Massaja
Lettere

Vol. 2

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285bis

Al padre Leone Golliet des Avanchers OFMCap.
missionario apostolico dei Galla – Ghera

[F. 1r]Reverendo Padre Leone in G. C. Carissimo

Gemma – Lagamara 16. Febbraio 1862.

Per mancanza di occasioni non ho potuto farvi sapere come io avrei desiderato prontamente la malattia del nostro amabile Padre Monsignore Massaja. Ora che ho trovato un mercante che domani, a Dio piacendo, parte per Limu, mi fo un dovere di mandarvi questa mia dandovi notizie della malattia del nostro Padre Monsignore Massaja. Avete da sapere che è già dal 30. Dicembre che è caduto malato, sul principio della sua malattia, sembrava che fosse più effetto di stanchezza che altro, dopo pochi giorni si spiegarono le febbri, e come diceva Monsignore sembravano le febbri, ossia residuo delle febbri del Sennar. Il giorno 25. Gennajo p.p. fu per tutti noi un giorno pieno di lutto e di pianto, dalla mezzanotte fu preso da una forte dissenteria che lo indebolì tanto che abbiamo temuto della sua vita, e verso le ore 9. del mattino gli ho amministrato l’Estre- /319/ ma unzione, e la benedizione Papale. All’indomani che era giorno di Domenica, siccome Monsignore desiderava di ricevere il S. Viatico, prima dell’aurora ho celebrato la S. Messa, ed ho comunicato Monsignore, [f. 1v] e d’allora in qua stette un poco meglio, ma è tuttora in letto, ed è molto debole, ed ha continuamente un poco di febbretta, e di quando in quando un poco di dissenteria. Però questa mattina è disceso giù in Chiesa per sentire la S. Messa e comunicarsi. Speriamo in Dio che fra poche settimane, sarà ristabilito in buona salute. In questo momento vengo a sentire che parte Abba Cutel per costì, perciò lascio di rimettere questa mia ad Abba Reusì che va solamente in Limu, invece rimetterò tutto quello che c’è qui per voi, ad Agos (Abba Cutel). Cioè 1º Tutte le lettere venute ultimamente dalla costa per mezzo di Giuseppe, unitamente ad un fascicolo mandatovi dal Sig.r Abbadie. 2º La scattola col ritratto con dentro quasi una mezz’oncia di sublimato corrosivo, oggetti da voi domandati per codesto Re, al quale glieli presenterete a nome del nostro Vicario Apost.[toli]co, unitamente ai miei saluti e del medesimo Vicario. 3º Un poco di carta, e ve ne manderei di più se sapessi certo la vostra lunga fermata costì. In quanto al mulo di carico ed al Burnos che voi domandate, lo manderei ma temo che voi non siate più in Ghera, poiché Abba Cutel ci disse che appena arrivato il P. Matteo sareste partito, dicendoci il suddetto, che avevate già ottenuto il dagò. Il ritorno del Fr. Gabriele da Limu in Ghera per Monsignore no- [f. 2r] stro è un mistero, meno gravi segnali, che di lontano non si possono conoscere, Monsignore mi lascia di dirvi che il suo parere è sempre che venga qui.

Vi darei notizie d’Europa ma siccome riceverete delle lettere ne prescindo, solo vi dico che le cose sono in statu quo, come Monsignore mi dice che sapete. L’Italia però come movimenti di rivoluzione contro il Re delle marmote, il quale, vi notifico che ha venduto la vostra cara patria alla Francia, ed in Francia incomincia minaciarsi di fare a Napoleone quella bella figura che ha fatto al fu Luigi Filippo, come pure pare imminente una guerra generale in Europa.

Il Papa, grazie a Dio, era ancora in Roma, ma però era gravemente ammalato, ed alcuni lo suponevano avvelenato, nulle notizie però della sua morte.

Si dice che Monsignore Biancheri sia partito per Roma, e questi scrisse al nostro Monsignore che quei monaci incominciavano ad avvicinarsi. L’affare del rito Etiopico nei paesi Galla pare molto riscaldato in Roma. Come sapete che il nostro Monsignore ha scritto tre quinterni a Roma sul rito, e su altri bisogni della Missione, quali vi rese ostensivi [f. 2v] ad oggetto di farvi mettere la signatura, quale essendo rimasta, guardate di mandare una dichiara equivalente olla vostra signatura quale unirà ai medesimi.

Nel caso unico di vostra partenza trovandovi con talleri di avvanzo de’ quali non abbiate bisogno nel viaggio sin quì, e che crediate darli ad Abba Cutel per comprare del muschio, Monsignore lascia alla vostra discrezione, perchè si troverà qui un poco di guadagno nelle attuali strette circostanze. Al medesimo Abba Cutel potrete ri- /320/ mettere il trasporto di qualunque oggetto che nel viaggio vi possa impicciare essendo una persona molto fida combinando con lui per le spese del trasporto.

Vostro Aff.mo
Fr. Felicissimo Cocino

P. S. I saluti e la benedizione Pastorale di Monsignore a voi ed a tutti questi Cristiani. Vi prego de’ miei saluti al P. Matteo ed ai monaci.