del Sacro Cuore sono: il P. Edoardo Bontemps, il P. Verjus, Mons. Navarre, il P. Audebert ed il venerando vegliardo Mons. L. Couppé.

I principali Missionari dei Resurrezionisti sono: nel Canada, i PP. Fulcken, Fennessy, Glowacki e Kloepher; nel Texas, i PP. Bakanowski e il P. Barzynski; in Bulgaria il P. Carlo Kaczanowski e il P. Brzeska.

I Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù ricordano: il P. Gabriele Grison e il P. Gabriele Lux, il P. Bonifacio Winz, Giovanni Kaiser, Bened. Fassbender, Anastasio Bitkau, Pla- |b| cido Justen, Michele Carton, Luca Barth, Pietro Germain. Lorenzo Wulfers e il P. Leone Farinelle, tutti nell’Africa.

I Salvatoriani ricordano: il P. Ottone Hopfenmüller e il P. Munzloher Angelo nell’Assam.

I PP. dello Spirito Santo commemorano i loro Miss.ri: Ms. Monnet, nel Madagascar; Paolo Libermann, nella Cayenna; il P. Laval, Apostolo dei Negri, come il P. Levavasseur; i PP. Gobes e Bessieux, nel Gabon, il P. Duparquet, Mons. Augouard e Mons. Jalabert.

La Congregazione di Scheut ricorda il P. Costante Deken, nel Congo; e nella Mongolia Mons. De Vos, il P. Rutjes, il P. Botty, il P. Guisset, Mons. Bax e il P. Bermyn.

La Società del Veroo Divino di Steyl ricorda i Padri: Giuseppe Freinademetz e Von Aurez Giov. Battista, nello Shantung.

I PP. Bianchi ricordano oltre il Card. Lavigerie, il P. Guillet, il P. Culbois, Mons. Hacquard, Mons. Hirth, P. Charbonnier, Bridoux, Gerboin, Toulotte, Mons. Bazin, P. Guerin, Lemaitre, Lechaptois, P. Girault.

I Figli del Sacro Cuore – Verona: Daniele Comboni, Apostolo dei Negri, P. Angelo Vinco, Giovanni Losi, Giovanni Beltrame; Mons. Francesco Sogaro, Mons. Antonio Roveggio, P. Angelo Colombaroli.

La Società di Mill Hill ricorda il Card. H. Vaughan; e Mons. T. Mayer, ausiliare di Madras.

L’Istituto delle Missioni Estere di Milano commemora: Mons. Biffi e Mons. Tornatore, Missionari nella Birmania, Mons. Raimondi e Mons. Volenteri nella Cina, e Mons. Caprotti di Hyderabad.

|c| L’Istituto della Consolata commemora il P. Enrico Manzon, morto nel Kenya nel 1912.

L’Istituto delle MM. EE. di Parma ricorda il P. Rastelli e il P. Eugenio Peler zi, ambedue Missionari nella Cina.

Le MM. Africane di Lione: Mons. Melchiorre De Marion Bresillac, Mons. Agostino Planque, Mons. Paolo Pellet, Mons. G. B. Kauss, P. Giordano Amai, Mons. Agostino Duret, P. Eugenio Borghero, Natale Baudin, Matteo Ray, Ferdinando Terrien, Teodoro Holley, Alessandro Dorgère, Antonio Lang, Carlo Zappa, Massimiliano Albert, PLuigi Dartois, Mons. Isidoro Klauss.

Ricordiamo infine Mons. Gregorio Antonucci, Mons. Giuseppe Passerini, P. Francesco Giurianelli, P. Tarquinio Tanganelli, Gioacchino Piazzalunga, Ignazio Salvadori, Cherubino de Romanie e Luigi Fabris del Seminario dei SS. Apostoli Pietro e Paolo (Cina e California).

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IV.

Opere di cooperazione missionaria.

Come si è detto precedentemente, il finanziamento delle Missioni nei primi due secoli dalla erezione di Propaganda, soleva effettuarsi per la più gran parte mediante le generose elargizioni di mecenati e di benefattori insigni della medesima Sacra Congregazione; mediante lasciti testamentari; mediante proporzionali contribuzioni dei più ricchi testatori. Dopo lo sconvolgimento prodotto nella no- /34/ |a| vella società dalla rivoluzione francese, questo finanziamento delle povere Missioni cominciò a sostenersi prevalentemente dalle collettività, dal popolo, dal modesto contribuente cristiano, che cominciò a sentire nel cuore più vivo lo stimolo della carità verso i missionari generosi che tutto lasciavano per Iddio; verso le suore caritatevoli e pure che consacravano alla salvezza degli infedeli le loro giovani vite; verso quegli stessi fratelli lontani ed ignorati che attendevano al di là dei mari l’annuncio salutare della parola di verità.

Così nacquero una dopo l’altra le «opere di cooperazione missionaria». Non è nostro compito quello di numerare esattamente tutte le opere di tale natura che sono venute formandosi man mano in seno alle diverse nazioni, e che hanno quindi uno scopo limitato e ristretto nell’ambito delle rispettive nazionalità. La brevità imposta a questa modesta monografia ce lo vieta. Daremo soltanto un solo cenno di quelle tra le opere missionarie che, quantunque nate in una o in altra nazione, hanno assunto e per la loro natura e per la ampiezza, della loro diffusione, il vero carattere di internazionalità, carattere tutto proprio delle opere grandi della Chiesa cattolica, e che corrisponde appieno alla natura esclusivamente internazionale della S. C. di Propaganda.

La prima di queste opere ausiliari delle Missioni, la più caratteristica e che forma quasi l’esponente di questa nuova forma di finanziamento delle missioni stesse, celebra appunto in questo anno il suo primo centenario, ed è la

Pia Opera della Propagazione della Fede.

Il testé defunto Sommo Pontefice Benedetto XV nella citata sua Enciclica Maximum illud, così raccomandava questa opera santa: «Desideriamo che in special modo sieno aiutate dalla generosità dei cattolici quelle opere che sono appositamente istituite a vantaggio delle Missioni: ed in primo luogo l’Opera della propagazione della Fede».

Questa Opera ebbe origine da una povera e modesta fanciulla lionese, chiama- |b| ta Pauline Marie Jaricot 1799-1862, dichiarata Venerabile nel 1963 Paolina Jaricot, che cominciò a raccogliere le piccole offerte delle operaie di una filanda, che ogni venerdì si ricordavano delle Missioni. La prima offerta di L. 1981,80 inviata al Seminario delle Missioni Estere di Parigi fu fatta nel 1822. L’opera si diffuse benedetta da Dio, benché combattuta e sospettata dagli uomini. Dopo una privata adunanza a Parigi di undici sole persone, si decise di costituire una Società generale in aiuto dell’apostolato cristiano di tutto il mondo, e si ebbe l’adesione di Paolina, la quale aggregò alla Società nascente i gruppi dei suoi aderenti già numerosi e fedeli. Vennero le approvazioni con indulgenze e privilegi innumerevoli dei Sommi Pontefici; e la pia Opera che nel primo anno di vita fruttava a bene dei vari Seminari di Missione oltre frs. 20.000, dieci anni più: tardi oltrepassò i 300.000 franchi; nel 1840 raggiunse quasi 2 milioni e mezzo; quattro milioni e mezzo nel 1860; nel 1900 sei milioni 848 mila e 700, nel 1918 otto milioni 5 mila e 704; e nel 1920 ben 14.227.716.

La Pia Opera della Propagazione del- |c| la Fede ha per iscopo di venire con le preghiere e con le elemosine, in aiuto di tutti i missionari cattolici senza distinzione, che vanno a portare la Fede e la civiltà in mezzo ai popoli infedeli.

Le preghiere imposte sono un Pater e un’Ave ogni giorno (basta applicare a questo fine, e una volta per sempre, il Pater e l’Ave dell’orazione della mattina o della sera), aggiungendovi ogni volta la invocazione: «San Francesco Saverio pregate per noi».

La elemosina è di cinque centesimi la settimana, o di L. 2.60 all’anno; e di L. 200 per chi desidera essere associato perpetuo.

Di fronte ad un contributo così tenue che può darlo anche un mendico, chi avrà coraggio di rispondere un no all’invito paterno del Pontefice Sommo che chiede, in nome della Chiesa di Gesù Cristo il più modesto obolo a favore delle Missioni lontane? Eppure, se tutti i cattolici del mondo offrissero questo meschino contributo, le Missioni cattoliche avrebbero ogni anno, oltre l’aiuto potentissimo della comune preghiera, un soccorso finanziario di 6 miliardi e cinquecentonovantadue milioni per il loro sostentamento e sviluppo!

L’opera è, di sua natura, diocesana: ogni Parrocchia perciò può e deve essere centro della medesima per tutti i rispettivi parrocchiani: niente quindi di più facile che ascriversi all’«Opera della Propagazione della Fede». (1).

L’Opera Apostolica

è la seconda, in ordine cronologico, delle Opere di cooperazione Missionaria, sebbene molto meno diffusa della precedente; e quantunque di origine francese può considerarsi come internazionale.

Quest’opera, posta sotto il patrocinio delle sante donne del Vangelo, fu fondata ad Orléans nel 1838 dalla Zoé Duchesne... Signorina Duchesne ed ebbe umilissimi principii. La fondatrice cominciò infatti a raccogliere nella propria casa delle pie donne che si occupavano a preparare biancheria per /35/ |a| le chiese di Missione e paramenti sacri per uso dei missionari. Presto si aprì un primo laboratorio nel quale, sotto la direzione della Duchesne, ogni settimana si adunavano donne di ogni condizione sociale a lavorare insieme per le Missioni. Approvata dai Sommi Pontefici, l’opera apostolica trasportò la sua Sede a Parigi ove oggi ha dodici laboratorii, e si diffuse poi in quasi tutte le città di Francia ed anche fuori di essa. Nel 1888, cinquantenario dell’opera, furono distribuiti alle Missioni: 835 pezzi di metallo, come calici, pissidi, ostensori, ecc.; 1085 paramenti completi per la messa; oltre 10.000 pezzi di biancheria; 60.000 oggetti di pietà, ed un numero grandissimo di indumenti per i missionari e i neofiti.

Quasi gemella è l’opera delle Chiese povere in Belgio benemerentissima delle sante Missioni.

Tutte le donne cattoliche, sia della Nobiltà che del popolo, possono, se vogliono, far parte di questa Opera Apostolica.

L’Opera della Santa Infanzia.

Una delle più geniali opere di beneficenza a favore delle Missioni, è quella detta della «Santa Infanzia», fondata da Conte Charles-Auguste-Marie-Joseph de Forbin-Janson 1785-1844, vescovo di Nancy e Toul e primate di Lorena Mons. Carlo Augusto di Forbin Janson, d’accordo con la Paolina Jaricot nel 1842.

È una grande associazione di fanciulli cattolici, che si propongono con la preghiera e con l’obolo della loro carità, di salvare la vita dei bambini idolatri abbandonati, procurando loro la grazia del santo battesimo e una educazione cristiana. L’associazione è posta sotto la protezione di Gesù Bambino. Gli associati recitano ogni giorno un’Ave Maria con la invocazione: «Santa Vergine Maria, pregate per noi e per i poveri fanciulli infedeli»; e fanno l’offerta di cinque centesimi ogni mese, o di sessanta centesimi all’anno. Chi offre una sola volta |b| la somma di L. 100 è membro perpetuo dell’opera.

Anche questa opera «caldamente raccomandata a tutti dal Pontefice Benedetto XV» può dirsi diocesana; basta quindi rivolgersi al proprio Parroco per ascriversi alla medesima.

Le offerte raccolte ed erogate dalla Pia Opera negli ultimi due anni 1919 e 1920 hanno raggiunto la bella cifra di lire 11.985.770.

Se si conoscessero pertanto le condizioni dei poveri bambini pagani, particolarmente nello sconfinato territorio cinese, non vi sarebbe uno solo dei nostri cari fanciulli che non si ascriverebbe a questa opera santa e umanitaria. Ci si permetta qualche citazione in proposito. Nell’opera (inglese) «Ricerche filosofiche sopra i Cinesi» leggiamo: «Le levatrici affogano in un bacino d’acqua calda i neonati, e per questo si fanno pagare; oppure vanno a gettarli nel fiume, dopo aver legato al loro corpicino una zucca vuota che li lascia ancora galleggiare a lungo prima di morire. Altrove le grida strazianti che emettono quelle creaturine farebbero fremere la natura dell’uomo, ma là si è assuefatti a udirle e non si freme punto. Il terzo modo di disfarsi dei figli è di esporli nelle pubbliche vie, ove passano ogni mattina delle carrette apposite su cui vengono caricati i bambini esposti durante la notte e si va a gettarli in una fossa, lasciandoli scoperti nella speranza che i maomettani vengano a pigliarne qualcuno. Ma prima che le carrette che debbono trasportarli siano giunte al mondezzaio, molto spesso i cani, e specialmente i maiali che riempiono le vie delle città della Cina, se li mangiano ancora vivi. Mi si accerta che nella sola Pechino in tre anni si calcolarono a ben 9712 i fanciulli destinati al mondezzaio, senza tenere conto di quelli schiacciati dalle zampe dei cavalli e dei muli, né di quelli divorati dai cani, affogati appena nati, presi dai maomettani, uccisi in luoghi ove nessuno poteva contarli».

La signora Isabella Williamson nel suo libro «Old Higways in China» (1884) afferma che «nei dintorni di Tce-fu era frequente vedere interrare dei fanciulli vivi nelle fondamenta delle case e dei pon- |c| ti nuovi. Questa superstiziosa credenza che per solidificare gli edifici si richieda la immolazione di bambini, è estesa anche nell’India».

Il Capitano Conte di Merolles nella «Revue de la Société de Geographie de Tours» (1888), scrive: «il marito dice alla levatrice: se è una bambina non la voglio. La levatrice sa che cosa vuol dir ciò, e alla nascita della bambina la strangola o la espone; e poiché ci vuole un po’ di fatica per inumare il piccolo essere, si trova più spedito di darlo ai porci».

Nel giugno 1889 il Governatore Generale del Fu-Kien emanava un proclama per i suoi sudditi, dove fra l’altre cose era detto questo: «Io vedo che nel Fu-Kien il costume di annegare le figlie è più generale che nelle altre provincie... appena le loro figlie sono nate, le immergono nei secchi dove esse si dibattono e mandano grida di dolore... rinnovo adunque i miei avvertimenti...».

Anche nell’Africa l’infanticidio è comunissimo presso i pagani. «Il diritto di vita è rifiutato a quelli che nascono deformi, o che fanno il loro ingresso nel mondo in un giorno fady, ossia di cattivo augurio; essi vengono soffocati o gettati in pasto ai coccodrilli nel fiume vicino».

Il padre Reina afferma che gli abitanti di Rook (Melanesia) «uccidono i due terzi dei loro figli; è la madre stessa che toglie loro, soffocandoli, quella vita che avevano appena ricevuta da lei». Nella Nuova Guinea Ingl. «la pena di queste vittime innocenti è lo strangolamento o l’annegamento... la causa è la povertà delle famiglie e la necessità di allevare i porci, cespite quasi unico di guadagno... Si danno molti casi di donne che (uccisi i propri figli) allattano dei porcellini» (Eshlimann in Antropos 1911).

E dopo ciò, sarà necessario di insistere ancora per ottenere che tutti i bambini cattolici divengano membri della Pia Opera della «Santa Infanzia»?

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Opera di San Pietro per il clero indigeno.

Sorta nel 1889 ha per fine esclusivo di procurare ai Superiori delle Missioni i mezzi necessari per la formazione del clero indigeno. L’opera ebbe la sua prima approvazione dal Sommo Pontefice Leone XIII dal quale fu pure arricchita di preziose indulgenze; e fu sempre in seguito incoraggiata e raccomandata dalla Sacra Congregazione di Propaganda. Nella enciclica «Maximum illud» il Pontefice Benedetto XV la raccomanda dopo le due principali Opere già accennate: della Propagazione della Fede e della S. Infanzia.

Sono Soci fondatori quelli che versano la somma necessaria alla fondazione di una borsa di studio in perpetuo; Soci benefattori quelli che si impegnano a pagare annualmente la pensione per un seminarista; sono semplici Associati tutti quelli che versano annualmente la piccola quota di una lira.

L’Opera è sotto la dipendenza e la direzione della S. C. di Propaganda; e la sua sede centrale è in Roma nel palazzo della detta Sacra Congregazione.

Le offerte raccolte ed erogate, per gli scopi della pia opera nell’anno 1920 hanno raggiunto la somma di lire 316.675; e nel 1921 sono salite a lire 625.403.

Colletta per l’antischiavismo.

La schiavitù, questo ignobile retaggio della vecchia barbarie pagana che tutti |b| credono cancellato ed estinto per sempre, è purtroppo anche oggi in piena vitalità, sia pure sotto diversi punti di vista, in alcune regioni d’oltre mare quale marchio vergognoso della moderna civiltà senza Dio, ed è indirettamente permessa da non una sola delle grandi nazioni che si dicono tutrici supreme della umana libertà, ad esclusivo vantaggio dei propri interessi commerciali.

Far rilevare la ributtanza di questo infame commercio di carne umana è perfettamente superfluo. Chiunque sente anche per poco la propria dignità di uomo, chiunque ha nel cuore una sola scintilla di fede in Dio e di carità per i suoi simili, non può non maledire questo nefando traffico e la indegnità di quanti lo tollerano o, peggio, lo sfruttano a proprio vantaggio.

La voce autorevole del Pontefice Leone XIII, che già aveva messo in luce la barbarie della schiavitù particolarmente → Enciclica In Plurimis del 5/5/1888 Enciclica Catholicae Ecclesiae del 20/11/1890
→ Latino
→ Italiano
nel Brasile (maggio 1888), rievocando tutta la operosità della Chiesa per distruggere tale infamia, si levò anche una volta nel novembre 1890 contro questa intollerabile vergogna; e, riconoscendo l’estremo bisogno di mezzi finanziari per combatterla, invitò tutti i Vescovi cattolici a chiedere ai rispettivi fedeli l’obolo della carità a tal fine, istituendo la «Colletta per l’Antischiavismo». Tutti i Vescovi residenti quindi hanno questo obbligo imposto dal Sommo Pontefice Leo- |c| ne XIII, e ricordato loro anche recentemente dalla S. C. di Propaganda con lettera-circolare del 29 settembre 1919; e debbono trasmettere alla medesima Sacra Congregazione tutte le offerte che si raccolgono nelle pubbliche chiese delle rispettive Diocesi nel giorno della Epifania per combattere la schiavitù.

Nell’anno 1921 la Propaganda ha ricevuto dai Vescovi per l’abolizione della schiavitù, ed ha erogato a tale fine la bella somma di 2.600.000 lire.

Sodalizio di S. Pietro Claver.

E qui, in tema di antischiavismo, ci sia permesso di accennare anche all’opera sorta col Sodalizio di San Pietro Claver per la liberazione degli schiavi.

Il Sodalizio Claveriano è una Società di Propaganda a favore delle Missioni d’Africa e della liberazione degli schiavi, posta sotto la protezione di San Pietro Claver, il grande missionario gesuita del Secolo XVI che consacrò tutta la sua vita al servizio dei poveri negri africani condotti come schiavi in America. Fu fondato in Roma il 29 aprile 1894 dalla Contessa Maria Teresa Ledòchowska con la benedizione di Leone XIII. Esso è formato da un pio istituto femminile (Sodalizio di San Pietro Claver), coadiuvato a sua volta da membri esterni, da zelatori e da associati. Lasciando da parte l’Istituto propriamente detto, diremo che i membri esterni sono pie persone le quali /37/ |a| sebbene vivano nel mondo in seno alle proprie famiglie, cooperano nondimeno con le Sodali del Pio Istituto all’Opera dell’antischiavismo. Questi versano una quota annua di L. 20 per gli scopi del Sodalizio; e aderiscono al medesimo con una forma di consacrazione speciale e privata, prima per un anno, poi per tre anni, ed infine per tutta la vita. Fra questi membri esterni dobbiamo menzionare una classe speciale costituita da Signore le quali, pur rimanendo nel secolo, pongono totalmente a disposizione del Sodalizio le loro persone e le loro forze per dirigere Filiali o cooperare attivamente agli uffici di esse.

Gli zelatori d’ambo i sessi sono persone che, senza volersi legare od impegnare, sono tuttavia disposti a sostenere l’Opera con una quota non inferiore a L. 2 per i laici e a L. 5 per i sacerdoti, e con un concorso attivo a profitto del Sodalizio.

Associati infine sono coloro che partecipano all’Opera con un versamento men- |b| sile di cinque centesimi al «soldo di San Pietro Claver», o di cinque centesimi all’«obolo dei fanciulli d’Africa».

Tutti questi differenti membri possono guadagnare molte indulgenze, ed i sacerdoti zelatori usufruiscono di numerosi privilegi.

Le somme erogate dal Pio Sodalizio per gli scopi di esso nel passato anno 1920 hanno raggiunto la cifra di 1.099.087 lire.

Colletta pro Terra Santa.

Non possiamo chiudere questo paragrafo relativo alle Opere ausiliarie delle Missioni senza rammentare a tutti i cattolici l’altra caldissima raccomandazione del Sommo Pontefice Leone XIII a favore dei Luoghi Santi.

Con la Salvatoris et Domini Nostri Iesu Christi... celebre enciclica Salvatoris del 26 dicembre 1887 il Santo Padre faceva presenti ai Vescovi cattolici le gravi necessità delle Missioni in Terra Santa, ed imponeva a tutti di chiedere espressamente, per sovvenire a quelle, l’obolo dei rispettivi fedeli da raccogliersi nel «Venerdì Santo» di ogni anno in memoria della passione e morte di N. S. Gesù Cristo.

Se si conoscessero pertanto gli estremi bisogni di quelle lontane missioni; se il pubblico conoscesse tutte le insidie, le ostilità, le persecuzioni più o meno aperte a cui vanno soggetti i cattolici della Palestina, sia da parte dei turchi e dei musulmani; sia da parte dei protestanti specialmente americani piovuti laggiù in numero incalcolabile con i loro milioni di dollari per far propaganda delle loro sètte; sia infine da parte dei moderni sionisti, nuova razza di ebrei senza religione e senza Dio, che col pretesto di restaurare il regno di Sion nella Palestina, vanno contaminando quel sacro suolo con i loro vizi, con le loro turpitudini importate dalla Russia, dalla Germania e dall’America, e pagate a spese della recente guerra: se il pubblico conoscesse da vicino la criticissima situazione delle nostre Missioni di Palestina di fronte alla recente invasione dei novelli nemici del |c| cattolicismo, si muoverebbe forse a compassione, e saprebbe trovare il modo di fare a meno di tante cose superflue per venire in aiuto della causa della religione in quella terra appunto dove Gesù N. S. la insegnò con la Sua Divina parola, con i Suoi esempi, con i Suoi miracoli; dove la fondò imperitura consacrandola col Suo Sangue Preziosissimo.

I collettori di queste elemosine destinate a Terra Santa sono i Francescani (nel 1920 le somme raccolte dalla Custodia di Terra Santa per le Missioni raggiunsero la cifra di 2.802.246 lire) che da sette secoli trovansi colà, vigili sentinelle a custodire e proteggere anche a costo della vita i Luoghi Santi (1). E chi è che non conosce qualche buon Padre Francescano, e non abbia relazione con qualcuno degli innumerevoli Conventi dei Figli di San Francesco, dei Frati della corda, come li chiamano laggiù, gli abitanti della Palestina?

[Nota a pag. 22]

(1) Più tardi S. Wulframo, S. Ludgero e S. Willehado completarono l’opera di evangelizzazione portando la luce del Vangelo fin nella Danimarca. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 27]

(1) Benché rispettabile in sé stesso, pur tuttavia il numero dei preti secolari che si sono dedicati alle Missioni, in confronto al numero dei Religiosi, può dirsi quasi trascurabile. Secondo infatti le statistiche più esatte, quattro quieti del Personale Missionario Maschile è rappresentato dai Religiosi e un quinto dal Clero Secolare. Le Missioni abitualmente assistite dal Clero Secolare furono: in Europa le Missioni d’Inghilterra, Soozia, Irlanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Germania, Olanda, Lussemburgo, l’Albania il Montenegro, la Grecia e qualche altra; fuori di Europa le Missioni dell’America Settentrionale, dell’Australia, qualcuna della Nuova Zelanda e dell’Africa. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 34]

(1) Il centro generale, per l’Italia è in Roma, presso la S. C. di Propaganda; e tra breve, presso la medesima S. C., verrà stabilito anche il Centro generale per tutte le altre nazioni del mondo intero. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 37]

(1) Le vittime dell’Ordine Francescano in Terra Santa in questi sette secoli ascendono a circa 2000. Torna al testo ↑

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