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Bagnasco d’Asti
le guerre e le occupazioni straniere

Dai documenti schematici contenuti nei libri delle parrocchie, redatti al solo scopo di registrare i battesimi, i morti, le famiglie e i forestieri, emergono pochi accenni agli eventi esterni a questa finalità. Tuttavia in essi si percepiscono le drammatiche circostanze vissute dagli abitanti di una terra poverissima come Bagnasco.

Dai dati della mortalità infantile, all’abbandono delle proprie case a causa della occupazione del paese da parte delle truppe straniere, al collaborazionismo delle famiglie benestanti con gli occupanti, si può ricostruire l’atmosfera di un lungo periodo bellico particolarmente tragico per il piccolo paese di Bagnasco.

I dati sono stati tratti dai libri parrocchiali a partire dal 1655 e cioè dai libri dei Battesimi, dei Morti e delle Anime.

Gli elenchi dei battezzati e dei morti sono scarni e ripetitivi come se si volesse volutamente ignorare tutto ciò che riguarda gli avvenimenti contemporanei. Tuttavia alcuni dati, burocraticamente redatti, mettono in evidenza fatti tragici.

Ad esempio il 9 gennaio 1657 viene battezzata Anna, di un giorno, figlia di Antonio e Bartolomea della famiglia Facijs e i padrini furono l’illustrissimo Martino De Andreis Comandante e l’eccellentissimo D. Marchese Ville, abitanti in Bagnasco, e Giulia de Rubeis di Montafia. La presenza di questi eccellenti personaggi come padrini di battesimo fa pensare e feste gioiose, ma il giorno dopo nel libro dei morti si legge: “Il 10 gennaio 1657 muore Facio Anna di giorni 3 in casa del Commend. De Andreis”. La bimba era figlia di genitori che probabilmente prestavano servizio presso il De Andreis.

Un anno dopo, nel 1658 il 14 di Dicembre viene registrata la morte di Martino De Andreis di anni cinquanta con il breve commento: “gladiis occisus”. Non si conosce in quale circostanza l’uccisione del comandante spagnolo di Bagnasco sia avvenuta, tuttavia un evento così drammatico ci fa intuire che i tempi in quel periodo dovevano essere assai duri e difficili.

Nello stesso periodo anche le grandi nazioni hanno i loro problemi: la Francia e l’alleata Inghilterra, con il Cardinale Giulio Mazarino alla Corte francese, combattono contro la Spagna. Il generale Turenne nel giugno del 1658 ottiene la vittoria a Dunkerque; Mazarino con la sua abilità diplomatica raggiunge la pace dei Pirenei nel 1659. Nessun riflesso di questi avvenimenti internazionali si ritrova nei Libri della Parrocchia di Bagnasco.

Anche la guerra di successione spagnola, iniziata con la morte senza eredi diretti di Carlo II di Spagna, avvenuta il primo novembre 1700, portò nei nostri paesi invasioni di truppe provenienti da luoghi lontani. Si avviò così l’ultima e più grave delle guerre antifrancesi, che durò dal 1701 al 1712.

Bagnasco, all’inizio del 1703, poteva ancora godere di una vita quieta; così infatti sembrerebbe a giudicare da un documento dove si legge:

1703=li 14 =genaio è stato deliberato il forno a Guglielmino Stropiana al prezzo di f 82=14
li 14 = dº. è stato deliberato il stipendio del Gablotto sale a Giacomo Renna a f 13=

Un anno dopo dal Libro delle Anime del 1704 il pievano in una breve nota scrive che non ha potuto somministrare la comunione agli abitanti in quanto sono tutti fuggiti a seguito dell’arrivo delle truppe “gallo-ispane”: “Status animarum anni 1704 omissus est propter adventum Gallorum qui moram enxerunt in hoc loco per tota hyeme et partem veris, et ideo dispersa sun ones, illi pauci, qui remanserum, satisfecerunt precepto annua confessionis, et comunionis. Carolus Ioseph Montalenti Plebanus Bagnasci”.

Durante il periodo in cui gli abitanti fuggono abbandonando le loro case alcune famiglie benestanti rimangono in paese e intrattengono buoni rapporti con gli occupanti. Questo fatto è testimoniato dal Libro dei Battesimi. Infatti i membri di queste famiglie sono registrati come padrini e madrine dei figli dei militari occupanti e questi allo stesso modo battezzano i figli di queste famiglie bagnaschesi.

Nei registri i militari e le loro famiglie vengono denominati gallo-ispani, tuttavia la loro provenienza risulta la più disparata come si può constatare dai loro cognomi e dalle regioni d’origine. Con ogni probabilità si trattava di truppe mercenarie.

Durante l’occupazione francese all’epoca della rivoluzione, da elementi minimi come la redazione della data, si intuisce che è in atto l’occupazione da parte di truppe straniere.

Un segno dei tempi che cambiano lo danno le date del Liber Baptizatorum a partire dall’anno 1800; infatti alla data si aggiunge “anno nono Reipublica Gallicana”. Dopo il mese di gennaio dello stesso anno cambia anche il nome dei mesi; infatti compaiono: “Ventosus”, “Germinalis” ecc. Il Sindaco di Bagnasco Giuseppe Conteri si firma alla francese “Maire”.

Questi lievi accenni ai mutamenti politici nascondono avvenimenti di grande importanza. Infatti Napoleone Bonaparte nella Consulta di Lione si era fatto proclamare presidente della Repubblica Cisalpina, il cui nome era stato mutato in quello di Repubblica Italiana e nel maggio del 1805 in quello di Regno Italico, avendo annesso alla Francia il Piemonte e l’Isola d’Elba.

Nei Libri della Parrocchia, con un certo ritardo rispetto agli avvenimenti ufficiali, nel 1805 la Reipublica Gallicana diventa Impero Gallicano; infatti il 19 maggio 1804 un Senatus-consulto francese aveva affidato il “governo della Repubblica” ad un Imperatore ereditario, col titolo di “Imperatore dei Francesi” e dichiarava Imperatore dei Francesi Napoleone Bonaparte.

Il 2 dicembre 1804 il Papa stesso consacrava il nuovo Imperatore nella chiesa di Notre-Dame di Parigi.

In anticipo sui tempi della decadenza napoleonica nel febbraio del 1806 si ritorna alla data normale, con anni e mesi tradizionali.

Ci si accorge che i francesi hanno abbandonato Bagnasco dal ritorno al vecchio e tradizionale modo di indicare la data.

A volte il pievano dimostra la sua indipendenza e la sua cultura registrando famiglie, battesimi e morti non solo redigendo il testo in latino, ma indicando la data secondo il calendario romano.

La ricerca è stata fatta da Enrica Fiandra
in collaborazione con Gianna Tavano.

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