Sentiero di Ranello
da Castelnuovo don Bosco a Mondonio

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Grande Traversata dell’Alto Astigiano 

Sentiero del Malvasia da Castelnuovo don Bosco a Vezzolano →

Sentiero di Domenico Savio da Mondonio al Colle don Bosco →

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Collina di Ranello

Si parte dal centro di Castelnuovo. Chi arriva dal percorso Vezzolano - Sant’Eusebio, può salire verso il centro storico da via Perscarmona, svoltare a sinistra in Via Aliberti, e dopo pochi metri passa davanti alla casa natale di San Giuseppe Cafasso. Una brevissima deviazione su via Marconi lo porterà davanti alla casa natale del Beato Giuseppe Allamano.

Attraversata la piccolissima Piazza Card. Cagliero, si riprende a salire lungo Via Mercandillo. Si passa ai piedi della scalinata che conduce alla chiesa di San Bartolomeo, ora sconsacrata, ed adibita a mostre d’arte e manifestazioni culturali, e si giunge davanti alla Parrocchiale di Sant’Andrea, costruita agli inizi del XVII secolo e completamente rinnovata nella seconda metà del XIX.

Si prosegue lungo via Madonna del Castello, che prende il nome dalla chiesa che si trova sulla cima del colle più alto. Era il sito dell’antico Castello, abbattuto agli inizi del XVI secolo, di cui rimane soltanto la Torre ribassata. Accanto sorge la piccola Chiesa, vero gioiello barocco, per la struttura elegante, le decorazioni a trompe l’oeil e le pitture.

La piccola cappella di San Sebastiano segna ora l’uscita dal centro abitato. Si imbocca la Via Antica di Albugnano, raramente interessata da traffico di veicoli.

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San Pietro in Zucca
La bianca curiosa facciata di San Pietro in Zucca splende fra i vigneti

La strada comincia a salire, si passa di fronte alla chiesa della Madonna del Ròch, la piccola cappella di San Barnaba, infine si scorge in mezzo ai vigneti la sagoma bianca di San Pietro in Zucca, un tempo chiamata la Chiesa dei Morti per la presenza di sepolture.

A questo punto si lascia la strada asfaltata, si gira a destra passando dietro Cascina Miretti, che nonostante il nome è una sontuosa residenza padronale.

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Sentiero di Ranello
Questo percorso si snoda quasi interamente in una campagna lontana da centri abitati

Si scende lungo una strada sterrata ma ancora carrozzabile, fino a Cascina Galavertino, che ospita un agriturismo. Qui la strada diventa più stretta ed è percorribile solo a piedi. Si avanza fra le vigne, fino ad un piccolo pilone votivo posto all’imbocco di un gruppo di case, da dove vediamo, a sinistra, Pino d’Asti. Proseguendo si incontra nuovamente un breve tratto di stretta strada asfaltata, che ad un certo punto svolta a destra per scendere verso l’abitato di Ranello. Noi invece svoltiamo leggermente a sinistra, ed entriamo in un bosco, lungo una comoda strada sterrata che solo recentemente è stata ripristinata.

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La strada prosegue rettilinea sul fianco della collina, seguendo un avvallamento in direzione sud. Sulla sinistra abbiamo una visuale insolita del borgo di Mondonio, un tempo comune autonomo, che nel ’900 è stato aggregato a Castelnuovo don Bosco.

Mondonio

Ormai siamo quasi alla fine del nostro percorso. Incontriamo alcune case ammodernate. Se proseguiamo lungo questa strada, che negli ultimi metri è asfaltata, incontriamo la Provinciale 17. Ma è un imbocco decisamente sconsigliabile, in quanto coincide con una curva ed un dosso su una strada spesso interessata da traffico intenso e veloce.

Allora svoltiamo a sinistra, scendiamo lungo il margine di un bosco d’alto fusto lasciando alla nostra destra il Cimitero di Mondonio, e ci avviamo verso i campi coltivati. Occorre una certa attenzione, poiché dobbiamo passare sullo stretto margine tra i seminativi, e non vogliamo inimicarci i proprietari, in attesa che venga ripristinato un tracciato più visibile.

Dopo poche decine di metri, superato il torrente Nissone su un piccolo ponticello, siamo arrivati ai piedi del borgo di Mondonio, sulla Provinciale 81 che conduce a Pino d’Asti e ad Albugnano.

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La chiesa di San Giacomo a Mondonio
Il silenzioso borgo di Mondonio

Prima di proseguire per l’ultimo tratto di sentiero che ci condurrà al colle don Bosco, consigliamo una visita al paese, che ha conservato intatta la fisionomia del borgo agricolo ottocentesco. Si risale per qualche decina di metri la provinciale, e si trova l’imbocco nord dell’abitato. Arriviamo nella piazzetta centrale, su cui si affaccia la chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore e della Madonna del Rosario. Nei locali dell’ex Municipio è stata riallestita, con arredi ottocenteschi, l’antica Scuola elementare, ed al piano superiore ha sede la Società Operaia. Di fronte, nei locali dell’antica Canonica, è stata collocata la Biblioteca. A pochi metri di distanza è stato ripristinato l’antico forno della comunità, attivo fino agli anni ’80 del secolo scorso.

Imbocchiamo ora via San Rocco, attraversiamo il paese fino alla casa dove morì San Domenico Savio.

All’uscita sud di Mondonio troviamo a destra un ampio parcheggio. A sinistra, all’ingresso dell’antico Cimitero vi è la piccola cappella di San Sebastiano dove una lapide ricorda che lì fu sepolto San Domenico Savio prima che la salma fosse traslata nella Chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino.

Possiamo ora affrontare l’ultimo tratto di percorso lungo il

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