Il romanico astigiano:
Cenni storici

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La fioritura

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Particolare della facciata di Santa Fede a Cavagnolo Po

Nel medioevo il Monferrato fu interessato, come tutte le campagne d'Europa, dal grande sviluppo agricolo e demografico che iniziò nel X-XI secolo e proseguì per circa tre secoli, fino alla battuta d'arresto della prima metà del '300. Figli di quest'epoca sono i numerosi centri abitati, che spesso proprio intorno all’anno 1000 appaiono documentati per la prima volta. Il centro della vita sociale erano le chiese, attorno a cui si radunava la popolazione contadina nelle diverse occasioni, civili e religiose. La destinazione originaria di queste chiese si riflette nel nome col quale vengono solitamente indicate, cioè pieve, dalla parola latina plebs, termine collettivo che designava appunto una comunità rurale.

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La decadenza

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Particolare dell’abside di San Lorenzo a Mombello

L'immagine originaria di quell’età è stata quasi completamente cancellata dalla storia successiva. Lo sviluppo dei centri abitati portava nuove esigenze, e anche nuovi gusti e nuove mode estetiche. Gli edifici civili e religiosi venivano volta per volta adattati alle nuove esigenze, ingranditi, abbelliti o interamente ricostruiti secondo nuovi stili. Sfuggirono a questo destino alcune piccole chiese che si trovavano al di fuori dell’abitato. Erano chiese nate al centro di villaggi contadini, che poi si erano spopolati per la forza di attrazione di nuovi nuclei urbani: i liberi comuni, oppure i borghi che si sviluppavano attorno al castello di qualche signore feudale. Le vecchie chiese, con la scomparsa dei vecchi villaggi, si trovarono quindi in aperta campagna. Alcune, più vicine al nuovo abitato, furono adibite a chiese cimiteriali; altre furono poco per volta quasi dimenticate. Ed è proprio per questo stato di abbandono che molte hanno conservato almeno una traccia della loro struttura originaria, diventando straordinari documenti di un'età artistica vecchia di quasi un millennio.

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Rovina e rinascita

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Decorazione della chiesa di San Secondo a Cortazzone

Certo il tempo non è passato senza conseguenze. Molte di queste chiese apparivano già in condizione di abbandono alla fine del '500, ed hanno subito nei secoli gravi danni, dovuti all’incuria, a manomissioni o - ciò che a volte è persin peggio - a maldestri tentativi di restauro; alcune sono sono arrivate fino a noi come dei ruderi pericolanti. Fortunatamente negli ultimi decenni se ne è riscoperto il grande valore, e opere di recupero e conservazione condotte con criteri scientifici e con il rispetto delle strutture originarie permettono ora di ammirarne tutta la semplice armonia.

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Vezzolano

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Facciata di Santa Maria di Vezzolano

Un discorso a parte merita la Canonica di Santa Maria di Vezzolano. Questa chiesa e il chiostro annesso erano il centro di un importante complesso monastico, già ricordato in un documento del 1095, che ebbe un grande sviluppo nel XII e XIII secolo, e poi andò incontro ad una lenta e inarrestabile decadenza. Ma la mancanza di radicali trasformazioni ha lasciato sopravvivere l’armonia delle forme architettoniche e gran parte della decorazione scultorea, il cui gusto segna la transizione fra il romanico e il gotico. Si tratta di un monumento di grande bellezza, il cui buon stato di conservazione è stato esaltato dal recente restauro.

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