Il restauro del quadro di Giuseppe Rollini
nella chiesa di Santa Maria di Vezzolano

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MadonnaRolliniRestaurata
La Madonna del Rollini restaurata
Vedi → qui un’immagine prima del restauro

Nel 1868 i Castelnovesi commissionarono a Giuseppe Rollini un quadro da offrire alla Madonna di Vezzolano in segno di gratitudine per la fine del colera che l’anno precedente aveva fatto una trentina di vittime.

Giuseppe Rollini (1842-1904), già ospite dell’Oratorio di Valdocco, si diplomò all’Accademia Albertina di Torino, e nel corso degli anni raggiunse una certa fama soprattutto come autore di grandi quadri di argomento storico che allora andavano di moda. Realizzò gran parte della decorazione pittorica delle chiese di Maria Ausiliatrice e di San Giovanni Evangelista a Torino, e lavorò nel Borgo Medievale, specializzandosi nei soggetti neogotici imitati dalla pittura quattrocentesca del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Rollini Angeli
Angeli, particolare del mosaico nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Torino

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Medaglia

Catherine Labouré (1806 - 1876) era una religiosa francese, della congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. Nel 1830, mentre era novizia nel convento di Rue du Bac a Parigi, ebbe diverse visioni; la più famosa è quella in cui la Madonna le avrebbe detto di realizzare un’immagine riproducente la mistica scena che stava vivendo in quel momento. Nel 1832 l’arcivescovo di Parigi autorizzò il conio di una medaglia che rappresenta la Madonna dalle cui mani escono due raggi di luce che scendono sulla terra, ed ha intorno la scritta Ô Marie conçue sans péché, priez pour nous qui avons recours à vous. Sul retro, il monogramma di Maria sormontato dalla Croce, il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore di Maria. La medaglia ebbe una grandissima diffusione in Francia e negli altri paesi cattolici.

Il dott. Gianpaolo Fassino ha individuato in questa immagine la fonte iconografica dell’Immacolata di Vezzolano. Il gesto delle due mani che proiettano raggi di luce su Vezzolano e su Castelnuovo don Bosco è lo stesso.

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Un aspetto di grande interesse oggi in questo quadro è la presenza, sul lato inferiore, di una veduta pesaggistica, che riunisce in un’unico colpo d’occhio Castelnuovo don Bosco e Vezzolano.

MadonnaRolliniRestaurata_sotto
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A sinistra abbiamo la nostra chiesa, con la processione dei castelnovesi che accorrono per ringraziare la Madonna, a cui attribuiscono la fine della pericolosa epidemia. Purtroppo era la parte maggiormente danneggiata del quadro, e si è resa necessaria un’integrazione che, senza innovare né ricostruire nulla, rendesse meno evidente la lacuna. Qui il Rollini ha posto la firma e la data: “Rollini dip.[inse] 1868”. In alto spicca il campanile di Albugnano, che manca ancora del prolungamento aggiunto nel XX secolo.

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A destra una panoramica di Castelnuovo. Isolata sulla collina, c’è una piccola chiesa, forse quella di Cornareto. Sullo sfondo, nello sfumare dell’azzurro, quello che sembra il campanile di Buttigliera, la cui altezza doveva caratterizzare il panorama molto più di oggi – o forse, chissà, il faro di Genova? Qui una diversa mano ha scritto, con una certa incertezza PER V[O]to I DIV[O]ti CASTELNO=VESI.

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Mario Busco, chiesa di Vezolan

Il quadro del Rollini rimase sempre nella chiesa di Vezzolano, dove lo vide anche Antonio Bosio, autore nel 1872 della Storia dell’antica Abbazia e del Santuario di Nostra Signora di Vezzolano..., uno dei primi studi scientifici sulla nostra Chiesa.

In seguito è stato rimosso per motivi di sicurezza, ma in questa immagine scattata negli anni ‘40 del secolo scorso da Mario Busto, fotografo di Castelnuovo, lo vediamo ancora appeso in corrispondenza della seconda arcata della navata destra.

Il quadro è stato ora restaurato dal laboratorio Nicola di Aramengo grazie ad una raccola di fondi promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di To-At-Cn-Bi-Vc e dall’Associazione la Cabalesta di Castelnuovo don Bosco.

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