San Maurizio e la Legione Tebea

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San Maurizio, da Matthias Grünewald
In questa pala d’altare Matthias Grünewald raffigura San Maurizio con marcati tratti somatici africani

San Maurizio, Candido, Essuperio, Vittore e compagni
Martiri della Legione Tebea † 287

Memoria: 22 settembre

Patrono del Corpo degli Alpini

La tradizione della Legione Tebea è una delle più radicate nelle regioni alpine.

L’imperatore Massimiano Erculio, associato come Cesare, poi come Augusto d’Occidente all’impero di Diocleziano, intraprese nel 285 una campagna contro la ribellione dei bagaudi, contadini, pastori e vagabondi della Gallia che erano ancora legati alle loro tradizioni celtiche. Secondo una tradizione attribuita a Sant’Eucherio di Lione, Massimiano avrebbe impiegato in quest’operazione una legione reclutata in Egitto, denominata Tebea dal nome della città sul medio corso del Nilo. L’uso di spostare truppe fra le località più lontane dell’impero era abbastanza normale a quell’epoca, poiché gli imperatori non volevano che i soldati fraternizzassero con le popolazioni locali.

Giunti a Octodurum (odierna Martigny nel Cantone Vallese) i soldati ricevettero l’ordine di compiere un sacrificio alla divinità dell’imperatore; ma molti di loro rifiutarono, e si rivelarono come cristiani. Secondo un’altra versione, meno verosimile, si sarebbero rifiutati di combattere contro i bagaudi avendo sentito che fra questi vi erano dei cristiani. Si trasferirono quindi ad Agaunum (odierna Saint-Maurice-en-Valais), guidati dal loro primicerius Maurizio, e lì nuovamente respinsero l’ingiunzione imperiale. Furono quindi condannati a morte e decapitati.

Martirio della Legione Tebea, da El Greco
Martirio della Legione Tebea, da El Greco

Secondo la tradizione tutta la legione subì il martirio, e il numero degli uccisi fu di oltre seimila. Il Martyrologium Romano cita solo i nomi di Maurizio, Candido, Essuperio e Vittore (che forse apparteneva ad un’altra legione), e lascia indeterminato il numero totale degli uccisi. In ogni caso, la lista dei martiri della Legione Tebea si è via via allungata, assorbendo un gran numero di personaggi di dubbia identità, o molto probabilmente di diversa origine.

Il luogo del martirio sarebbe stato rivelato miracolosamente a San Martino di Tours, che recatosi in visita nella regione vide la terra sudare sangue. I resti dei martiri furono recuperati e distribuiti in varie chiese. Ad Agaunum Teodoro, il primo vescovo di Martigny, fece costruire una chiesa da cui nacque poi l’Abbazia di Saint Maurice che, più volte ricostruita, ha mantenuto vivo fino ad oggi il culto, testimoniato tra l’altro dal gran numero di località intitolate a San Maurizio su entrambi i versanti delle Alpi ed anche in terre più lontane .

Quando il Vallese occidentale entrò nei possedimenti dei Savoia, il culto dei martiri si legò strettamente alla dinastia. Nel 1434 Amedeo VIII istituì l’Ordine Cavalleresco di San Maurizio, che nel 1572 Emanuele Filiberto unì con quello di San Lazzaro. Reliquie di San Maurizio furono traslate a Torino e sono ora custodite nella cappella della Sindone.

Nell’iconografia, San Maurizio è raffigurato in armatura militare, a volte a cavallo, con lo stendardo della croce rossa in campo bianco e la croce trilobata sul petto. Il nome Mauritius allude all’origine del Santo, estendendo il significato dell’antica Mauretania a tutto il Nord Africa; e a partire dalla fine del Medioevo l’iconografia spesso lo raffigura con tratti somatici africani.

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