Massaja
Lettere

Vol. 2

Il numero a sinistra indica il documento, quello a destra la pagina.

1853 1854 1855 1856 1857 1858 1859 1860 1861 1862

177 A Arnaldo d’Abbadie, Gudrù 18.1.1853 9

Corrispondenza non recapitata. – Febbri del Sennàr. – Viaggio Fazoglu-Metemma e dimora in Ifagh e in Goggiam. – Promesse lusinghiere della missione. – Pensiero riconoscente verso il fratello del destinatario, Antonio, iniziatore della missione. – Pratiche espletate per un accordo con l’abuna Salama; esortazione a proseguirle.

178 A Giusto da Urbino, Amilié 4.3.1853 10

Inserimento disagevole del cristianesimo tra i Galla. – Culto demoniaco, magia, ignoranza, depravazione morale. – Fermo impegno apostolico. – Ordine al destinatario « de compléter le Rituel éthiopique à l’usage des nouveaux convertis Galla ». – Sollecitati i contributi per l’erezione di una chiesetta.

179 A Giuseppe Crépin du Havelt, Assandabo 15.4.1853 11

Conteggio positivo di 30 battesimi iniziali, seguiti da altri cento. – Allergia dei Galla, prevalentemente commercianti con contatti islamici, all’iniziazione catechetica. – Pregiudizi, superstizioni, culto demoniaco. – Prassi pastorale e lotta aperta all’ignoranza. – Dichiarata fedeltà all’evangelizzazione. – Impegno pedagogico-cristiano per la gioventù. – Libertà di esercizio ministeriale. – Ricordo elogiativo di Antonio d’Abbadie. – Richieste di medicine e medaglie. – Costruzione di abitazioni e di cappelle. – Aspiranti sacerdoti galla.

180 A Giusto da Urbino, Assandabo maggio 1853 12

Conferiti alcune centinaia di battesimi.

181 A Giacomo Filippo Fransoni, Assandabo 21.11.1853 13

Lettera precedente (cf. 175/365). – Battesimi limitati per difetto di disposizione nei neofiti. – Catechesi orale per interprete. – Motivata l’esiguità dei battezzati. – Sovrastanti pericoli politici dal Goggiam. – Principio di monachesimo indigeno con regola di 40 articoli ispirata a quella del prim’ordine francescano. – Sacerdozio coniugato e monachesimo celibe in Etiopia. – Preparativi per una fondazione missionaria nel Kaffa. – Istanza di arredi sacri, di trattati istruttivi e liturgici e di facoltà canoniche.

182 A Giacomo Filippo Fransoni, Gudrù 5.12.1853 14

Accenno a lettera precedente (cf. 167/347). – Piano concordato nel viaggio Marsiglia-Alessandria con Arnaldo d’Abbadie di avviare le trattative con l’abuna Salama a titolo esclusivamente personale dell’esploratore e con la massima segretezza. – Stanziamento di 1.000 scudi. – Scarsi risultati, però con promessa da parte dell’abuna eretico « di cessare dalle ostilità ». – Viaggio disastroso di Felicissimo da Cortemilia dall’Abissinia al Gudrù. – Suggerito « un buon accoglimento in Roma » ai benemeriti fratelli d’Abbadie. – Somma disponibile per l’abuna e impossibilità per M. di rientrare in Europa per una questua. – M. rinunzia alla missione di Aden da cui spera aiuti e dov’è invitato a benedire la nuova chiesa. – Prossimo inizio della spedizione in Kaffa e preparazione di manuali catechetici e liturgici. – Rito latino e rito etiopico.

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183 A Arnaldo d’Abbadie, Gudrù 5.12.1853 16

Missive recapitate da Giusto da Urbino. – Eventuale mediazione dell’abuna Salama presso ras Kassà a favore della missione cattolica. – Gratitudine per l’intervento del destinatario nelle trattative, indipendentemente dall’esito. – Gravi ostacoli al promesso rientro in Europa, con delega all’esploratore di agire a suo nome. – Furti di corrieri e necessità di denaro. – Sostegno di Gama-Moras, capo del Gudrù. – Liturgia, catechesi, battesimi limitati per le mancate disposizioni nei catecumeni. – Missione in Liban affidata ad un monaco. – Ambasciate tra il Kaffa, l’Ennerea e M. per fondazioni missionarie. – Esigenza d’istituzione monastica effettiva e stabile. – Grato pensiero ad Antonio d’Abbadie.

184 A Lorenzo Biancheri, Gudrù 5.12.1853 18

Sistemazione di Felicissimo da Cortemilia in Kaffa.

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185 A Giacomo Filippo Fransoni, Gudrù 26.1.1854 19

Giusto da Urbino offre il contenuto di una lettera di M. rapinata. – Progressi e speranze della missione e richiesta di almeno due missionari. – Cristianesimo antico tra i Galla e residuo in Kaffa. – Spedizione di Cesare da Castelfranco e Felicissimo da Cortemilia dietro richiesta del re di Kaffa. – Bilancio di evangelizzazione in Gudrù: 200 o 300 battesimi, chiesetta, istituzione monastica. – Felicissimo da Cortemilia allontanato nel Kaffa in seguito alle disavventure toccategli in Abissinia.

186 A Giusto Recanati da Camerino, Gudrù 26.1.1854 20

Indirizzo gratulatorio per la promozione del destinatario al cardinalato. – Ricordi dell’ex prefetto del Collegio S. Fedele in Roma. – Auspicato l’alto patrocinio a favore della missione galla. – Organizzazione delle missioni lazzariste. – Riproposta di un procuratore OFMCap. in Lione ed in Parigi. – Contrasti e rischi. – Cesare da Castelfranco e Giusto da Urbino richiesti a Propaganda Fide come vescovi coadiutori dei Galla. – Dubbi sull’accettazione del secondo, raccomandato all’influenza del destinatario.

187 Statuti per i Monaci, Assandabo 28.1.1854 21

Cinque ragioni basilari per la fondazione del monachesimo cattolico nel Vicariato Apostolico dei Galla (p. 21). – Indispensabile disciplina imposta da un regolamento. – Criteri nella scelta della regola del prim’ordine francescano con adattamento all’ambiente indigeno. – Ragioni del quarto voto di impegno « al ministero apostolico fra i popoli selvaggi ». – Carenza di sussidi teologici e canonici, condizioni ambientali dello scrivente. (p. 22) – 1º Noviziato e voti, elementi costitutivi della vita religiosa-monastica. – 2º Adattamento della Regola del prim’Ordine di S. Francesco. – 3º Aggiunto ai tre voti regolari quello « di essere sempre pronto a catechizzare il popolo »; rituale per l’emissione e la rinnovazione. – 4º Ammissione dell’aspirante, condizioni richieste, vestizione. (p. 23) – 5º Inabili alla vita religiosa « senza ricorso al vescovo ». – 6º Disposizioni circa i beni del candidato. – 7º Voto di obbedienza: essenza e violazione. – 8º Voto di povertà: essenza e violazione. (p. 24) – 9º Trasgressioni del voto di povertà. – 10º Voto di castità: essenza, violazione, conseguenze. – 11º Trasgressioni particolareggiate del voto di castità. – 12º Rapporti monaco-donne (p. 25) e mezzi preventivi. – 13º Quarto voto dell’evangelizzazione che costituisce il monaco collaboratore del missionario. – 14º Obbligazioni contratte con il quarto voto. – 15º Abito monacale. (p. 26) – 16º Abito di noviziato. – 17º Digiuni ecclesiastici e di devozione. – 18º Digiuni regolari e di /403/ libera scelta in dipendenza dal superiore. (p. 27) – 19º Ufficio divino per i religiosi chierici con breviari manoscritti approvati dal vescovo. – 20º Ufficio divino per i religiosi non chierici. – 21º Impedimenti alla recita e dispensa del superiore. – 22º Recita comunitaria, meditazione, messa conventuale. – 23º Decoro, conservazione e adorazione dell’Eucarestia. (p. 28) – 24º Confessione settimanale: pene per chi « non si confessa oltre i tre mesi », disposizioni interiori. – 25º Obbligo di celebrare e di comunicarsi; giudizio del confessore e del superiore. (p. 29) – 26º Contegno fuori casa, previa licenza del superiore: rapporti caritatevoli ed umili con il compagno assegnato. – 27º Conversazioni virtuose ed edificanti. – 28º Occupazioni convenienti e preghiera, antidoti all’ozio. – 29º Esercizi di pietà supererogatori da sottoporre al confessore e al superiore. (p. 30) – Importanza e metodo di meditazione. – 30º Amorosa assistenza materiale e spirituale agli infermi nei casi di particolare gravità. – 31º Obbligo della questua imposto dal superiore; superfluo da erogare ai bisognosi. – 32º Impiego di offerte abbondanti e di beni stabili su autorizzazione vescovile. (p. 31) – Regolamento per consiglio di amministrazione di tutti i beni. – 33º Vescovo e superiore: presidenti nati del consiglio. – 34º Nomina del superiore riservata al vescovo. Caso di decesso con trapasso temporaneo dell’autorità, seguita da nomina vescovile. – Autorità in assenza del legittimo superiore. – 35º Capitolo provinciale per oltre cinque case religiose. (p. 32) – Ufficio triennale del provinciale e visita canonica. – 36º Viaggi e proibizione di cavalcare. – 37º Licenza per l’uscita di casa e pene per i trasgressori. – 38º Esercizi scolastici preparatori al sacerdozio. Doti richieste nei professori e nomine. Lettura della lingua sacra e catechesi al popolo per i monaci non chierici. – 39º Rinnovazione annuale dei voti per dieci anni e professione perpetua e solenne. Condizioni richieste. (p. 33) – 40º Fede cattolica del monaco e contatti caritatevoli con gli eretici, esclusa la « troppo convivenza » e la communicatio in sacris. – 41º-42º Eresia e scisma. Dovere di denunzia e pene canoniche. – 43º Lettura settimanale degli Statuti. (p. 34).

188 A Pasquale da Duno, Assandabo 2a metà di febbraio 1854 35

Incarico di ragguagliare l’Europa sullo smarrimento della corrispondenza. – Viaggio in Liban. – Spedizione di oltre 25 lettere. – Caso di Felicissimo da Cortemilia, presentato a Propaganda Fide, con richiesta di due vescovi coadiutori. – Corrieri depredati presso Baso. – Penuria di carta. – Invito a portarsi temporaneamente in Gondar.

189 Istruzioni per i Missionari, Assandabo 16.3.1854 35

Spirito apostolico del missionario europeo « da poter servire di norma alla nascente Chiesa ». – Parallelo tra generazione fisica e spirituale: frutti e sterilità. – Condizioni essenziali: Ufficio divino comunitario, meditazione, celebrazione almeno settimanale della Messa, confessione quindicinale, esercizi spirituali annuali, intervento a tutte le funzioni sacre con i fedeli. – Pericolo dello scandalo sui neofiti e sugli allievi. (p. 36) – Censure per lo scandalo semipubblico e pubblico, assoluzione, diritto di appello. – Autorità monastica riservata al vescovo e norme per la successione. – Abitazione unica con residenze esterne temporanee. (p. 37) – Periodo e limiti dell’autorità. – Autorità parrocchiale, riservata al vescovo, comunicabile al superiore o curato. – Successione, autorità e facoltà delegate e comunicabili, tempo prescritto per l’uso. – Compotenze regolare e parrocchiale, unite e separate. (p. 38) – Dipendenza dei monaci nella separazione dell’autorità regolare dalla parrocchiale. – Finalità ed amministrazione di beni appartenenti alla /404/ missione, provenienti dall’esterno e di proprietà « della chiesa del monastero ». – Amministrazioni transitoria e stabile. – Potestà vicaria e limiti di autorità regolare e parrocchiale. (p. 39) – Decime spettanti al vescovo. – Incaricati della raccolta, rendiconto annuo con discussione, ragguaglio al vescovo. – Istruzione, formazione, selezione dei candidati alla vita religiosa. – Lezioni quotidiane di latino e di etiopico con conferenza spirituale serale. – Orario settimanale. – Validità delle lezioni in forma di colloquio per colmare l’assenza di trattati. (p. 40) – Istruzione con « i rispettivi trattati in lingua del paese ». – Lettura scritturistica domenicale commentata. – Due colloqui giornalieri sulla vita cattolica europea con opportune riflessioni teologico-pastorali. (p. 41) – Esposizione di fatti ispirata alla prassi dei « tempi apostolici ». – Influsso degli Atti degli Apostoli sulla Chiesa primitiva e analogo sistema per i « popoli bramosi di sentire una storia, e poco curanti della parola speculativa ». – Pericolosa tendenza nel missionario di isolarsi dai nativi e motivazioni biasimevoli. – 1º Preferenza per gli europei ai quali non è espressamente diretta l’opera evangelizzatrice. (p. 42) – 2º Ricerche scientifiche, estranee al ministero pastorale, equivalenti ad « un vero rubarizio ». – Conseguenze fatali della passione scientifica incontrollata come impedimento o in opposizione all’evangelizzazione. – Ritratto del vero apostolo riportato ai « tempi apostolici » in irriducibile opposizione al paganesimo dilagante. – Salvezza dei Galla strettamente connessa all’opera del missionario. (p. 43) – 3º Timore di prostituire la propria dignità. – Popolarità nobile disposta a sopportare senza degradarsi e popolarità deteriore di immedesimazione con il volgo. – Caratteristiche della popolarità missionaria: « nobile e grave, come di padre tra i suoi figli, come di maestro con i suoi discepoli ». – Predilezione per gli allievi e impegno pedagogico nella loro formazione. (p. 44). – Dottori cristiani usciti dalle scuole apostoliche. – Cognizioni scientifiche e indiscussa moralità nei candidati al sacerdozio, con disposizione alla disciplina in dipendenza dalla gerarchia. – Distinzione tra leggi ecclesiastica e divina o naturale, soprattutto a proposito di sacramenti. – Adozione accorta del rito latino per il Vicariato Apostolico dei Galla. (p. 45) – Atteggiamento verso i reggenti: « nec prope nec procul », breve, grave, maestoso, di « uomo di Dio che non ama le cose del mondo », alieno dalla politica, contrastante con il carattere sacerdotale e in previsione di eventuali rivolgimenti politici, avverso ai favoritismi e alle protezioni obbliganti, al di sopra delle influenze dei partiti. (p. 46) – Misure restrittive per i regali e licenze richieste in considerazione della cupidigia e della gelosia dei principi. – Accortezza per non alienarsi il sovrano apparentemente convertito e per non prostituire il ministero. – Inizio dell’azione evangelizzatrice dalla gioventù, libera da pregiudizi ed esente dalla corruzione; per gli adulti indicato il « sistema di tolleranza puramente negativa », più incline alla condiscendenza che al rigore (p. 47) – Modello di longanimità divina, perché « la crisi morale di una nazione deve essere figlia della persuasione che non si ottiene in poco tempo e con poche prediche ». – Riferimento ai « tempi apostolici » per il reclutamento nel catecumanato degli aspiranti al battesimo non ancora disposti. – Motivazioni per i poligami. (p. 48) – Richieste di azioni o funzioni con carattere superstizioso: ragioni scritturistiche di proibizione divina, applicazione di rimedi puramente naturali « senza compromettere la gravità del ministero » e, nell’impossibilità di troncare decisamente, « giocare di santa industria ». – Scienziati ed ignoranti; con questi vanno evitati la derisione ed il disprezzo. – Concorso nella superstizione con funzioni liturgiche formali. (p. 49) – Proibizione divina di approvare un culto falso e superstizioso. – Lista del Rituale romano di soggetti ai quali è negata la sepoltura ecclesiastica. (p. 50) – Questione se va incluso nella lista il popolo dei Sidama, non semplicemente /405/ pagano, ma eretico o scismatico, equiparabile ai catecumeni morti senza battesimo. – Direttive per le esequie: in caso di mancata richiesta, lecita l’accettazione di doni spontanei; in caso di richiesta, permesse le esequie, se non vi fu opposizione al ministero sacerdotale; sepoltura solenne riservata ai soli defunti muniti di sacramenti. (p. 51) – Periodica lettura degli Statuti (p. 52).

190 A Giusto da Urbino, Gudrù 19.6.1854 52

Motivazioni delle fondazioni missionarie nell’Ennerea e nel Kaffa. – Cesare da Castelfranco, prefetto per il Kaffa, e Felicissimo da Cortemilia, incaricato di presentarlo a quel re per poi stabilirsi nell’Ennerea, punto nevralgico di comunicazione tra il Gudrù e il Kaffa. – Occhiata al futuro. – M. rimasto solo nel Gudrù con abba Johannes. – Esplorazione del Kuttai e fondazione di Lagamara.

191 A Giusto da Urbino, Assandabo 20.6.1854 53

Invito ad accettare la candidatura a vescovo coadiutore.

192 A Giacomo Filippo Fransoni, Assandabo 20.6.1854 53

Gudrù con cappella provvisoria. – M. con abba Johannes, il suddiacono Raffaele e altri tre giovani aspiranti. (p. 53) – Stazionaria entità numerica dei cristiani per causa della superstizione e del commercio. – Affidamento sull’elemento giovanile. – Zone migliori, oltre l’Ennerea, esenti da influenze islamiche. – Spedizione missionaria nel Kaffa composta dal prefetto Cesare da Castelfranco, da Felicissimo da Cortemilia con l’incombenza di presentarlo al sovrano e poi stabilirsi nell’Ennerea, e da abba Hajlù Michele. – Accoglienza reale nell’Ennerea, luogo strategico per le corrispondenze e rifugio in caso di persecuzione. – Costituzione gerarchico-ecclesiale della regione kaffina, tradizionalmente cristiana. (p. 54) – Proposti due vescovi coadiutori: Giusto da Urbino, perito in letteratura etiopica, e Cesare da Castelfranco, sufficientemente istruito e di carattere docile. – Ragioni legittimanti la richiesta: pericolo costante di vita e difficoltà di comunicazione. – Esclusa l’erezione di un vicariato distinto per favorire l’unità e la gerarchia. – Segretezza estrema nello svolgimento della pratica, recapiti vari, corredo completo per gli eletti. – Rinforzo di altri due elementi missionari. (p. 55) – Futura « rigenerazione » dei Galla. – Meriti di Antonio d’Abbadie nella fondazione del Vicariato Apostolico dei Galla e doveroso attestato di riconoscenza da parte di Propaganda Fide. – Disagi della vita missionaria, priva di ogni comodità, comportante pure la professione di amanuense per i trattati scolastici e liturgici. – Richiesti libri stampati e facoltà canoniche. (p. 56) – Quesito circa un’unica funzione per più battezzandi tacendo il nome dei singoli e con i soli esorcismi per i maschi. – Penuria di carta per scrivere. – Enorme difficoltà di tenere corrispondenza con l’Europa. – Terzo tradimento di corrieri nell’anno; una sola lettera ricevuta in due anni. (p. 57)

193 A Pio IX, Assandabo 27.11.1854 58

Notizia della carcerazione del vicario apostolico dell’Abissinia, Giustino De Jacobis, e di cinque sacerdoti. – Elogio commovente dell’eroico prigioniero. – Preghiera d’intervento presso le potenze europee in difesa delle vittime ed a sostegno delle missioni cattoliche. – Progressiva rigenerazione morale dei popoli con grave obbligo di assecondarla. – Azione suprema di Dio attraverso le cause seconde. – Diritto delle genti e potere europeo al servizio dell’opera evangelizzatrice. – Canali diplomatici europei. – Attività pontificia e impegno dell’Inghilterra, della Francia, dell’Austria per favorire il piano proposto.

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194 A Giustino De Jacobis, Assandabo fine novembre 1854 60

Offerta di ospitalità all’illustre prigioniero.

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195 A Giusto da Urbino, Gudrù marzo 1855 61

M. retrocesso dal Gudrù, dove ha lasciato abba Johannes, in Lagamara per sottrarsi all’invasione di ras Kassà. – Incarico al destinatario di corrispondere con Antonio d’Abbadie a nome suo.

196 A Giacomo Filippo Fransoni, Assandabo 27.5.1855 61

Corrispondenza non recapitata e totale assenza di notizie sulla sorte di Giustino De Jacobis (p. 61). – Lettere soggette al rischio di perdersi. – Consuntivo missionario in Gudrù: un centinaio di cristiani in tutto, prestigio sui notabili, popolarità. – Pericolo incombente del « conquistatore » Kassà e del metropolita abuna Salama a cui il clero goggiamese si è ribellato. – Istituzione della missione di Limu-Ennerea, passata dal governo di Cesare da Castelfranco a Felicissimo da Cortemilia, con risultati superiori a quelli ottenuti nel Gudrù. – Creazione della missione di Kaffa affidata a Cesare da Castelfranco e abba Jacob. – Estensione della regione kaffina con tradizioni cristiane, dotata di beni ecclesiastici. (p. 62) – Prodigiosa attività degli abba Hajlù e Johannes nella fondazione di Lagamara. – Statistica aggiornata: quattro chiese, sei sacerdoti, un suddiacono, un chierico minore. – Visita di un prete copto con tre aspiranti, diretti a Gondar per essere ordinati da abuna Salama. – Sistema invalido di conferire gli ordini e condotta immorale del metropolita. – Richiesta la valida ordinazione a M. di cui sono ospiti. (p. 63) – Proposte per queste future ordinazioni. – Istanza di due vescovi coadiutori, per ottenerne almeno uno. – Criterio delle candidature di Giusto da Urbino e Cesare da Castelfranco per il Kaffa e per Lagamara in aiuto a M. – Scelta accurata del sostituto di Giusto da Urbino in caso di rifiuto. (p. 64) – Lagnanze per le « limitatissime » facoltà concesse e per la « parrucchina ». – Questioni intricate di matrimonio, di rito, di ordinazioni sacre. – Mancanza di arredi sacri, di balsamo e di olio per il crisma. – Invocate facoltà di sostituzione di arredi e vasi sacri. – Vino di zibibbo. – Facoltà ad decennium in atto di scadere. (p. 65) – Metodo usato da M. nell’accordare dispense e dubbi. – Statuti per i Monaci del Vicariato Galla (cf. 187/21). – Istruzioni per i Missionari (cf. 189/35). – Proposto un consiglio di amministrazione da affiancare a Perpetuo Guasco OFMObs., procuratore di M. in Egitto. (p. 66) – Ignota la sorte di quanto affidato a Agostino d’Alghero. – Suggerito il cambio del calice d’argento, promesso dal pontefice, con altri di rame e richiesta di trattati d’istruzione. (p. 67) – Progetto di ordinare sacerdote Pasquale da Duno. – Occhiali per Cesare da Castelfranco. – Lorenzo Biancheri CM, vescovo coadiutore dell’Abissinia, nominato procuratore di M. in Massaua. (p. 68)

197 A Leone des Avanchers, Assandabo 28.5.1855 68

Costante ricordo per il destinatario e invito a recarsi nella missione galla che « spiega un movimento portentoso ». – Motivato il rigore usato nella questione di Leone des Avanchers con il vescovo dell’Isola Maurizio. – Felicissimo da Cortemilia nell’Ennerea, Cesare da Castelfranco e abba Jacob nel Kaffa, abba Hajlù e Johannes in Lagamara. – Piani di sviluppo nel Guraghe e ordinazione di Pasquale da Duno. – Giustino De Jacobis vittima della persecuzione feroce di abuna Salama, sostenuto da ras Kassà.

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198 A Giusto da Urbino, Assandabo 28.5.1855 69

Scarsi risultati di ministero con posizione di prestigio nel Gudrù. – Centinaia di battesimi e un migliaio di catecumeni nell’Ennerea. – Cesare da Castelfranco ricevuto solennemente e residente in Kaffa. – In Lagamara situazione come nell’Ennerea. – Dieci preti del Guraghe chiedono a M. di essere ordinati validamente.

199 A Pasquale da Duno, Assandabo 30.5.1855 70

Successi della missione fra i Galla e particolari vari.

200 A Perpetuo Guasco, Assandabo maggio 1855 70

Ordinazioni sacerdotali. – Brillanti risultati ottenuti dalla missione dei Galla in confronto con quelli dell’Abissinia.

201 A Giacomo Filippo Fransoni, Lagamara 8.11.1855 71

Nessun riscontro da Propaganda Fide ed esito negativo del corriere spedito in maggio a Massaua. – Comunicazioni disagevoli con la costa per la scarsità ed il costo dei messaggeri. – Penuria di denaro e di altri mezzi di sussistenza dopo l’esilio di Giusto da Urbino da Betlihem. (p. 71) – Ipotetico itinerario dell’esule attraverso il Sennàr con proposito di lasciare la missione. – Suggerimento di trattenerlo in Roma come procuratore di M. presso la congregazione e di valorizzarne la conoscenza della letteratura etiopica. – Sviluppo della missione nel quadro della graduale e lenta rigenerazione dei popoli. – Richiami storici ai « tempi apostolici » in riferimento all’opera evangelizzatrice dei Galla. (p. 72) – Schiavi riscattati e ordinati sacerdoti dopo una istruzione sommaria, « ma disciplinati con principi severamente cattolici e gerarchici ». – Pericolo d’inflitrazione cristiano-abissina nei Galla. – Amministrazione sacramentaria solo dopo adeguata preparazione catechetica ed elenco di battezzati. – Comunicazioni sospese con il Kaffa. (p. 73) – Minore disponibilità all’evangelizzazione in Gudrù. – Raffronto ecclesiastico-politico tra Galla ed Abissinia. – Oligarchia e conflitti nei Galla-Borena. – Superstizioni galla e rischi corsi dai missionari nel Gudrù in seguito ad un’epidemia. – Favore dei reggenti, particolarmente nel Kaffa di origine cristiana e immune dall’islamismo. (p. 74) – « Colosso vecchio » di cristianesimo in Abissinia, « impianto vergine » nei Galla. – Spostamento di M. da Assandabo a Lagamara per sottrarsi all’avanzata di ras Kassà e benedire una chiesa. – Accorgimenti per allontanarsi e accoglienze calorose. – Arbitrato di pace tra Lagamara e Celia. – Missione prodigiosamente scampata all’incendio dopo la vittoria di Celia. (p. 75) – Fallimento dell’ambasciata degli abba Hajlù e Johannes in Celia, {p. 76) – Assembramento militare, innalzamento delle croci sui confini, armistizio. – Previsioni del futuro nel peritoneo dell’animale. – Malattia del figlio del mussulmano oppostosi alla pace. – Poligamia galla e legge del levirato. – Condizione di schiavitù per la donna. (p. 77) – Quesito sul battesimo da conferire alle mogli del poligamo e al marito stesso e sul levirato. – Casistica europea e casistica missionaria. – Risposta di M. sul battesimo delle donne: esigenza di fede e di carità relativa e non eroica. (p. 78) – Moglie galla e « privilegio paolino ». – Tratta degli schiavi praticata dai mussulmani e risposta di M.: permessa solo « con gravissima causa ». – Culto di Ghebra Menfescheddus oppure Abbo, santo leggendario abissino: profilo storico-biografico e proposta di sostituirlo con il culto di S. Francesco d’Assisi. – Rito da introdursi nei Galla. (p. 79) – Argomenti in favore del rito etiopico: vicinanza dell’Abissinia e immigrazioni nei Galla in seguito alle conquiste di ras Kassà; argomenti contrari: imperfezione del rito, mancanza di rituali e pontificali, contatti con la corruzione morale di quelle popolazioni. – Novità /408/ del rito latino di sicuro successo per « il suo capitale sacro ». – Benevolenza e operosità di M. per l’Abissinia. – Proposta di separare le due nazioni. – Decisioni sul rito demandate alla S. Sede. (p. 80) – Facoltà di osservare la pasqua etiopica e i digiuni locali e d’inserire canti etiopici nella liturgia latina. – Facoltà ad decennium in via di estinzione. – Prostrazione psico-fisica di M. – Cesare da Castelfranco candidato unico a coadiutore dopo l’esilio di Giusto da Urbino. – Doti del vescovo da eleggersi in Europa: disposto « a ricevere nessun onore da vescovo, e nessuna comodità ». (p. 81) – Scelta di Felicissimo da Cortemilia come ultimo ripiego. – Itinerario del neo consacrato attraverso l’Abissinia. – Proposta l’ordinazione sacerdotale di Pasquale da Duno e accettazione nella missione dei Galla di Leone des Avanchers. – Amministrazione dei fondi lasciati in Egitto sotto la procura di Perpetuo Guasco. (p. 82) – Composizione del consiglio amministrativo da affiancare al procuratore (p. 83).

202 A Venanzio da Torino, Lagamara 18.11.1855 83

Invocazione accorata di notizie e di risposte dall’Europa « in silenzio da quattro anni ». – Silenzio anche dal Kaffa. – Missione dell’Ennerea retta da Felicissimo da Cortemilia. – Attività di M. in Lagamara: erezione di una chiesa ed esercizio di tutti i mestieri, compreso quello di amanuense e di muratore. – Mancanza di carta per scrivere. – M. assurto a « generale d’armata » pacifico nella contesa Lagamara-Celia. – Incarico di trasmettere notizie e saluti a confratelli e parenti con l’auspicio dell’eterna comunione in Dio.

203 A Giusto da Urbino, Lagamara 18.11.1855 84

Inutile rientro di un servo spedito a Betlihem e a Gondar, residenze dell’esule destinatario. – Presagio di non più incontrarsi in terra. – Incarico di spedire i beni lasciati da M. nel Sennàr e notificare quelli depositati in Egitto. – Giusto da Urbino presentato come « interprete etiopico e procuratore plenipotenziario della missione presso tutte le congregazioni di Roma e di Europa » e, in caso di ritorno, destinato nel Gudrù, confinante con il Goggiam, per il perfezionamento dei suoi studi etiopici. – Rendiconto del deposito lasciato presso Agostino d’Alghero. – Acquisto di stabile in Egitto in società con il vicario apostolico Perpetuo Guasco e consorzio amministrativo dei depositi. – Esortazione a sollecitare le decisioni di Propaganda Fide. – Presentimento di morte prossima. – Incertezza sui recapiti epistolari.

204 A Giacomo Filippo Fransoni, Lagamara 21.11.1855 86

Trasmissione degli Statuti per i Monaci (cf. 187/21) per l’approvazione. – Responso della congregazione normativo anche per i successori. – Particolare insistenza sull’« idea dell’autorità ecclesiastica » per « assuefare i giovani a questa disciplina » e sul « digiuno, più considerato [in Abissinia] della stessa legge divina ». – Articoli delicati sul voto di castità per « stampare nel cuore dei giovani i principi morali della castità interna ». – Devozione eucaristica. (p. 87) – Confessione frequente. – Ribadita la celebrazione « privata » della Messa non di uso presso gli abissini. – Imperfezione delle norme circa la giurisdizione, le elezioni, le superiorità per il carattere iniziale dell’istituzione e l’impossibilità di separare le autorità ordinaria e regolare. – Esenzione dei regolari, valida per l’Europa e non per la missione che persegue l’unità dei membri sotto un’unica autorità. – Possibili soluzioni. (p. 88) – Giusto da Urbino delegato per l’approvazione degli Statuti. – Concessione di maneggio del denaro. – Vesti di tela in sostituzione a quelle di lana. – Successo del monachesimo in Abissinia. – Emissione di voti annuali per dieci anni é professione di voti solenni perpetui. – Motivazioni /409/ per essersi scostato dalla prassi canonica. (p. 89) – Vita religiosa europea e corruzione, superstizione, indisciplina indigena. – Precetti cautelativi « per non prostituire l’idea del voto solenne ». – Perfetto adeguamento ai responsi della congregazione. (P. 90)

205 A Andrea Terret, Lagamara 25.11.1855 90

Sunto di lettera inviata nel maggio precedente. – Stazioni missionarie nel Kaffa sotto il prefetto Cesare da Castelfranco; nell’Ennerea con « chiesa fiorentissima » e un migliaio di cristiani; in Lagamara dov’è stata benedetta una chiesa, ma i battesimi non aumentano per mancanza di catechesi e di condotta cristiana; nel Gudrù, punto nevralgico per la missione, anche se poco disposto all’espansione religiosa. – Elementi missionari: due europei, tre sacerdoti indigeni e allievi. – Quattro chiese e cinque abitazioni. – Richiesta l’opera di evangelizzazione a Nonno, Gombò, Leca. – Iniziativa di vita monastica locale per favorire l’impegno apostolico. – Promessa di relazione sul viaggio Gudrù-Lagamara.

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1853 1854 1855 1856 1857 1858 1859 1860 1861 1862

206 A Alessandro Barnabò, Lagamara 8.12.1856 93

Nessuna risposta alle missive spedite. – Corriere, proveniente da Massaua, derubato da un cristiano rinnegato. – Decadute le facoltà urgenti ad decennium. – Dispensa matrimoniale « sull’affinità in primo grado di linea collaterale ». – Poligamia dilagante e concessione fatta ad Abramo. – Esilarante storiella di un gatto maschio e caso d’incesto. (p. 93) – Apostasia del prefetto Cesare da Castelfranco, proposto a vescovo coadiutore da M. – Profondo cordoglio per l’influsso deleterio del fatto sugli aspiranti sacerdoti. – Veridicità delle notizie giunte dal Kaffa (p. 94), assoluto silenzio alle lettere monitorie, espressioni rivelatrici in una lettera inviata a Felicissimo da Cortemilia e fedeltà del compagno abba Jacob. (p. 95) – Provvedimento adottato: sentenza di deposizione e di scomunica da pubblicare in tutte le chiese e copia di comunicazione al colpevole. – Impossibilità di consultare la congregazione e i trattati canonici. – Depressione fisio-psicologica di M. e autoaccusa di colpevolezza per mancate cautele ed eccessiva condiscendenza. (p. 96) – Arresto dell’attività apostolica per favorire l’eliminazione delle superstizioni e accreditare la missione attraverso una maggior istruzione. – Realizzazioni nel Gudrù, in Lagamara, in Nonno e in Limù con oltre 400 battezzati, tre preti indigeni e candidati agli ordini sacri. – Spettro della fame per i mancati contatti con la costa. – Riflessioni sarcastico-realistiche con allusione al proprio noviziato religioso. – Esitante domanda di coadiutori (p. 97) e presentazione di Felicissimo da Cortemilia (p. 98).

207 A Andrea Terret, Lagamara 8.12.1856 98

Costretto dall’avanzata di ras Kassà a lasciare il Gudrù con 400 fedeli per la nuova sede di Lagamara dotata di due chiese. – Congiura contro il re della stazione provvisoria di Limù per le mene dei mussulmani. (p. 98) – Sola abitazione senza chiesa in Nonno. – Tre sacerdoti ed alcuni aspiranti molto influenti, collaboratori dei missionari. – Superstizioni politeistico-feticiste galla. – Venerazione di alberi con nomi cristiani o demoniaci e sacrifici cruenti. – Casta privilegiata e doviziosa dei maghi Callicia. (p. 99) – Arti astute di donne invasate dallo spirito callo. – Caccia alla casta dei Budda (fattucchieri, streghe) che, secondo la credenza, si trasformano in fiere. – Autoconfessione dei Budda estorta con bevanda stupefacente. – Prova dell’esigenza primordiale di un essere supremo. (p. 100) – Guerre continue con morti, mutilati, evirati privati della sepoltura. – Supremazia di Lagamara su Celia attribuita alla presenza dei missionari. (p. 101)

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1853 1854 1855 1856 1857 1858 1859 1860 1861 1862

/410/

208 A Giusto da Urbino, Lagamara 1.1.1857 102

Ricordo dell’ultimo incontro in Ifagh e augurio dell’incontro celeste. – Offerta e richiesta reciproca di perdono. – Corrispondenza non recapitata, penuria di mezzi di sussistenza, servo derubato, fondo monetario di Khartum prelevato dal destinatario. – M. costretto a vivere di lavoro manuale e di commercio. – Elementi sociali fondamentali assenti dal territorio galla: religione, governo, società organizzata. – Passi bloccati dal luogotenente di ras Kassà. – Statistica di cristiani e preti locali. – Abba Johannes spedito a Massaua in cerca di soccorso. – Stato di Nonno, Limù, Kaffa e dicerie sulla condotta di Cesare da Castelfranco. – Ripercussioni dolorose su M. – Costanza di abba Jacob. – Lettere monitorie all’apostata.

209 A Giustino De Jacobis, Lagamara 3.1.1857 104

Risposta alla missiva del destinatario dalle prigioni di Gondar. – Spedizione a Massaua di un servo derubato e fuggito e di abba Johannes, confessore di M., di cui si sollecita il ritorno. – Raccomandazione di favorire l’impresa e di sostituire il procuratore Pasquale da Duno assente o deceduto. – Scarsa istruzione e zelo del messo. – Sorte degli altri missionari e attività di M., trepidante « di morire senza un prete ». – Estenuazione fisio-psicologica dello scrivente, costretto a rifugiarsi in Lagamara dal Gudrù a causa di ras Kassà. – Richieste varie e urgenza di vasi sacri.

210 A Lorenzo Biancheri, Lagamara 5.1.1857 105

Stessi argomenti della lettera precedente (cf. 209/104). – Furto e fuga del suddiacono Raffaele, sospeso a Divinis. – Battesimi infrequenti per deficenza di istruzione e mancanza di disposizione nei neofiti. – « La speranza è nella gioventù ». – Magia presso i Galla. – Richieste varie.

211 A Luigi Sturla, Lagamara 7.1.1857 107

Simulata offesa e lepido invito a presenziare alla consacrazione della chiesa di Lagamara. – Superiorità indiscussa della Chiesa spirituale su quella materiale. – « Buon numero di battezzati », sacerdoti e candidati poco istruiti, ma virtuosi. – Lavori stressanti, fame, guerre, passi bloccati. – Sostentamento tratto dall’agricoltura con probabilità di dover pure ricorrere al commercio. – Indole dei Galla, intelligenza, superstizione, magia. – Propositi scherzosi di vendetta per le mancate risposte del destinatario.

212 A Cesare da Castelfranco, Lagamara 9.4.1857 109

Sentenza di deposizione dall’ufficio, di sospensione dall’esercizio di tutti gli ordini e di scomunica. – Precedenti: notizie allarmanti sulla sua condotta morale, risposta sospetta a Felicissimo da Cortemilia, silenzio alle lettere monitorie. – Motivazione: « ut tollatur tam enorme scandalum ». – Conseguenze delle censure con l’obbligo di consegnare tutti i beni ecclesiastici. – Pubblicazione del decreto in tutte le chiese del vicariato.

213 A Leone des Avanchers, Lagamara 20.4.1857 110

Decreto di nomina a Delegato Visitatore Vicariale per la Missione di Aden, l’Arabia e le coste africane del Mare Indiano. Lettera accompagnatoria per l’esecuzione del progetto di apertura di una via di comunicazione ai Galla. – Partenza di M. per il Kaffa in ottobre. – Ingiunzione di stabilire un punto sulla costa e altro « a mezza strada di Kaffa ». – Invito alla prudenza e alla calma. – Lorenzo Biancheri, coadiutore dell’Abissinia, incaricato dell’esecuzione del decreto.

/411/

214 A Alessandro Barnabò, Lagamara 21.4.1857 113

Condoglianze per il decesso di Giacomo Filippo Fransoni, prefetto di Propaganda Fide, e congratulazioni per la nomina del destinatario al medesimo ufficio. – Partenza imminente del corriere. – Piano di Leone des Avanchers, nominato Delegato Vicariale di M., e ordini impartiti per l’esecuzione. – Apostasia di Cesare da Castelfranco, pubblicazione delle pene canoniche, fedeltà del compagno abba Jacob e « colpo mortale dato alla missione ». – Interposizione per indurre Lorenzo Biancheri ad accettare la procura galla di Massaua. – Gratitudine per la medaglia di Pio IX.

215 A Alfonso da Rumilly, Lagamara 1a metà del 1857 114

Richiesta di un giovane cappuccino come vescovo coadiutore.

216 A Cesare da Castelfranco, Lagamara 29.11.1857 115

Notificazione della sentenza di scomunica spedita da Limu. – Motivazione: urgenza di « togliere l’enorme scandalo » con particolare riguardo ai candidati al sacerdozio e « dovere di cercare la pecorella perduta », aspetto medicinale della censura. (p. 115) – Autoaccusa di non aver prevenuto lo scandalo e brama di morire per la salvezza del figlio e fratello. – Allusione a lettera dell’apostata. – Visione profetica di M. in Marsiglia nel 1851. – Cautele usate nella spedizione al Kaffa, presieduta dal destinatario affiancato da abba Jacob. (p. 116) – Prodromi di ribellione rilevati dagli scritti e terrore che il figlio sia precipitato per sua incuria. – Analisi della missiva inviata a M.: assai penose ripercussioni per le allusioni evangeliche mancate e l’assoluta assenza di resipiscenza. – Fame materiale e fame spirituale. (p. 117) – Discredito dell’apostata presso i kaffini. – Decretato l’esproprio dei beni ecclesiastici per costringerlo al ravvedimento. – Suggerimenti: coraggio, confidenza nella misericordia divina, divorzio dalla moglie, istruzione ad abba Jacob secondo l’impegno assunto. – Promessa di assolverlo dalle censure. (p. 118) – Nefaste conseguenze della pertinacia e indicibile consolazione di M. al solo pensiero del ravvedimento. – Determinate le condizioni per l’assoluzione. – Nozione dei sacramenti in Kaffa. – Netto rifiuto a riscattare dall’apostata lo schiavo Guglielmo. (p. 119) – Preghiera e celebrazione eucaristica fonti di coraggio per M. – Separazione di abba Jacob in seguito alla defezione del superiore e rifiuto all’ubbidienza. – Prossima consacrazione di un vescovo coadiutore alla quale il destinatario era stato prescelto. – Decessi di Giusto da Urbino e di Giacomo Filippo Fransoni (p. 120) e amare considerazioni sulla fine di un apostata (p. 121).

217 A Venanzio da Torino, Lagamara fine del 1857 121

Disappunto per la partenza di Pasquale da Duno.

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218 A Cristoforo Negri, Lagamara 1.2.1858 122

Risposta ritardata di un anno causa le enormi distanze e i disagi di comunicazione. – Lodevole iniziativa di un trattato commerciale tra il governo di Sardegna e i vari stati etiopici, teoricamente vantaggioso anche alla missione, ma inattuabile per l’inaccessibilità dei territori Galla a causa delle guerre. (p. 122) – Dimostrazione: corrieri inviati a Massaua derubati o ladri essi stessi, M. costretto al lavoro manuale per sopravvivere. – In caso di stabilità e di pace trattare prima con il governo dell’Abissinia. – Operazione di Leone des Avanchers sulla costa per « aprire da quella parte una strada ». – Invito al governo sardo di proteggere le missioni cattoliche come altre potenze europee. (p. 123) – Con l’« apostolato evangelico unico fattore di civiltà » auspicati « sentimenti di un /412/ cristiano cosmopolitismo » per la patria lontana. – Escluse le relazioni tra i Galla e il Sennàr e la Nubia, già percorse da M. – Nota dei missionari « tutti sudditi sardi ». – Piano triennale di penetrazione nei Galla via Lamo-Wallamo. (p. 124) – Visita pastorale di M. in Kaffa. – Richiesta di strumenti geofisici. (p. 125)

219 A Antonio d’Abbadia, Lagamara 1.3.1858 125

Morte di Giusto da Urbino, incaricato da M. per la corrispondenza con il destinatario. – Urgenza di un clero indigeno impedito dallo stato politico-militare dell’Abissinia. – Battesimi limitati dalle superstizioni locali. – Incontro con Felicissimo da Cortemilia dopo quattro anni di separazione. – Il re dell’Ennerea, Abba Baghibo, sostenitore della missione, sventa una congiura di palazzo. – L’imperatore Teodoro II (ras Kassà) invade e saccheggia il Goggiam. – Strage del Liban-Kuttai in Gudrù ed atto eroico di abba Johannes che porta in salvo un ragazzo evirato. – Progetti di visita pastorale in Limu ed in Kaffa e ricongiungimento con Leone des Avanchers in Wallamo. – Ardue comunicazioni con Massaua.

220 A Alessandro Barnabò, Lagamara 2.3.1858 127

Lettere precedentemente inviate con copia di sentenza contro Cesare da Castelfranco e motivazioni dell’operato. – Scritto dell’ex missionario come prova della defezione. (p. 127) – Speranza di ravvedimento. – Condotta dubbia di abba Jacob. – Visita pastorale nel Kaffa dilazionata dalle trattative con i diversi reggenti. – Insediamento del coadiutore nell’Ennerea prima della partenza. – Candidato scelto tra Leone des Avanchers e Felicissimo da Cortemilia. – Scopo principale della visita nel Kaffa: limitare le conseguenze negative della defezione del prefetto. (p. 128) – Risposta di M. alla lettera di questo (cf. 216/115). – Invocato il giudizio della S. Sede. – Analisi della missiva di Cesare da Castelfranco a M. e notizie esplicative sui giovani schiavi della missione e sullo stato dell’ex missionario, privo di proventi di stola, caduto in miseria ed in discredito. (p. 129) – Rifiuto categorico di M. a riscattare direttamente lo schiavo e altri timori. – Uso ed abuso universale della scomunica in Abissinia e sentenza chiarificatrice e limitativa del concetto di scomunica emanata da M. – Moderazione nel costringere l’apostata al divorzio, « per non rendere impossibile il suo ritorno a Dio ». (p. 130) – Felicissimo da Cortemilia giunto da Limu. – Infondate le notizie della cattiva condotta di abba Jacob. – Negoziati con il re di Kaffa per la prossima visita pastorale. – Gratitudine per il « breve in bianco » sulla scelta del coadiutore. – Scelta di Felicissimo da Cortemilia « abbastanza fermo nelle cose essenziali » dopo la caduta delle altre candidature. (p. 131) – Scartato Leone des Avanchers per il notevole ritardo del suo arrivo, l’ignoranza assoluta del nuovo ambiente missionario e i difetti personali rilevati pure da altri. – Partenza per il Kaffa fissata dopo l’Invenzione della Croce e incontro con Leone des Avanchers in Wallamo. – Rinnovo delle facoltà scadute. (p. 132) – Disposizioni di M. circa i digiuni e le feste orientali con dispensa dagli obblighi di rito latino. – Chiede indulgenza nei suoi confronti. – Introduzione del rito latino. (p. 133)

221 A Alfonso da Rumilly, Lagamara 2.3.1858 133

Corrispondenza di M. dell’anno precedente e peripezie della spedizione a Massaua, giunta dopo la partenza di Leone des Avanchers « un po’ troppo precipitoso ». – Necessità del coadiutore e scelta di Felicissimo da Cortemilia. – Urgenza della visita pastorale nel Kaffa in seguito all’apostasia di Cesare da Castelfranco, di cui Propaganda Fide è al corrente, con speranze di successo. – Incontro in Wallamo /413/ con Leone des Avanchers, proveniente dalla costa per aprire una strada ai Galla. – Scambi contrastati con Massaua e spedizioni fallite. – Costretto a tutti i mestieri per mancanza di denari, di vitto, di libri. – Indebolimento della vista ed esultanza al pensiero della morte. – La scarsità di personale impone progressi lenti, ma graduali, alla missione. – Impressioni sull’incontro con Felicissimo da Cortemilia dopo un anno di separazione. – Stazione missionaria di Limu, protetta dal re Abba Baghibo. – Incarico di trasmettere notizie e saluti « a tutti gli amici ». – Rinnovo di concessioni già scadute.

222 A Andrea Terret, Lagamara 2.3.1858 136

Riconoscenza per l’assegnamento con lettera accompagnatoria della Propagazione della Fede. – Stanziamento sufficiente se potesse giungere a destinazione. Alto costo della spedizione di Lamo. – Perdite enormi di denaro nel trasporto da Massaua ai Galla. (p. 136) – Commercio interrotto dalle guerre scatenate dall’Abissinia con pericolo di fame. – Sistemazione di Lagamara con l’ordinazione di due preti e la consacrazione del coadiutore, visita pastorale in Kaffa, ricongiungimento in Wallamo con Leone des Avanchers giunto da Lamo. – Invocato appoggio all’iniziativa di aprire una strada per i Galla. – Comunicazioni intercettate dalle guerre e scarsità di personale cause del lento progredire della missione. (p. 137) – Amministrazione di battesimi e frequenza ai sacramenti. – Piano di nuove postazioni missionarie. – Mancanza di trattati per l’istruzione. – Battesimo di necessità ai fanciulli infermi. – Operazione di Lamo, guidata da Leone des Avanchers. – Ragazzo evirato durante l’incursione del Liban-Kuttai in Gudrù e salvato dall’eroismo di abba Johannes. (p. 138)

223 A Giuseppe Ortalda, Lagamara 2.3.1858 139

Commendata l’iniziativa di una « lotteria in favore delle missioni » e congratulazioni con il destinatario. – Raccolta di oggetti indigeni dall’Ennerea e dal Kaffa e difficoltà di trasporto alla costa. – Modalità di recapito tramite i consolati francese e sardo di Alessandria e spese di trasporto. – Iniziativa di Leone des Avanchers per agevolare le comunicazioni. – Richiami agli « interessi della patria » e ricordo del sovrano Vittorio Emanuele II, « allevatosi in Moncalieri sotto la disciplina degli amici », offuscati dall’anticlericalismo governativo conosciuto da M. già nel periodo 1850-1851. – Governi locali immaturi per i trattati politici con i governi europei. – Accordi puramente nominali, ma inefficaci ed improduttivi, e attesa paziente dell’evoluzione dei popoli. – Soppressione dei conventi OFMCap. di Susa e di Villafranca.

224 Orario celeste e terrestre 141

Rivelazione divina a S. Pietro sulla ripartizione delle ore del giorno e della notte, contenuta in un libro etiopico.

225 II canto dei galli 143

Rivelazione divina a S. Pietro sul canto dei galli e miracolo operato da Gesù al banchetto di Lazzaro, contenuti in un libro etiopico. – Questione sulla veridicità di tali fatti. – Libri accettati dagli abissini, grotteschi e contaminati dall’eresia.

226 A Leone des Avanchers, Lagamara 4.4.1858 144

Missiva con regolamenti per una fondazione religiosa missionaria compilati dal destinatario. Rilievi estrinseci: inopportunità e inutilità perché già ideati da M. e inoltrati a Roma per l’approvazione. – Rilievi intrinseci: pericolo della caccia e assenza di accenni /414/ all’obbligo della confessione sacramentale. – Silenzio assoluto di Leone des Avanchers sul comportamento di Gabriele da Rivalta ritornato da Lamo a Massaua. – Biasimato il vagabondaggio dei missionari per le fatali conseguenze di carattere materiale e spirituale. – Sospetto di screzi fra i due missionari. – Denunziata l’instabilità del destinatario. – Procedura per la spedizione di denaro.

227 A Andrea Terret, Lagamara 10.11.1858 146

Precedenti missive di M. – Superstizione galla dei Serenatori con capacità di variare le condizioni atmosferiche dietro richiesta. (p. 146) – Opulenza ed astuzia per non compromettersi. – Sollevazione e massacri originati dai più influenti. – Assalto alla casa della missione propugnato dai mussulmani e difesa energica degli abitanti senza spargimento di sangue. (p. 147) – Punizione del « prezzo del sangue »: pagamento o sfratto dal paese. – M. si scagiona in giudizio dall’accusa di Serenatore, dibattito e difesa appassionata del capo del villaggio. (p. 148) – M. approfitta per dichiarare la dottrina cristiana al riguardo. – Sessione rimandata e assoluzione con formula piena. (p. 149) – Missione cattolica messa sotto accusa dai mussulmani dopo l’uccisione di un leopardo e rischio per l’incolumità di Felicissimo da Cortemilia. – Galla credulo e arrendevole. – Caccia organizzata da M. al leopardo e cacciatori prostrati in adorazione davanti alla fiera. – Fuga dell’animale al lancio dei sassi. (p. 150) – Caratteristiche somatiche e classificazione zoologica del leopardo, già incontrato nel 1849 in Dembea. – Indifferenza verso il cristianesimo dei Galla dislocati in territori isolati. – Rare le conversioni dei nobili. – Catechismo e preghiere in lingua galla da inviare alla Propagazione della Fede. (p. 151).

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228 A Alessandro Barnabò, Ennerea 12.4.1859 153

Viaggio Lagamara-Limu con meta il Kaffa. – Evangelizzazione di Nonno. – Solenne accoglienza del re Abba Baghibo ed esultanza popolare. – Accordi con gli ambasciatori del re di Kaffa. – Ostinazione di Cesare da Castelfranco e costanza del compagno abba Jacob. – Piani per il Kaffa: trattative con il governo e fiducia nel ravvedimento dell’apostata. (p. 153) – Concordato incontro in Wallamo con Leone des Avanchers. – Penetrazione cauta e lenta per affezionarsi i nativi. – Decisa la consacrazione episcopale di Felicissimo Cocino da Cortemilia e ritratto dell’eletto, « non una gran testa », ma di « condotta regolare » e docile. – Partenza di M. per il Kaffa (p. 154) con fermata in Ghera. – Articoli del trattato con il re di Kaffa: libertà di circolazione, giurisdizione esclusiva sul clero, totale amministrazione del patrimonio ecclesiastico. – Mediazione diplomatica dei reggenti di Ennerea e di Ghera. – Felicissimo Cocino designato Vicario di M. per i territori galla. (p. 155) – Ordinazione presbiterale di abba Matteo Rufo e altre. – Voci sull’assassinio di Gabriele da Rivalta, diretto da Massaua ai paesi galla con il deftera Hajlù, e cordoglio di M. per le perdite umano-missionaria e finanziaria e le ripercussioni negative sull’invio di altro personale missionario. (p. 156) – Mancanza di stampati sostituiti da copie manoscritte da M. a scapito della vista. – Scarsità di carta per scrivere. – Confutazione dell’islamismo con Bibbia e Corano tradotti in arabo. – Costituzione di un consiglio amministrativo per i capitali galla in Egitto. – Tristezza per il presunto disinteresse di Propaganda Fide. (p. 157) – Confidenze agro-dolci. – Invito a sorvegliare l’attività di Leone des Avanchers, dotato di « proprietà auree » con « naturale piuttosto giovanile ». – Silenzio del missionario alle missive di M. – Rammarico per l’allontanamento da Massaua del procuratore Pasquale da Duno (p. 158) e difficoltà di sostituirlo. – Proposta la nomina di un nuovo procuratore OFMCap. – Preparativi per la consacrazione episcopale /415/ di Felicissimo Cocino. – Invocate copie della corrispondenza perduta della congregazione. – Copia di Istruzioni per i Missionari. – Umile consenso dell’eletto e commovente rito della consacrazione. (p. 159) – Stemma, sigillo ed abbigliamento vescovile. – Notizia smentita della morte di Gabriele da Rivalta inoltratosi nel Sennàr e dubbi sulla vocazione e capacità amministrative. – Arrivo in Gondar di Leone des Avanchers, diretto ai Galla, piuttosto incline alla vita errabonda e con scarsi indizi di vocazione missionaria e di capacità amministrative. (p. 160) – Voci sulla designazione di altro coadiutore che M. dichiara di non rifiutare. – Progetto di viaggio in Europa dopo la visita in Kaffa. (p. 161)

229 A Leone des Avanchers, Ennerea 28.4.1859 161

Lettere antecedenti di M. dirette a Massaua. – Prossimo viaggio al Kaffa da dove spedirà un servo in Wallamo, punto d’incontro con il destinatario. – Consacrazione di Felicissimo Cocino. – Partenza di Gabriele da Rivalta da Massaua con un accompagnatore e notizie del suo assassinio con depredamento di tutti gli oggetti indispensabili alla missione. – Edificata un’abitazione per i missionari in Lagamara. – Comportamento pertinace di Cesare da Castelfranco e invitta fermezza di abba Jacob. – Sosta in Ghera. – Richiesta di rendiconto amministrativo a Leone des Avanchers. – Estrema necessità di capitali. – Sospetta amministrazione in Egitto con raccomandazione di regolarizzarla. – Mancati rendiconti passati. – Rimprovero per l’allontanamento da Massaua di Pasquale da Duno, procuratore della missione.

230 A Venceslao Kiechl, Ennerea 29.4.1859 164

Mancanza di notizie sui fondi della missione galla in Egitto, amministrati dal vicario apostolico Perpetuo Guasco. – Nessun sussidio della Propagazione della Fede di Lione giunto in Egitto da un anno. – Supposte interferenze non autorizzate di missionari. – Indicazioni sul passaggio dei denari attraverso il vicariato apostolico dell’Egitto, possibilmente via Alessandria-Suez-Massaua.

231 A Andrea Terret, Ennerea 29.4.1859 165

Annunzio incerto dell’assassinio di Gabriele da Rivalta e gravità del caso anche per i mancati soccorsi economici. – Segreta partenza notturna da Lagamara, sosta in Nonno e ingresso in Limu. – Confermazioni ed ordinazioni sacre, esercizi spirituali e consacrazione episcopale di Felicissimo Cocino. – Prossimo viaggio a Ghera per concludere gli « articoli di libero ministero » con il governo kaffino. – Kaffa, punto nevralgico nel cuore dell’Africa, per l’espansione del cristianesimo. – Lodevole attività di abba Jacob. – Progetto di incontro in Wallamo con Leone des Avanchers proveniente dalla costa. – Probabile viaggio in Europa. – Sussidi non recapitati e bilancio finanziario. – Smentita la morte di Gabriele da Rivalta avviato per il Sennàr. – Descrizione patetica della consacrazione episcopale di Felicissimo Cocino: povertà decorosa e ingegnosa del rito. – Ancora sull’incontro con Leone des Avanchers e metodi di ingraziarsi le tribù situate sull’itinerario.

232 A Casimiro da Ormea, Ennerea 6.5.1859 167

Ansioso di notizie della lontana provincia monastica. – Ignota la persona del nuovo missionario Gabriele da Rivalta dato per morto; controllo di M. – Economia compromessa seriamente dagli sconvolgimenti politici dell’Abissinia. – Consacrazione di Felicissimo Cocino, membro della provincia monastica del Piemonte, ex discepolo di M., unico superstite della prima spedizione missionaria. /416/ – Necessità di un coadiutore durante la visita pastorale nel Kaffa. – Funzione povera, ma dignitosa e commovente. – Commissione di notificare i due eventi alla provincia religiosa di cui conserva un ricordo immutato e nostalgico. – Consuntivo di evangelizzazione. – Smentita la morte di Gabriele da Rivalta.

233 A Leone des Avanchers, Ennerea 10.5.1859 170

Felicitazioni per l’arrivo del destinatario nella missione galla e disappunto per il fallimento dell’« affare di Lamo ». – Comportamento del missionario con i capi etiopici: « deve temere forse più i principi amici che nemici ». – Situazione in Gudrù, importante per la sua posizione geografica. – Esortazione a « fare davvero il missionario » dopo 8 anni di viaggi. – Studio della lingua locale. (p. 170) – Accantonata temporaneamente « l’operazione della costa sud ». – Gravissimi rischi per la missione galla dell’uso di armi da fuoco: esempio dell’accaduto al console inglese Walter Plowden in Gemma. – Comportamento con Gama-Moras, capo del Gudrù, in fatto di doni. (p. 171) – Megalomania di Antonio d’Abbadie. – Arginare la miseria incombente limitando le spese e licenziando i servi inutili. – Amministrazione regolare di Perpetuo Guasco, vicario apostolico dell’Egitto. – Vietata l’alienazione dello stabile acquistato in Egitto. (p. 172) – Spostamenti inconcludenti e sospette sottrazioni di valori dai depositi dell’Egitto di Gabriele da Rivalta. – Sovvenzioni della Propagazione della Fede devolute esclusivamente alla missione. (p. 173)

234 A Felicissimo Cocino, Ghera luglio 1859 174

Strepitosi successi apostolici durante la sosta di M. in Ghera.

235 A Leone des Avanchers, Ghera 14.8.1859 174

Corrispondenza ricevuta tramite il coadiutore e lodi allo zelo del destinatario. – Missiva antecedente di M. – Esortazione all’apprendimento della lingua galla e all’impegno apostolico. – Questione del rito all’esame delle congregazioni romane. – Disposizioni date da M. circa il digiuno, le feste, la pratica della circoncisione. – Risultati sbalorditivi in Ghera. – Autodifesa dalle accuse del destinatario di aver presentato una visione irreale della missione. – Illusioni iniziali seguite da consolidamento con bilanci positivi. – Caso di Lagamara.

236 A Leone des Avanchers, Ghera 16.8.1859 176

Rischi e costo dei trasporti da Massaua ai Galla. – Corrieri fedifraghi, furti, imposte doganali, spese non computate. – Respinti i carichi ingombranti. – Previa conoscenza del servo di Leone des Avanchers. – Resoconti annui dei fondi depositati in Egitto. – Sottrazioni arbitrarie di missionari. – Amministrazione inappuntabile del vicario apostolico Perpetuo Guasco. – Posizione imbarazzante per M., censura facile del destinatario, comportamento di Gabriele da Rivalta. – Respinta l’accusa di eccessiva severità nei confronti di Cesare da Castelfranco. – Condotta intemerata di abba Johannes prima dell’apostasia del prefetto di Kaffa. – Attacco all’impegno di M. di salvaguardare la castità nei giovani leviti. – Auspicato l’intervento della misericordia divina e timore della giustizia per lo scandalo dato. – Principale scopo del viaggio nel Kaffa: salvare il prevaricatore. – Intransigenza del pastore « buono con chi lavora nella missione e altrettanto terribile con gli scandalosi » per non rendersi «reo di complicità e di furto», pure disposto alle punizioni di Roma in caso di colpevolezza. – Invito a portarsi da Lagamara in Limu.

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237 A Felicissimo Cocino, Kaffa metà ottobre 1859 179

Esultanza evangelica per il ritorno del « prodigo figlio ».

238 A Cesare da Castelfranco, Tatmara 25.10.1859 180

Sentenza assolutoria dalle censure canoniche di scomunica, sospensione e privazione di tutti gli uffici, imposte per dovere pastorale. – Prove evidenti di conversione e di riparazione. – Abrogazione con riserva dalle liturgie pubbliche fino alla completa soddisfazione. – Invito universale alla gioia del perdono ed al bacio paterno e fraterno. – Pubblicazione della sentenza nei luoghi di culto della missione.

239 A Alessandro Barnabò, Tatmara 1.11.1859 181

Argomenti trattati in lettera antecedente. – Viaggio Limu-Kaffa. – Sosta in Ghera per varare il trattato con il re di Kaffa e spettacolari risultati apostolici di abba Hajlù e del chierico tonsurato sedicenne Gabriele Gherba. – Profilo biografico dell’eroico chierico, morto « vittima delle apostoliche fatiche ». – Ingresso nel Kaffa. – Ritorno improvviso ed inaspettato di Cesare da Castelfranco con riparazione coraggiosa e pubblica dell’apostasia. – Ripresa l’evangelizzazione interrotta. – Sentenza assolutoria. – Stato della regione: cristianesimo, clero, chiese e iniziative. – Composizione di catechismo sinottico galla-sidama-latino e di altri manoscritti per la stampa. – Sollecito di risposta a quesiti sul digiuno e sul rito. – Aspiranti galla al Collegio Urbano di Roma. – Ufficio della B. Vergine in sostituzione al Breviario Romano.

240 A Leone des Avanchers, Tatmara 2.11.1859 184

Opposizione di Abba Baghibo, re dell’Ennerea, all’incontro del destinatario con M.: supposizioni e misure precauzionali. – Denaro da trasferire e regalo al re di Ghera per avere in cambio un terreno, previo accordo con Felicissimo Cocino. – Vigilanza sulla condotta del sacerdote indigeno di Ghera. – Promessa di prestito ad Abba Dalò. – Moderata attività in Kaffa. – Diretto intervento celeste e contributi di preghiere nel ritorno di Cesare da Castelfranco. – Vantaggi del Kaffa sull’Abissinia nell’evangelizzazione. – Difficile adattamento ai cibi locali e carenza di altri. – Uso dello zibibbo per il vino della Messa.

241 A Leone des Avanchers, Tatmara 1.12.1859 185

Ricevuti lettera ed occhiali. – Accordo sulla corrispondenza con il procuratore OFMCap. in Francia. – Suggerimenti intorno alle spedizioni a Massaua: favorirne la celerità con il sistema di pagamento all’arrivo. – Rapporti sospetti tra il chierico Antonio ed il servo del destinatario. – Stipendio alle persone di servizio. – Risultati positivi di una convivenza del missionario con M. – « L’opera di Dio prende un aspetto rispettabile ed anche imponente ». – Esortazione alla pazienza con il re Abba Baghibo e rischi di un viaggio a Lagamara. – Azione concorde con il coadiutore. – Segreto possesso delle pistole. – Richiesta di abito cappuccino.

242 A Leone des Avanchers, Tatmara 16.12.1859 188

Rallegramenti per l’arrivo del destinatario e riprovazione dell’abuso di proprietà. – Doni da farsi esclusivamente a nome della missione. – Esortazione ad evitare « passi precipitati ». – Resoconto al coadiutore dei beni recati con sé. – Residenza in Limu e contegno umile con Abba Baghibo. – Procedimento rigoroso contro l’insubordinazione e motivazione: « tutti i peccati non sono miga de sexto ». – Invito alla docilità.

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243 A Gabriele da Rivalta, Kaffa fine del 1859 189

Contegno riprovevole di due ragazzi spediti a Massaua. – Dubbi sulla fedeltà del deftera Hajlù.

244 A Gabriele da Rivalta, Kaffa fine del 1859 189

Il deftera Hajlù, spedito da M. alla costa, arrestato in Gondar. – Felice arrivo di altro inviato.

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245 A Leone des Avanchers, Tadmara 22.1.1860 190

Risposta a due missive. – Riflessioni ponderate sul proposito del destinatario di abbandonare la missione e confutazione delle ragioni addotte: dubbi sulla volontà divina, difficile convivenza con M., ostacoli frapposti da Abba Baghibo (p. 190), scarsi successi della missione. – Difesa dell’attività svolta, nonostante l’insufficiente istruzione dei preti locali: prodigi di abba Hajlù in Ghera, costanza di abba Jacob in Kaffa (p. 191), costumi integerrimi di abba Matteo in Limu. – Ordinazioni sacre imposte dall’incalzante necessità con riferimento al decreto del Concilio di Trento e conclusione: « che in una missione tutti debbano essere teologi, sarebbe pretendere più di quello che si pretende in Europa ». – Netta superiorità del clero virtuoso su quello dotto. – Esortazione ad attendere le disposizioni delle congregazioni sulla questione del rito. (p. 192) – Conoscenza del luogo e docilità ai consigli degli esperti prima di sentenziare e di agire. – Lusinghe di lasciare la missione già superate da M. – Condiviso il suggerimento di introdurre giovani galla al Collegio Urbano di Roma. – Giustificato il destinatario su alcuni punti. (p. 193) – Norme cautelative per la retribuzione dei servi. – Libertà di decidere la partenza e invito a riflettere. – Progetti futuri. (p. 194) – Direttive per il rimpatrio. – Zelo umile di Cesare da Castelfranco contrapposto alla cocciutaggine del destinatario. (p. 195).

246 A Leone des Avanchers, Tatmara 30.1.1860 195

Forzato consenso alla partenza del destinatario e requisiti: benestare di Abba Baghibo e licenza del coadiutore. – Rifiuto di M. a collaborare all’« operazione di Zanzibar » ed a qualsiasi altra attività promossa da Leone des Avanchers. – Denaro e lettere accompagnatorie per il viaggio. – Liberalità di M. – Dubbi sull’arrendevolezza di Abba Baghibo verso il partente. – Rimproveri del coadiutore a M. – Esortazioni a riflettere anche da parte di Cesare da Castelfranco, partito per una missione contro un sedicente prete kaffino. – Denunzia delle istigazioni diaboliche e annunzio di iniziative per il progresso della missione.

247 A Felicissimo Cocino, Sciap fine febbraio 1860 198

Comunicazioni precedenti sulla conversione di Cesare da Castelfranco. – Annunzio della morte. – Costernazione della comunità missionaria di Kaffa. – Ultimi giorni di vita con frequenti richieste di perdono.

248 A Giustino De Jacobis, Sciap 4.3.1860 199

Conversione e morte di Cesare da Castelfranco. – Perplessità di M. sulle decisioni da prendere nei confronti del neo convertito: se rimpatriarlo oppure tenerlo in missione. – Desideri ripetutamente espressi, malattia contratta durante una missione, sentimenti di compunzione cristiana di fronte alla morte. – Prostrazione psico-fisica di M. e timori sul futuro dell’opera evangelizzatrice per le difficili comunicazioni e i viaggi pericolosi dei missionari. – Impegno didattico di M. in collaborazione con lo scomparso. – Richiesta di preghiere.

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249 A Gabriele da Rivalta, Sciap 4.3.1860 200

Morte di Cesare da Castelfranco e richiesta di rinforzi missionari.

250 A Leone des Avanchers, Sciap 7.3.1860 201

Dolore per l’apostasia di Cesare da Castelfranco, gioia per il ritorno, cordoglio per la repentina scomparsa, invocata e preannunciata dallo stesso defunto. – Altro annunzio doloroso venuto dal destinatario: condotta reprensibile del coadiutore. – M. deciso ad intervenire personalmente in Limu. – Esigenza di testimoni per stabilire un giudizio. – Ammonizione canonica. – Dubbi fondati sulla veridicità delle accuse. – Caso di Cesare da Castelfranco. – Procedura da seguire: correzione fraterna privata e in presenza di testimoni. – Critiche di Leone des Avanchers sulla severità di M. nei confronti di Cesare da Castelfranco. – Dicerie anche sul conto del destinatario, tenute segrete da M. – « Rispettate l’autorità, ma non temetela quando si tratta della causa di Dio e delle anime ». – Disposizione di M. di morire per la difesa della verità e della giustizia. – Abba Jacob esemplare di virtù. – Supplica il destinatario di non abbandonarlo nella delicata circostanza e di rendere la presente « lettera ostensibile al supposto delinquente ».

251 A Leone des Avanchers, Sciap 23.3.1860 203

Missiva scritta per integrare le precedenti. – Richiesta di balsamo per il crisma del Giovedì Santo e di inchiostro. – Impulso a rientrare in Europa con il destinatario se non lo impedisse il voto di morire missionario. – Arrendevolezza dei Galla al ministero. – Preoccupazioni per la condotta degli abba Matteo, Johannes, Hajlù. – Assenza di sostituto in caso di malattia o di morte di M. ed enorme difficoltà frapposte all’arrivo di nuovo personale missionario. – Invito ad un incontro per incarichi presso i superiori europei e per la stampa dei catechismi galla e sidama. – Dichiarazione di coraggio pastorale. – Atteso il gucci rascia per trattare la libertà di esercizio religioso in Kaffa. – Invito alla riflessione: « L’uomo grande non si lascia mai sorprendere dalla passione del momento ».

252 A Alessandro Barnabò, Kaffa 8.9.1860 206

Crisi missionaria per la « debolezza e inefficienza » del capo. – Relazioni annue o semestrali veridiche e sincere, quesiti esposti e dubbio che tutto sia giunto a destinazione. (p. 206) – Due sole lettere ricevute. – Costretto dalla scarsità di carta a restare senza copie di documenti inviati a Roma. – Tristezza e istinto ad abbandonare la missione e voto di rimanere missionario. – Costanza di M. e sospetto di essere trascurato dai superiori. – Viaggio in Europa impedito dalla debolezza fisica. – Arrendevole alle esortazioni dei confratelli di restare. (p. 207) – Niente ottenuto di quanto richiesto. – Ostacolati gli accordi di M. con la provincia OFMCap. di Francia. – Presentimento di morte prossima e timore dei giudizi divini. – Futuro incerto per la missione. – Partenza affrettata da Marsiglia nel 1851 per sottrarsi alle attrattive di promozioni. – Probabile invio di Leone des Avanchers in Europa. (p. 208) – Istruzione ai ragazzi galla nella provincia OFMCap. di Francia. – Leone des Avanchers teste attendibile sullo stato, e sulla conservazione o soppressione della missione. – Personalità psico-fisico-pastorale del designato a reggere il vicariato galla. (p. 209) – Estenuazione, avvilimento, invecchiamento precoce, con fatali conseguenze, impongono a M. di rassegnare le dimissioni dalla carica di Vicario Apostolico dei Galla. – Lettera seguente diretta a Pio IX (cf. 253/214). – Disponibilità per l’insediamento e l’assistenza al successore. – Voto missionario. – Raccomandazione di sostenere la causa dei Galla presso la provincia OFMCap. di Francia. (p. 210) – Pericolo di totale rovina per la missione /420/ nel caso della sua morte. – Considerata abbandonata la missione dopo la scadenza di due anni senza interventi di Propaganda Fide. – Istituto di educazione per giovani galla affidato ai cappuccini francesi. – Richiesti per sé i galla del Collegio dei Moretti di Napoli. – Bisogno di preti locali come confessori e collaboratori dei missionari e mancata istruzione degli attuali, costretti a continui spostamenti. (p. 211) – Edizioni di rituali e breviari per evitargli il faticoso mestiere di amanuense. – Richieste di M. indispensabili ed indilazionabili. – Mancato riscontro degli Statuti per i Monaci, inviati a Roma per l’approvazione: « Col silenzio sono state risolte tutte le questioni ». (p. 212) – Costretto all’interpretazione personale delle leggi canoniche senza il sostegno dell’autorità superiore. – Incertezze sulla continuazione del monachesimo iniziato. – Tattica di silenzio temporeggiatore prudente solo nei casi dilazionabili, e dovere della congregazione di sciogliere tempestivamente i problemi urgenti della missione dei Galla. – Scuse per il linguaggio « un po’ troppo chiaro » usato, disposto a « ricevere il castigo con rispetto ». (p. 213)

253 A Pio IX, Kaffa 14.9.1860 214

Disavanzo pastorale nel Vicariato Apostolico dei Galla. – Attivo: evangelizzazione « in quasi tutti i paesi Galla e Sidama », formazione del clero locale « benché imperfettissimo », erezione di cappelle, « numero sufficiente di battezzati ». – Passivo: due missionari mancati (p. 214), « qualche bassezza » del coadiutore, vagabondaggio ed instabilità degli altri a spese della missione e delle anime. – Vie di comunicazione con la costa intercettate. – Contegno autonomo e sfiduciato del personale missionario. – Alterigia e superstizione dei Galla. – Predilezione dei Sidama « meno suscettibili di educazione » per il clero cristiano-scismatico. (p. 215) – Bisogno di due vicariati distinti, per i Galla e per il Sidama, di cui il Kaffa costituisce la regione più cospicua. – Due sole risposte da Roma in dieci anni. – Avvilimento di M. per la sospetta noncuranza di Roma e impulso ad abbandonare la missione. (p. 216) – Dovere di esporre ogni cosa al pontefice e dichiarazione della propria indegnità ed incapacità. – Generalato burrascoso di Venanzio da Torino e udienza concessa dal papa a M. nel 1850. – Indagine analitico-requisitoria sulla congregazione di Propaganda Fide, causa principale dell’andamento irregolare delle missioni (p. 217), perché « la malattia della testa è malattia di tutte le diramazioni dei membri ». – Deficienze nella composizione del dicastero: capo non sacerdote, anzi « mezzo secolare circondato da pochi scrivani animati da spirito di paga che non conoscono il di fuori delle porte di Roma ». – Disorganizzazione: « lentezza nel sbrogliare gli affari, stile di lettere freddo », burocrazia, arrivismo, partigianeria, superficialità nello studio dei problemi missionari. – Critiche unanimi anche per udienze mancate o differite (p. 218): « Propaganda è troppo secolarizzata, è divenuta un corpo senza anima di spirito evangelico ». – Suggerimenti di riforma: « per capo dell’Apostolato in Propaganda vi sia un Apostolo » con « un consiglio più omogeneo, composto di vecchj sperimentati missionarii » e con « diritto alle congregazioni religiose ad un consigliere in Propaganda ». – Elogio dei regolari e della loro esenzione dall’autorità vescovile in sostegno diretto del pontefice. (p. 219) – Rafforzamento « delle autorità generali e provinciali » e rigetto degli « appelli indiscriminati ». – Ingerenza negli ordini religiosi di elementi estranei appartenenti alle congregazioni romane e caso relativo all’OFMCap. – Elementi autorevoli e capaci radiati da Propaganda Fide. (p. 220) – M. rassegna le dimissioni dalla carica di Vicario Apostolico dei Galla e invoca la dispensa dal voto di rimanere missionario, per rientrare in convento e prepararsi alla morte. – Inettitudine di Felicissimo Cocino a succedergli, pur restando coadiutore. /421/ – Progetto di due vicari apostolici per i Galla e per i Sidama da offrire dalla provincia OFMCap. di Francia. – Proposta pure la candidatura di Leone des Avanchers. (p. 221) – Motivazioni in favore della provincia francese anche per l’erezione di un istituto di educazione di giovani galla e richiesta di ottenere quelli istruiti nel Collegio dei Moretti in Napoli. – Sollecitata l’approvazione degli Statuti per i Monaci. (p. 222) – Ribadita l’estrema segretezza della presente missiva. (p. 223)

254 A Lorenzo d’Aosta, Kaffa 17.9.1860 223

Preferenze concesse alla missione di Agra (India) in concorrenza con quella dei Galla (p. 223). – Urgenza di personale per assicurare la sopravvivenza della missione. – Predilezione di M. per la provincia OFMCap. di Francia con richiamo ai martiri francesi. – Stato retrogrado e ignorante delle popolazioni indigene ed esigenza di sacerdoti e fratelli periti nei vari rami dell’industria. – Formazione del clero indigeno. (p. 224). – Pratiche svolte presso Propaganda Fide e il pontefice. – Dimissioni di M. intese a favorire la successione e la realizzazione del piano di evangelizzazione. – Progetto di inviare Leone des Avanchers in Europa per la sistemazione dei giovani galla da educare in Francia. – Ricorso alla Propagazione della Fede di Lione per le sovvenzioni. – Possibilità di aggregazione degli educandi a istituti preesistenti. – Religioso OFM Cap. per avviare le trattative in Roma. (p. 225) – Missionari eccellenti per il Kaffa, di razza cristiana, ma guastato dalla superstizione. – Promesse dell’elemento giovanile indigeno. – Disagi materiali. – Indole dei Galla: lavoratori, bellicosi, superstiziosi, privi di governo stabile. – Infiltrazioni islamiche. – Sistema di trasmissione del denaro attraverso il Vicariato Apostolico dell’Egitto via Aden-Massaua. – Concessione governativa di passaggio gratuito sui mezzi di navigazione francesi. (p. 226)

255 A Luigi Fasoglio, Kaffa 1.10.1860 227

Riscontro alla lettera inviata da Cortanze (Asti). – Ricordo affettuoso della sorella e del fratello e considerazioni morali sulla malattia di un cugino sacerdote. – Fedeltà agli impegni ecclesiastici, particolarmente verso la parentela. – Titolo di Canonico Onorario, conferito da M. al nipote, previa l’autorizzazione dell’Ordinario. – Commosso ricordo del fratello primogenito Guglielmo. – Deplorate le tendenze autonome e liberaleggianti del clero astigiano. – Tentativi dell’incredulità di penetrare nelle chiese e leggi anticlericali governative considerate come strumento divino per il risanamento del clero. – Invocata la misericordia di Dio.

256 A Arcangelo da Lione, Kaffa 4.10.1860 229

Celebrazione liturgica solenne di S. Francesco d’Assisi. – Procura al destinatario di trattare in Roma l’annessione del Vicariato Apostolico dei Galla alla Provincia OFMCap. di Francia. – Scarsi successi delle missioni OFMCap. per la scelta di luoghi che « non hanno un avvenire », e per mancanza di assistenza e di personale adeguato. – Promesse della missione galla e ostruzionismo degli stessi missionari. – Scarso interesse dei superiori maggiori e come influire su di essi. – Educazione dei giovani galla affidata ai cappuccini francesi e richiesta di quelli istruiti in Napoli. – Recapito del sacerdote Nicolò Olivieri in Genova.

257 A Lorenzo d’Aosta, Kaffa 4.10.1860 231

Motivazione della procura affidata ad Arcangelo da Lione, estraneo a responsabilità connesse con il governo della provincia. – Dimissioni /422/ di M. per far luogo ad un successore della provincia francese e favorire l’uniformità nella missione. – Proposito di ritirarsi in un convento di Francia dopo la dispensa pontificia dal voto missionario. – Sguardo retrospettivo al lavoro svolto « di sgrossare » e preparare il terreno ad altri. – Difficoltà burocratiche e logistiche. – Dilazionata la partenza di Leone des Avanchers. – Tentativi di aprirsi una via attraverso il Sennàr. – Viaggio segreto del successore. – Esortazione ad accettare e « coltivare » la missione.

258 A Fabiano da Scandiano, Kaffa 4.10.1860 232

Bisogno di provvedere il vicariato dei Galla di missionari e accordo fallito con la provincia OFMCap. di Francia. – Missioni OFMCap. più simili a « cappellanie di europei » che a missioni « fra i nomadi » poco considerate. – Lettere gratulatorie di laici a M., nessuna di superiori, lagnanze. – Partenza progettata e rinviata di Leone des Avanchers. – Raccomandazione di sostenere le proprie dimissioni presso Propaganda Fide ed il pontefice. – Condanna del frequente avvicendamento dei procuratori OFMCap. – Auguri ai supposti neo eletti.

259 A Lodovico da Casoria, Kaffa 6.10.1860 234

« Parentela reciproca fortissima » degli autentici apostoli. – Elogi dell’istituto fondato e diretto dal destinatario in Napoli. – Preghiera di spedirgli « tutti i ragazzi che avrà, già abbastanza educati, di nazione Galla Sidamo o Waratta », per avviarli al sacerdozio. – Influsso benefico di essi suoi compatrioti. – Propaganda Fide e Sommo Pontefice già interpellati in proposito.

260 A Antonio d’Abbadie, Kaffa 7.10.1860 235

Indirizzo gratulatorio per il matrimonio del destinatario. – Quattro anni di dimora in Tibiè-Lagamara; spostamenti a Limu, regno sotto l’influenza islamica, a Goma, a Ghera e nel Kaffa, paese di origine cristiana dedito alle superstizioni. – Trattato con il governo kaffino « per far sanzionare le leggi di gerarchia ecclesiastica ». – Spedizione di Leone des Avanchers in Europa per l’educazione dei ragazzi galla. – Carenza di sostanze nutritive, oziosità dei Sidama, uso di mangiare in presenza di testimoni della stessa casta e rito per divenire tali. – Invio di un prete indigeno per aprire le comunicazioni verso Fazoglu e Gassan. – Precoce invecchiamento di M.

261 A Lorenzo d’Aosta, Kaffa 8.10.1860 237

Richiesto l’appoggio del destinatario presso i superiori provinciali per il Vicariato dei Galla. – Moti rivoluzionari anticlericali in Piemonte. – Presunto furto al santuario della Consolata di Torino, perpetrato dal governo a danno degli Oblati di Maria e in favore dei Minori Osservanti. – Amore alla patria ed al re. – Timore d’intercettamento della corrispondenza da parte delle autorità governative. – Comportamento degli Oblati e degli Osservanti a proposito del santuario mariano. – Lontani presentimenti sullo stato attuale della patria.

262 A Pier Maurizio da Cossato, Kaffa 11.10.1860 239

Unico ex allievo riconoscente. – Caratteristica, autenticità, immutabilità dell’amore divino. – Sicurezza interiore, garanzia di felicità. – Dolce riposo in Dio tra i tormenti esteriori. – « Tutto è eterogeneo, Iddio solo omogeneo per principio ». – Esortazione all’umile adesione alla volontà divina. – Consacrazione del compagno Felicissimo Cocino e invito a sostenerlo con la preghiera.

Da inserire qui il → n. 1219 degli Scritti aggiunti

263 A Pasquale da Duno, Kaffa fine del 1860 241

Invito a restare fedele alla vocazione missionaria.

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264 A Alessandro Barnabò, Sciap 25.2.1861 242

Sunto di lettera precedente (cf. 252/206). – Partenza di Leone des Avanchers dilazionata. – Politica ammorbidita del re di Kaffa sulla dipendenza del clero dal vescovo. – Autorizzazione a nominarsi un nuovo coadiutore e sistemazione di Felicissimo Cocino. – Maggiore disponibilità di Leone des Avanchers per l’opera evangelizzatrice; pro e contro sul viaggio in Europa. – Contatti epistolari con il superiore della Missione di Khartum per l’apertura di una via di comunicazione verso il Nilo Bianco. – Trattative segrete nei confronti dei governi indigeni e delle potenze europee.

265 A Fabiano da Scandiano, Kaffa 25.2.1861 244

Lettera precedente (cf. 258/232). – Suggerito l’invio di due missionari francesi a Massaua. – Procrastinato il viaggio di Leone des Avanchers per la necessità della sua presenza in missione. – Giudizi positivi sul missionario, nonostante il passato. – Raccomandazione di sostenere le trattative con il superiore della Missione di Khartum e massimo riserbo. Costernazione alla notizia della scomparsa di Giustino De Jacobis, vicario apostolico dell’Abissinia e modello di santo missionario.

266 A Alessandro Barnabò, Sciap 12.3.1861 245

Questione del battesimo sub conditione da conferire agli abissini, suscitata da abba Hajlù. – Difficoltà di chiarire la questione con Giustino De Jacobis. – Ragioni addotte da abba Hajlù, testimone oculare dei battesimi, e testimonianza personale di M. – Decreto di M. (Sciap 11.3.1861) di ribattezzare sub conditione i cristiani oriundi abissini. – Urgenza del decreto. – Richiesto il parere della congregazione. – Affermazione autorevole di abba Hajlù. – Elenco dei ribattezzati. – Digiuni praticati e feste celebrate dai missionari.

267 A Lorenzo d’Aosta, Sciap 12.3.1861 248

Missiva antecedente. – Viaggio dilazionato di Leone des Avanchers. – Piano di penetrazione dal Sennàr, studiato con il superiore di Khartum, per agevolare l’ingresso dei missionari francesi nei Galla e segretezza per evitare rivalità tra Francia ed Austria, tra turchi e abissini. – Comunicazione della morte di Giustino De Jacobis e rimpianto per la mancanza di un procuratore in Massaua.

268 A persona ignota, Sciap 27.4.1861 249

Soddisfazione per il felice arrivo in Ghera. – Partenza di Leone des Avanchers ritardata per malattia. – Suggerimento per indurre i Busassi a costruire la chiesa. – Esortazione alla catechesi e alla frequenza dei sacramenti. – Cambio di valuta.

269 A Alessandro Barnabò, Sciap 13.6.1861 – Lagamara 20.2.1862 251

Nota dei documenti ricevuti da Propaganda Fide dopo il « quasi totale abbandono ed isolamento di dieci anni ». – Umile richiesta di perdono per lo « stile » delle precedenti missive; scuse attenuanti. – Dichiarazione di accettare il rito etiopico per i Galla, solo in ossequio alla S. Sede. (p. 251) – Ragioni per conservare il rito etiopico: « l’ostinazione del paese » e « l’ornamento alla Chiesa ». – Gravi manchevolezze del rito etiopico, diversità etniche e avversione tra i popoli Galla e Sidama e l’Abissinia. – Comportamento dell’abissino immigrato nei territori galla. (p. 252) – Ragioni che sconsigliano il rito etiopico per i Galla: disagio per i missionari ad apprendere la lingua sacra ghez e pericolo di introdurre insegnanti abissini arroganti ed esigenti. – Religiosità abitudinaria degli abissini /424/ con tendenza all’insubordinazione e a superstizioni ataviche come i Budda. – Rischio di annullare il rito latino già introdotto (p. 253) e convenienza solo nel caso di una eventuale conquista da parte di Teodoro. – « Vantaggi sommi » del rito latino per la comunicazione di « infiniti tesori di scienza e di spirito ». – Conclusione: convenienza per i Galla del rito latino e dichiarazione di sottomissone alle decisioni di Roma. – Questione sulla schiavitù in Abissinia, tra i Galla e nei Sidama dove il lavoro è affidato esclusivamente a schiavi pigri e costosi. (p. 254) – Condizione di chi non può vendere lo schiavo e fatto accaduto alla missione in Gudrù dopo il 1852. – Padrone responsabile del comportamento dello schiavo. – Rischi fisici e morali per la vendita, il cambio, la libertà e l’uccisione dello schiavo. (p. 255) – Jus vitae et necis del padrone. – Fatto di schiava acquistata in Limu alla fine del 1858, poi consegnata al re e cambiata con altra. (p. 256) – Dichiarazione perentoria di volere la schiavitù « estirpata in tutto il mondo » e attività missionaria a favore della libertà dello schiavo. – Quesito: se rifiutare i sacramenti a chi casualmente vende o cambia schiavi nocivi. (p. 257) – Punti stabiliti da M. alla luce della legge mosaica e della morale evangelica, irriducibilmente avversa alla schiavitù, ma favorevole all’applicazione moderata dei principi antischiavisti. – Distinzione di chi pratica la schiavitù e di chi vi è trascinato da estrema necessità: punto ignorato dai comuni trattati di teologia morale (p. 258), sul quale M. interpella la congregazione. – Questione del battesimo riguardo ai poligami, per legge galla legati indissolubilmente a tutte le mogli, di cui la prima è privilegiata. – Difficoltà per la scelta della prima moglie. (p. 259) – Battesimo alla moglie di un poligamo costretta per legge a restare schiava del marito. – Scabrosità di avvicinare le donne per istruirle e impossibilità di esigere da esse, che si trovano in necessità di peccare, la virtù eroica per l’incapacità di atti soprannaturali. (p. 260) – Superstizioni dei Galla pagani e dei Sidama di provenienza cristiana e dubbio se tollerare certi usi superstiziosi per non compromettere la sorte della missione. – 1º Tabot o altare portatile al quale viene tributato un culto di adorazione. (p. 261) – Ripieghi per evitare la superstizione e reazione del popolo. – 2º Sacrifici rituali di animali, compiuti da sacerdoti indigeni. – Dissertazione sui sacrifici in genere e su quelli abissini e sulla proibizione di cibarsi di carne sacrificata da persone di diversa religione. (p. 262) – Svolgimento di riti sidama con tentativi di inculcare la dottrina cattolica. (p. 263) – Difficoltà morale per i missionari riguardo ai sacrifici e riottosità dei fedeli. – Invito alla tolleranza rivolto da più parti a M. – Uso del Taskar, banchetto funerario praticato dagli abissini e, con alcune varianti, anche nel Kaffa e dubbi sul suo valore sacrificale. (p. 264) – Fetat, decime sul patrimonio del defunto percepite dal prete nella circostanza delle esequie; rituale d’uso e ingordigia dei preti. – Disposizioni impartite da M.: proibizione del fetat dopo due anni dall’arrivo di M. in Kaffa, tolleranza per la benedizione dei commestibili, istruzione cattolica sui novissimi e sui suffragi. (p. 265) – Rifiuto di M. a ricevere l’offerta del gucci rascia, capo della casta cristiana, responsabile della strage dei Budda e dell’impedita partenza di Leone des Avanchers. – 3º Circoncisione, praticata in Kaffa, con proibizione dell’ingresso alla chiesa e rifiuto del battesimo agli incirconcisi. – Fatto accaduto a Cesare da Castelfranco. – Reazioni sfavorevoli alla missione. (p. 266) – Incertezza per un intervento drastico; richieste dilucidazioni a Roma. – Aspetto più civile che religioso della circoncisione e di altre pratiche nel Kaffa. – Casta aborrita dei Wojto (Abissinia), Wata (Galla), Mangiò (Kaffa). (p. 267). – Gradazioni di tale infamia nei vari territori. – Impedimento insormontabile all’evangelizzazione per la proibizione di accostarli e sistema adottato di non abbandonarli « senza /425/ avvilire il ministero ». – « Spirito magico » venerato in Kaffa, chiamato Deocce (p. 268), trasferito dal capo dei maghi kaffini nella persona del re, all’arrivo di M., con fatali conseguenze per la missione. – Analisi filologica e genesi storica del nome Deocce di origine portoghese. – Prima reazione di M. – Formula per i giuramenti legali. (p. 269) – Sorte dei due figli di Cesare da Castelfranco, battezzati da M., e successione ereditaria. – Liquidazione offerta all’ex moglie. – Premure di M. per essi e fermezza, in favore della chiesa, di fronte ad eventuali richieste dei parenti. (p. 270) – Trattato, stipulato due anni prima, con il re di Kaffa, intermediari i principi di Limu e di Ghera. – Opposizioni iniziali all’ingresso di M. nella regione e intralci seguenti. – Leone des Avanchers impedito di recarsi in Ghera. (p. 271) – Sedicente prete kaffino, protetto dal re e giudicato da M. – Intenzione di M. di allontanarsi dal Kaffa con tutti i suoi preti e trattative di Leone des Avanchers presso il re di Ghera per ottenergli il permesso di uscire. – Accantonato il progetto di una via di comunicazione verso il Nilo Bianco. (p. 272) – Ordine di M. a Gabriele da Rivalta di raggiungerlo nei Galla o di rientrare in Europa; confronto con Leone des Avanchers, occupato « nel ministero con soddisfazione di tutti » e richiesta di un intervento di Propaganda Fide presso il missionario vagante. (p. 273) – Motivata la decisione antecedente di lasciare la missione: difficoltà di risolvere le questioni interpellando la congregazione. – Decisioni disciplinari e « difficoltà che toccano la fede o la legge divina ». – Culto apparentemente superstizioso e condiscendenza per gli usi inveterati; tolleranza per non compromettere il futuro della missione e responsabilità morale. (p. 274) – Formazione del clero indigeno: metodo usato e dispareri sulla convenienza della loro educazione in Europa. – Clero, intellettualmente impreparato, creato per pura necessità e contesto storico delle varie ordinazioni (p. 275), con esplicito riferimento ad abba Hajlù « il più istruito », capace di dirigere una missione. – Metodo didattico: lettura di brani scritturistici o teologici con spiegazioni di carattere linguistico-dogmatico (p. 276) e tirocinio pratico sulla confessione prima dell’abilitazione. – Mancanza di materiale didattico e d’insegnanti e scarsità di vitto, compensate da preti « di costumi buoni ed anche ferventi ». – Castità nelle razze abissina, galla, sidama. – Possibilità di battezzare gli infanti e stato religioso degli adulti in Kaffa. (p. 277) – Solennità, pratiche religiose, clero kaffino. – Impossibilità di eliminare i culti superstizioni senza pericolo per la missione. (p. 278) – Ostilità del governo e atteggiamento popolare. – Costanza del clero nella persecuzione. – Responsabilità assunta da M. circa la tolleranza dei culti e problematicità di un intervento energico. (p. 279) – Creazione agevole di una nuova cristianità e disagio a mantenerne una deformata da usi atavici. – Collaborazione tra forze ostili alla missione come alla Chiesa. – Questione del sangue versato tra i Galla: odio e vendetta delle parentele. (p. 280) – « La legge penale e coercitiva galla è nel popolo »: discussioni, seguite da compensazioni di « interesse e di politica » più che di odio. – Norme per l’amministrazione dei sacramenti e quesito sull’obbligo della restituzione: se attenersi alla legge galla o alla morale cattolica. (p. 281) – Sulla liceità della vendita dello schiavo per grave delitto o per estrema necessità del padrone e sulla pena di morte per lo schiavo delinquente. – Potere coercitivo affidato al padrone. – Grave fatto accaduto a M., costretto ad imprigionare uno schiavo. (p. 282) – Longanimità, suggerita dalla dottrina cristiana, e pratica pastorale. – Vino di zibibbo, confezionato per la celebrazione eucaristica: costo del prodotto, incertezza sulla sua validità, tentativi falliti di viticoltura in Lagamara ed in Kaffa (p. 283), sistema di conservazione e parsimonia nell’uso del vino. – Scarsità di olio e di balsamo per la confezione del crisma /426/ sacro. – Conservazione dell’Eucarestia, sconsigliata dalla mancanza di luoghi decenti. (p. 284) e opportunità per affermare il principio della presenza reale: prudenza per non scandalizzare gli abissini. – Autorizzazione degli usi etiopici all’esterno e di quelli latini all’interno delle chiese e recita ridotta del breviario. – Mancata registrazione regolare dei fedeli muniti di sacramenti e motivazioni. – Esilio di M. dal Kaffa (p. 285), carcerazione degli abba Jacob e Johannes, sosta ai confini di Ghera (p. 286), traghetto del fiume Goggeb e sacrificio propiziatorio di una pecora. (p. 287) – Arrivo a Saka-Limu e morte del re Abba Baghibo. – Successione di Abba Gomol. – Incertezza sull’avvenire della missione kaffina. – Decreti emanati prima dell’esilio: proibizione di ricevere le vittime dei sacrifici e di conferire le esequie ai non battezzati. (p. 288) – Libertà concessa ai preti prigionieri in Kaffa e trattative di pace. – Esilio di M. da Saka-Limu, tortura di abba Matteo (p. 289), residenza missionaria depredata, richiamo temporaneo e allontanamento definitivo, prima in Nonno poi in Lagamara. – Grave malattia di M.

270 A Leone des Avanchers, Kaffa 25.8.1861 290

Norme cautelative per i regali ad Abba Magai, re di Ghera. (p. 290) – Limitate possibilità finanziarie della missione, somma da fissare, modalità degli acquisti in Massaua ed in Aden. – Comportamento diffidente degli indigeni verso i missionari. (p. 291) – Preoccupazione per abba Fessah, smanioso di portarsi in Kaffa, e scrupolo per aver troppo tollerato i culti superstiziosi. – Piano di rimanere solo in Kaffa per spedire e occultare gli oggetti della missione. (p. 292) – Pericoli morali per l’acquisto di giovani schiave. – Pubblicazione dei decreti sui fetat e sulle esequie per i soli battezzati. – Raccomandazioni alla prudenza con i lemmy (ambasciatori) di Kaffa, disposizioni sulle armi da fuoco, elenco di oggetti da spedire al destinatario. (p. 293) – Viaggio di Leone des Avanchers a Lagamara e stipendio al servo Berrù da consegnarsi in Massaua. (p. 294)

271 A Tatù Kamo, Sciap – Gabriel agosto 1861 294

Accuse di mancati riguardi e di infedeltà ai trattati. – Enumerazione dei capi d’accusa.

272 A Leone des Avanchers, Limu 7.11.1861 295

Oscuri intrighi di capi mussulmani contro la missione per causa dello schiavo Develà. – Scarsità di mezzi di sussistenza e trasporto di oggetti in Lagamara. – Maneggi politici. – Suggerimenti per ottenere il permesso di portarsi in Lagamara. – Lavoro di M. sul catechismo.

273 A Lorenzo d’Aosta, Ennerea 29.11.1861 296

Ragioni politiche e religiose della differita partenza di Leone des Avanchers per l’Europa. – Esilio da Kaffa, fedeltà dei sacerdoti, intervento dei principi confinanti, castighi divini. – Trattative con il governo kaffino. – Ostacoli per l’apertura della strada verso il Nilo Bianco. – Stato presente e futuro della missione.

274 A Fabiano da Scandiano, Ennerea 30.11.1861 299

Stessi argomenti della lettera precedente. – Piano di ritirare tutto il clero dal Kaffa e « mandarne qualcheduno di nascosto ». – Preghiere per lo stato della Chiesa universale.

/427/

275 A confratello OFMCap., Ennerea 30.11.1861 301

Preghiere per le sorti del Piemonte. – Destino della Chiesa: « risurrezione di Gesù Cristo » legata alla « risurrezione della Sua Sposa ». – Progresso materiale nel quadro della Provvidenza. – Espulsione dal Kaffa e coroncina del « Fiat voluntas Tua ».

276 A Leone des Avanchers, Limu novembre 1861 302

Spedizione a Massaua per Abba Magai, re di Ghera. – M. espulso da Limu, abba Matteo torturato, missione saccheggiata e contrordine di ritornare con parziale restituzione della refurtiva. – Avvertimenti al destinatario « di non mandare più roba » in Limu. – Sentenza canonica contro il suddiacono Gabriele. – Arruffata matassa politica in Limu e auspicato l’intervento di Abba Magai in favore di M. – Bilancio del saccheggio.

277 A Antonio d’Abbadie, Limu 1.12.1861 304

Voti augurali per il matrimonio contratto dall’esploratore. – Crisi socio-politico-religiosa dell’Europa e considerazioni filosofico-teologiche sugli elementi costruttivi e disgregatori – Esilio da Kaffa e vicende connesse, sosta in Limu, morte di Abba Baghibo, successione ereditaria con prevalenza dell’elemento islamico. – Incombente minaccia di invasione da parte di Teodoro. – Progetti per lo sbocco verso il Nilo Bianco. – Stato precario di salute.

278 A Leone des Avanchers, Limu 11.12.1861 306

Partenza definitiva da Limu e resoconto finanziario. – Casa missionaria affidata in custodia alla regina madre. – Raccomandazioni per i viaggi in progetto a causa di intrighi di reggenti e di capi mussulmani contro la missione. – Lettere giustificative di M. ai re di Limu, di Ghera, di Kaffa con accenno velato all’imperatore Teodoro. – Oggetti consegnati ad abba Matteo e consenso per l’acquisto del fratello.

279 A Leone des Avanchers, Limu 14.12.1861 308

In viaggio per Lagamara. – Incertezza circa le promesse del re di Limu a favore della missione. – Preghiera di inviargli il suddiacono Gabriele e di istruire abba Matteo.

280 A Leone des Avanchers, Lagamara 28.12.1861 309

Ultimi maneggi del re di Limu a scopo di lucro e allontanamento di M. con soste a Nonno, a Dowissò e ingresso trionfale in Lagamara. – Incontro con il coadiutore, contrasti tra questo e il destinatario « in gran parte causati da lingue maledette » e invito alla comprensione reciproca. – Consigli dati in lettere precedenti. – Attesa dell’arrivo del diacono Raffaele per giudicarlo. – Leone des Avanchers nominato Vicario di M. per il Kaffa e per Ghera. – Incontro di preti per le confessioni.

281 A Gabriele da Rivalta, Kaffa inizio del 1861 310

Ufficio di procuratore conferito al destinatario e ignorato da M.

282 A Abba Hajlù 311

Disposizioni precauzionali per spostamento di preti.

283 Nota di spese e appunti vari, Kaffa 1860-1861 311

Registro di entrate ed uscite, elenco di beni.

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1853 1854 1855 1856 1857 1858 1859 1860 1861 1862

/428/

284 A Abba Hajlù, Gemma 12.1.1862 316

Grave malattia di M. e gioia nel Gudrù per il suo arrivo. – Temibili avanzate di Teodoro. – Ipotesi di una richiesta di preti per il Kaffa. – Disagi finanziari.

284b A Leone des Avanchers, Lagamara 12.1.1862 317

Stessi argomenti della missiva precedente. – Timori per il mancato arrivo del suddiacono Gabriele.

285 A Alessandro Barnabò, Lagamara 5.2.1862 317

Malattia pericolosa e guarigione di M. – Relazione da spedire alla congregazione e lettere ricevute.

285b A Leone des Avanchers, Lagamara 16.2.1862 318

Particolari sulla malattia e guarigione di M. – Spedizione di corrispondenza e di oggetti per il destinatario. – Notizie sulle vicende d’Europa e della missione dell’Abissinia riguardanti il rito etiopico.

286 A Vittore des Houches, Lagamara 20.2.1862 320

Gratitudine verso il destinatario, dichiarato procuratore della Missione dei Galla. – Illusioni iniziali di prosperosa evangelizzazione e susseguenti delusioni (p. 320), espresse in rapporti e da ridimensionare per dovere di obiettività. – Tre anni di preparazione linguistica a mezzo d’interprete e composizione di trattati catechetici e istruttivi. – Clero galla, « buoni cristiani » scarsi. – Lingua galla scritta con caratteri europei. (p. 321) – Opere: catechismo, teologia morale completa, teologia sacramentaria, storia sacra, traduzioni bibliche, manuali di preghiere. – Occupazioni materiali assillanti. – « Vangelo, unico elemento rigeneratore e civilizzatore » per arrestare la prepotenza dei regnanti. – Espulsione dal Kaffa (p. 322) e dall’Ennerea e testimonianza di cristiana fedeltà degli abba Jacob e Johannes. – Abitanti di Ghera e di Kaffa ridotti schiavi e barattati con cavalli. (p. 323) – Crociata antischiavista di M., causa dei due esili. – Schiavitù meno accentuata « nei paesi galla repubblicani ». – Caste ignobili dei Mangiò (Kaffa), dei Wata (Galla), e dei Woito (Abissinia). – Diritto di primogenitura, comprovato con un fatto, e negata alle donne che nel matrimonio si trovano in stato di vera schiavitù. (p. 324) – Aberrazioni sessuali e menzogna nel Kaffa, elevate a sistema. – Libidine onorata e verginità vilipesa; pericoli morali per il clero. – Popoli galla più riservati. (p. 325) – Potere esecutivo della giustizia guidato dall’interesse. – Conflitti fratricidi. – Politeismo infarcito di superstizione: potere dei maghi, sacrifici feticisti. – Superstizione dell’anello (p. 326) e del libro e maleficio dei Budda. – Interpretazione magica delle stesse massime cristiane. – Grandezza e dignità del Cristianesimo e contrasti nell’opera di evangelizzazione. – Fermezza dei galla e superficialità degli abissini e dei kaffini. – Costernazione in Kaffa per l’esilio inflitto a M. (p. 327) – Preghiere cristiane in lingua galla e note grammaticali (p. 328-331) – Rito della consacrazione episcopale di Felicissimo Cocino (p. 331) – M. occupato nel mestiere di amanuense per mancanza di trattati stampati. – Portentoso apostolato in Ghera. – Insistenti richieste di preghiere e riconoscenza per le grazie ottenute da Notre Dame des Victoires in Parigi. (p. 332) –

287 A Alessandro Barnabò, Lagamara 28.2.1862 333

Convalescenza di M. – Lettere e istruzioni della congregazione di ribattezzare segretamente gli abissini eretici e precisazioni di M. sull’invalidità dei battesimi. (p. 333) – Lagnanze di Leone des Avanchers /429/ sullo stato della missione, ingannato dal « carattere falso e bugiardo » degli indigeni, ribadite da M. (p. 334) che si scusa dello « stile petulante tenuto per il passato ». – Condizioni mutate della missione dopo l’esilio da Kaffa. – Richiesta di adottare temporaneamente gli Statuti per i Monaci. – Amministrazione regolare dei fondi in Egitto. (p. 335) – Ospizio-Procura della missione in Massaua. – Rinunzia di Felicissimo Cocino e difficoltà di sostituirlo. – Comportamento autonomo di Gabriele da Rivalta e di altri missionari (p. 336) e suggerimento « a sostenere un poco più i superiori locali ». – Nota di altri documenti ricevuti. (p. 337) – Matrimonio galla, solubile per il marito e indissolubile per la moglie, e facoltà al poligamo di scelta fra le mogli. – Lamentata ristrettezza di facoltà. – Vino di zibibbo adottato in mancanza di vino naturale. (p. 338) – Questione del rito etiopico per i Galla, dotati di caratteristiche etnologiche proprie e ostili agli Abissini. – Imperfezione della lingua ghez e dei rituali e disagio per gli abissini ad apprendere la lingua galla e ad adattarsi ai loro costumi. (p. 339) – Pessima condotta di abba Fessah e del deftera Hajlù. (p. 340) – Rito latino già adottato per i Galla. – Conclusione: rito etiopico per l’Abissinia e rito latino per i Galla oppure fusione dei due vicariati con il solo rito etiopico. – Opere di rito latino già compilate faticosamente. (p. 341) – Tre cerimonie con sacrifici: Sabba, Daygagà, Butta « con cui lo straniero diventa Galla con facoltà di possedere terreni e di giudicare come Padre del paese » e questione se si possono permettere ai cristiani; M. è di parere favorevole per l’aspetto « più civile che religioso » delle funzioni. (p. 342) – Questioni relative alle carni sacrificate dagli infedeli, al sabato e alla circoncisione. – Realistica visione degli scarsi successi e delle possibili conquiste religiose fra i Galla. (p. 343)

288 A Alessandro Barnabò, Lagamara 4.3.1862 344

Raccomandazione di sospendere qualsiasi decisione sul rito prima di un incontro con M. in Roma. – Dispensa dal voto missionario già richiesta. – Identici argomenti sul rito presentati nella lettera precedente e lagnanza di non essere stato prima interpellato. – Rinunzia al Goggiam nel 1853 per via del rito.

289 A Fabiano da Scandiano, Lagamara 4.3.1862 346

Risposta dilazionata per causa di malattia. – Felicitazioni per la nomina dell’ex condiscepolo a procuratore OFMCap. – Comune gaudio per la conversione di Cesare da Castelfranco e cordoglio di M. per la scomparsa repentina del missionario. – Particolari e cause del decesso. – Ospizio della procura galla a Massaua, relazione a Propaganda Fide, richiesta di dispensa dal voto missionario.

290 A Fabiano da Scandiano, Lagamara 5.3.1862 347

Aggiunta riservata alla missiva precedente sui rapporti con i missionari CM a proposito del rito etiopico e della stessa fondazione del Vicariato Apostolico dei Galla. – Supposizioni, giudizi, suggerimenti.

291 A Leone des Avanchers, Gudrù 27.4.1862 349

Abitazione provvisoria. – Avvertimenti per il viaggio del destinatario. – Disapprovato l’acquisto di giovani schiave e difficoltà per il loro matrimonio. – Universalità dell’apostolato.

292 A Leone des Avanchers, Gudrù 7.5.1862 350

Stato della missione nel Kaffa, diretta da abba Hajlù. – Prossimi spostamenti di M. in Goggiam per chiedere soddisfazione della /430/ chiesa distrutta. – Richiesta di salvacondotto e di udienza all’imperatore Teodoro. – Paziente attesa del destinatario, sollecitato a istruire abba Jacob e a mantenere un perfetto accordo con il coadiutore.

293 A Leone des Avanchers, Monquorer maggio 1862 351

Attesa di permesso da Tedla Gaulu e decisione di recarsi in Europa. – Notizie incerte di conquiste di Teodoro nello Scioa. – Concordia con il coadiutore. – Missionari francesi in Aden. – Spedizione di abba Johannes nel Fazoglu.

294 A Leone des Avanchers, Gudrù 17.6.1862 352

M. costretto da Tedla Gualu a retrocedere in Gudrù e congetture. – Silenzio del destinatario sulla situazione del Kaffa. – Vendita a favore del destinatario. – Abba Johannes e abba Paolo in partenza per Ilù.

295 A Leone des Avanchers, Gudrù 18.6.1862 353

Rallegramenti per il successo del ministero pasquale in Ghera e la protezione di quel re. – Segno di gratitudine. – Rischi dell’attività muraria, esercitata dal destinatario, che va « sempre unita ai conati del ministero ». – Appoggio del re per Kaffa e Limu. – Censure canoniche contro Gabriele e Fessah.

296 A Leone des Avanchers, Gudrù 22.10.1862 354

Mancanza di notizie da Ghera e da Kaffa; impedimento di quel re alla partenza del destinatario. – Fuga di Tedla Gualu. – Teodoro istigato dagli schiavi di Gemma, Ghera, Limu a invadere i territori galla. – Timori per la sorte del « caro ragazzo Kamo », trattenuto dal re di Ghera. – Mirabile attività apostolica di abba Johannes e voto dei capi galla di costruire una chiesa.

297 Relazione di Leone des Avanchers, Ghera 15.8.1861-2.11.1862 355

Difficoltà pel missionario (p. 356) – Aspetto di Ennerea (p. 356) – Prima introduzione del cristianesimo (p. 357) – Origine della famiglia reale (p. 357) – Estensione del regno (p. 358) – Incarnazione diabolica (p. 359) – Sacrifizio (p. 359) – Forma di governo (p. 360) – Etichetta di corte (p. 360) – Elezione ed inaugurazione del nuovo re (p. 361) – Scettro e corona reale (p. 362) – Costumi delle caste principali (p. 362) – Scostumatezza (p. 363) – Vicende politiche (p. 364) – Arrivo del vescovo cattolico (p. 364) – Opposizione dei sacerdoti idolatri (p. 365) – Insidiosa offerta dei re (p. 366) – Nuovo mezzo di schiavitù (p. 367) – Persecuzione mossa ai missionari (p. 368) – Deportazione del vescovo (p. 369) – Inutile tentativo di far prevaricare i missionari (p. 370) – Nuovo Salomone abissino (p. 371) – Delitti atroci per salire al trono (p. 371) – Origine della missione cattolica (p. 373) – Morte repentina del re (p. 373) – Buone disposizioni del successore (p. 375) – Iterata carcerazione dei missionari (p. 375) – Giustizia ottenuta dalla regina (p. 377) – Grave malattia e guarigione di monsignor Massaia, il quale si risolvè di ritornare in Europa (p. 378) – Frutti e speranze della missione abissina (p. 379) – Il Cielo fa sentire la sua giustizia ai persecutori (p. 380) – Vicende della missione di Limu (p. 380) – Conclusione (p. 382).

298 A Leone des Avanchers, Gudrù 16.12.1862 383

Stato della missione e del governo in Kaffa. – Condizione dei figli di Cesare da Castelfranco. – Fiducia nella protezione del re di Ghera. – M. accusato di connivenza con Teodoro; suo impegno di tenere /431/ l’imperatore lontano dai territori galla. – Impedito a proseguire il viaggio. – Irrealizzabile la confederazione dei Galla e probabile invasione da parte dell’Abissinia.

299 A Leone des Avanchers, Gudrù 31.12.1862 384

Suggerimento al destinatario di chiedere al re di Ghera il passaggio per la via degli Urumu, già impedita da Abba Baghibo. – Conferma della morte dell’abuna Salama.

300 A Gabriele da Rivalta, Gudrù primi mesi del 1862 385

Proibizione di M. ai missionari francesi di inoltrarsi dalla costa nell’interno. – Attività eroica, sorte infelice, grandezza e santità di M. – M. inutilmente atteso a Massaua.

301 A Pasquale da Duno, Gudrù primi mesi del 1862 386

Intervento di M. nella missione di Aden a favore di lui.

302 A Leone des Avanchers, Gudrù 1862 387

Lorenzo Biancheri a Roma. – Invito di portarsi da Teodoro. – Udienza favorevole dell’imperatore ad abba Jacob. – Attività di abba Johannes nei suoi paesi. – Esortazione alla concordia con Felicissimo Cocino. – Presumibile furto di Gabriele e tentativo di allontanare abba Fessah. – Esigenza d’istruzione ad abba Matteo, compagno del destinatario. – Minaccia dell’imperatore Teodoro incombente sul Kaffa.

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