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Al commendatore Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Abbadia (Hendaye)
F. 311r Ill.mo Sig.r Commendatore Carissimo
Torino 27. Giugno 1881.
Trovandomi ammalato in Roma Le scriveva per me il R.mo P. Brunone nostro Procuratore Generale, annunziandoLe di mio ordine la di Lei promozione in Commendatore dell’ordine di S. Gregorio per un’atto di motu proprio di S. Santità quindi l’indulto della Porziuncola per la Sua Cappella di Abbadia accordata per la vita durante di Lei, e di Madama d’Abbadie. Spero che detta lettera Le sarà arrivata.
Oggi mi trovo a Torino per due settimane, dopo le quali, a Dio piacendo, partirò per Genova, e di la per Marsilia, dove penso restare qualche giorno per alcuni affari della missione. Dopo aspetto i di Lei ordini per recarmi ad Abbadia portatore di tutti i documenti suddetti.
F. 311v Come cotesta nostra cara Francia è sempre travagliata da una certa febbre contro gli ecclesiastici, segnatamente contro i stranieri, Ella liberamente mi dica se posso venire, e quando debbo venire, perché sono risoluto di aspettare le di Lei istruzioni prima di mettermi in viaggio; aspetto perciò qui in Torino una Sua risposta, ed in caso che questa tardi, io anderò a Genova, e di là a Marsilia, di dove non partirò senza una Sua risposta.
Quando io sono partito da Roma il molto Reverendo P. Domenico doveva arrivare colà, e di là sarebbe venuto a prendermi per condurmi in Francia; finora nulla so ancora, ne se sia arrivato a Roma, ne tanto meno quando verrà; venendo egli, forze conoscerà meglio le determinazioni di Lei in proposito.
La lascio ai piedi del crocifisso, ed abbraciandoLa in spirito unitamente a Madama Le sono sempre
Divot.mo Servo
† Fr: G. Massaja V.o Capp.no
F. 312r P. S. Ho ricevuto lettere da Monsignore Torino Cahagne scritte da Harar; egli ed P. Gonzaga La salutano caramente. Sono contentissimi di quel paese, e sperano molto per il futuro della missione.