Massaja
Lettere

Vol. 5

/328/

1176

A monsignore Taurino Cahagne da Heubécourt OFMCap.
vicario apostolico della missione dei Galla – Zeila

[F. 1r] Monsignore mio Carissimo

Roma 25. Novembre 1886.

Poche linee, perché sono vecchio, e mi avvicino ai 80. anni, e sto preparandomi allo Sposalizio eterno, e con mille affari sopra il dorso. Un telegramma venuto da Aden pochi giorni prima [del]la Sua lettera in data di Zeila mi ha richiamato a vita annunziandomi il Suo arrivo alla costa; sia dunque lodato Iddio...!.

/329/ È stato chiamato qui da questa S. C. di Propaganda per certe difficoltà colle monache di Aden, divenute un poco troppo alte, Monsignore di Marocco: in questo momento si trova in Francia in cerca di monache per aggiustare la Missione di Aden. Aggiustata ogni cosa in Francia, egli ritornerà a Roma, e ritornerà subito all’opera sua d’Arabia. Non Le dico altro, perché son certo che a quest’ora Ella sarà informato di tutto dal suddetto Suo Coadjutore, e perché io oggi non sono più in caso di poterLa assistere nello sbrigo degli affari lontani. Fin qui non ho ancora fatto variazioni nel mio testamento, il quale si trova ancora nello stato che Ella sa; ma dovrò fare qualche variazione al più presto, perché sento venire il mio fine. Comunque Ella ne sarà istruita di tutto, o direttamente da me, oppure da Monsignore suddetto al suo ritorno.

[F. 1v] Io anticamente aveva consigliato V. S. a riprendere l’amministrazione della Missione di Aden, come appoggio naturale della missione nostra, nata si può dire con essa. Oggi Ella servendo alla Chiesa di Dio nella medesima, avrebbe aspettato qualche anno il ritorno della pace, la quale, come giova sperare, non tarderà molto per permettere una sufficiente [calma] per poter ritornare al posto nostro a continuare l’operazione incomminciata nell’interno. Io sono vicino a morire, ma pure non cangierei il mio piano; caro Monsignor mio, non Le dico altro; pregherò il Signore che Lo illumini; l’opera apostolica è opera di secoli, non di un giorno, ne di un’anno, ne di un sol uomo; tale ai nostri giorni si presenta a noi nella storia: caro mio, pazienza e costanza è il suo carattere, la sua fisionomia, è la stessa sua natura; essa è un’opera di Dio, e vi corre una via misteriosa, sempre piccola nel suo principio e colossale nel suo fine.

Finisco questa mia benedicendoLa come Padre, e come figlio sperando di esserne benedetto da Lei anche dopo la mia morte. È in questo senso che godo dichiararmi sempre tutto Suo

Servo
† Fr. G. Card. Massaia Cappuccino.